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Articolo 21 - Editoriali
Digitale terrestre: cavie, bugie e videotape
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di Francesco Lener

Mediaset crea una community carbonara nel varesotto, le radio si organizzano. E i proprietari di decoder sono 250mila

 

da .Com

 

La vera Fattoria di Mediaset non è in Toscana, ma in provincia di Varese. Non si tratta di un nuovo programma televisivo, ma di un vasto progetto di sperimentazione della tv digitale terrestre, avviato qualche mese fa con spirito carbonaro e senza troppo clamore, ma con l'intento di far nascere una piccola Berlino, la città che prima di tutte ha abbandonato la televisione analogica per passare al Dtt. L'obiettivo dichiarato è mettere sotto osservazione circa duemila famiglie, studiare il loro rapporto con la nuova tecnologia, testare servizi e contenuti ancora non lanciati sui potenti multiplex e ricavarne preziose indicazioni strategiche. La cortese evasività di Rossana Camana, responsabile della comunicazione istituzionale di Mediaset, non fa che alimentare l'alea di mistero intorno all'iniziativa. «Non intendiamo rendere pubblici i dati che ricaviamo - dice onestamente - Stiamo iniziando ora a raccogliere e a studiare i gusti del telespettatore per capire se risulta facile lâ??interattività e quali sono le preferenze. Lavoriamo sopra tutti i programmi che possano avere interattività, li testiamo prima nellâ??area di Varese e poi li mettiamo nel multiplex nazionale. Ma è unâ??iniziativa di lungo periodo: non sappiamo quanto durerà, potrebbe anche diventare un trial permanente dove testare i programmi in digitale».

Interessante, non resta che interpellare le famiglie campione. Operazione vana o comunque complessa, visto il criterio con cui sono state selezionate. «Manteniamo una certa riservatezza - spiega la Camana - La scelte sono state fatte con il criterio dellâ??Auditel: lâ??obiettivo era quello di raggiungere circa 4mila individui. La formazione, la gestione e il mantenimento del campione sono stati dati in esterno a un fornitore specializzato». Una specie di setta satanica in pieno modello Auditel, sembrerebbe, con tanto di Meter (i telecomandoni per registrare i dati) e di beneficio dell'anonimato per i fortunati testatori.

Peccato che, in attesa delle mirabilie futuribili riservate ai comuni mortali da Mediaset (e dalla Rai) ma non ancora irradiate, di cavie umane che stanno sperimentando sulla propria pelle la pochezza dell'attuale offerta ce ne sono già 250mila, una cifra destinata a quadruplicarsi - dicono gli addetti ai lavori - entro la fine dell'anno. Nel migliore dei casi, i malcapitati trovano una manciatina di canalucci tematici, oltre ad una decina di segnali già ampiamente veicolati dall'analogico e dal satellitare, con un accenno vaghissimo ed embrionale di interattività. Tutto questo oggi: domani chissà. Da salvare, per tutti coloro che vivono in zone in cui i segnali televisivi tradizionali risultanno disturbati, ma che sono adeguatamente coperte dai multiplex digitali, c'è un soddisfacente miglioramento della qualità dell'immagine.

A Varese, intanto, c'è chi si sente un po' solo. Nel forum di un sito specializzato, peraltro messo in piedi dalla Rai, è arrivato un disperato grido d'aiuto: «Ho aderito alla sperimentazione del digitale terrestre che Mediaset sta portando avanti a Varese e provincia. Da circa un mese mi è stato consegnato gratuitamente un decoder interattivo. Vorrei sapere se c'è qualcuno, come me, che è stato scelto come "cavia" da Mediaset e Rai per sperimentare il Dtt. Se c'è mi piacerebbe condividere esperienze e dubbi a riguardo. Fatevi sentire». Firmato: xelabrocs. Un appello rimasto inascoltato. I bene informati sospettano che emissari della Spectre abbiano già provveduto a far sparire l'incauto telespettatore.

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