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Articolo 21 - Editoriali
Il sistema dei due pesi e due misure
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di Bruna Iacopino*

Il sistema dei due pesi e due misure (definizione usata e ampiamente circostanziata dal giornalista Paolo Barnard, autore del libro Perchè ci odiano) ha sempre funzionato egregiamente, e da che mondo è mondo ha sempre prevalso lâ??idea che esiste una parte giusta e una parte sbagliata, che il mondo si regge su una dicotomia che vede contrapposti bene e male, e che trova fondamento in tante culture anche molto diverse fra loro.
Il problema si viene a creare allorquando questa contrapposizione viene generata ad hoc e alimentata in maniera scientifica solo per avvalorare la tesi che la verità sta da una sola parte e che i buoni, nonché i più forti, sono quelli che la detengono.
In questi giorni, il mondo politico e lâ??opinione pubblica si sono indignati di fronte alla pagina fatta pubblicare dal quotidiano nazionale da parte dellâ??UCOOI, pagina accusata di scatenare lâ??odio razziale. Si sono moltiplicati gli interventi da parte di esponenti politici di entrambi gli schieramenti sia da destra che da sinistra, con una grossa e inevitabile preponderanza della lega, che in questo contesto ci ha proprio sguazzato.
Subito si è gridato allâ??odio razziale, alla propaganda antisemita, si è urlato allo scandalo, appellandosiâ?¦ allâ??Olocausto; a volte sarebbe il caso di fermarsi a riflettere e chiedersi perché, ogni qual volta viene criticata la politica di Israele, venga issato lo scudo dellâ??olocaustoâ?¦
Lâ??olocausto è a tutti gli effetti lo strumento usato per legittimare la politica estera israeliana, in Palestina così come nei confronti del mondo intero. Dovunque venga pronunciata una frase contro Israele immediatamente scatta lâ??accusa di anti-semitismo. Ma in molti forse non vedono o fanno finta di non vedere le stragi che, il â??governo democraticoâ?di Israele continua a perpetrare nei territori, stragi che colpiscono soprattutto civili. Non ultimo il raid aereo compiuto ieri sulla striscia di Gaza e durante il quale sono morti almeno tre civili. E, anche se i media preferiscono tacere sullâ??argomento , i raid israeliani sulla striscia non sono mai stati interrotti dal 25 di giugno, ovvero dal rapimento del  militare Shalit.
Andiamo al Libano. Stabilito il cessate il fuoco e lo stanziamento di una forza multinazionale lungo i confini, si presume che i bombardamenti debbano aver termine per consentire, allâ??esercito libanese di stanziarsi al sud del paese, così come richiesto dallo stesso Israele; e invece no, perché, a giorni alterni, proseguono i bombardamenti israeliani su obiettivi diversi, stamattina sul villaggio di Sheeba. Dove sono, a questo punto, le voci di condanna per lâ??operato di Israele e per il mancato rispetto del cessate il  fuoco sancito da una risoluzione ONU, la 1701? Dovâ??è lâ??indignazione per i civili che muoiono in uno stillicidio lungo la striscia di Gaza?
I nostri rappresentanti sono così impegnati a chiedere a più voci il disarmo di Hezbollah, da non riuscire più a ricordare le decine di risoluzioni puntualmente imposte e disattese da Israele. Sono così presi dalla â??minaccia del mondo araboâ? da chiedere con insistenza il disarmo nucleare da parte iraniana, dimenticando che Israele non ha mai voluto firmare il trattato di non proliferazione e, che, di testate atomiche ne possiede 200â?¦
La risposta potrebbe essere solo una: Israele è un paese amico, ed è una democrazia al pari di quelle occidentali. Sarà anche una democrazia al suo interno, ma si tratta di una democrazia accusata più volte, compresa lâ??ultima guerra in Libano, di crimini contro lâ??umanità, sulla cui coscienza pesano migliaia di morti.
Dallâ??inizio della seconda intifada sono state contate 4116 vittime palestinesi e 1041 israeliane.
Purtroppo câ??è anche da dire che non è sempre facile riuscire a fare una stima esatta dei morti, si tratta comunque di cifre approssimative.
Manchiamo di obiettività, e spesso, di conoscenza storica, il nostro peccato maggiore è lâ??ignoranza delle cose.

Sorpresa e sconcerto sono inevitabili di fronte alle asserzioni di due senatori di Forza Italia, Malan e Stracquadanio, i quali, nel presentare un esposto alla procura di Roma contro la pagina choc dellâ??UCOOI, hanno evidenziato: 1) le cifre gonfiate dei morti provocati da Israele (come se ammazzare 2.500 persone fosse meno grave che ammazzarne 4.000) 2) lâ??estraneità di Israele nella strage di Sabra e Chatila.
Dunque, un piccolo appunto proprio in merito a questâ??ultimo argomento; bisogna ricordare che la strage nei due campi profughi venne compiuta dai falangisti-cristiani il 16 settembre 1982 sotto la guida di Elias Hobeika, capo delle milizie, mentre lâ??esercito israeliano aveva occupato la parte ovest di Beirut e a poche centinaia di metri stazionavano i carri armati israeliani: la terribile strage avvenne, dunque, sotto gli occhi e lâ??approvazione del governo israeliano, rappresentato in quel momento, dal generale Ariel Sharon che guidava le truppe in Libano. Le responsabilità di quell'eccidio non sono state mai provate e quella strage è rimasta impunita. Le stime effettuate dalla Croce rossa, parlano di 3.500 civili orrendamente trucidati e gettati in fosse comuni, nellâ??arco di 40 ore.
Ma i fatti parlano. Il 24 gennaio 2002 Elias Hobeika muore a Beirut in un attentato. Meno di 36 ore prima di saltare in aria con la sua Jaguar blindata, Hobeika aveva avuto un incontro "confidenziale" con due senatori belgi e si era detto pronto a fare "rivelazioni" sui massacri di Sabra e Shatila e sui rapporti che aveva avuto durante quei giorni con i generali israeliani che dipendevano dal ministro della difesa israeliana.
Dovâ??è dunque lâ??indignazione dellâ??occidente, dovâ??è la nostra indignazione quando un presidente degli Stati Uniti si rivolge al mondo arabo elencando una serie di stati canaglia e istigando paura, sospetto e odio razziale nei confronti dei musulmani?
Dovremmo avere il coraggio di fare un esame di coscienza e valutare i nostri errori che non sono davvero pochi.
E qui si arriva anche ai doveri dei giornalisti: riportare equità nellâ??enunciazione dei fatti senza propendere per una parte a discapito dellâ??altra e senza censure.
Ad indignarsi dovrebbero essere quanti, quotidianamente, si trovano di fronte ad un'informazione settaria.

*tratto dal blog impersonale.blog.kataweb.it

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