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Articolo 21 - Editoriali
Pubblicità, integrazione fra popoli e terrorismi
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di Michela de Meca

Quotidiano Nazionale ha deciso, alcuni giorni or sono, di pubblicare il messaggio pubblicitario dellâ?? Unione delle Comunità Islamiche Italiane.
Lâ?? U.C.I.I., in considerazione del fatto che, a suo avviso, è stata perpetrata nei loro confronti una â??sistematica censura che stravolge le realtà storiche", ha ammesso di aver pagato una pagina per â??fare informazioneâ?.
La notizia lascia indubbiamente perplessi e crea tanto imbarazzo, perché se davvero si sente il bisogno di acquistare uno spazio pubblicitario per ristabilire delle verità storiche, c'è da domandarsi fino a che punto e se veramente, in Italia, gli appartenenti alle comunità straniere hanno sempre la possibilità effettiva di vedere pubblicate le proprie idee, soprattutto di essere realmente parte integrante del contesto sociale che le accoglie. Oppure lâ?? integrazione allâ??interno del territorio e della popolazione italiana stenta ad essere effettiva e l'essere potenti, integrati nel sociale (e soprattutto facoltosi di estrazione) è invece, ancora oggigiorno, requisito essenziale per essere integrati e valorizzati, a volte purtroppo a prescindere dal grado di importanza e di validità di ciò che si ha da esprimere?
Non ci sono dubbi sul fatto che la realtà sociale italiana, come del resto accade nel resto del mondo, è fatta per lo più di situazioni rientranti in questâ??ultima possibilità, talchè, guardandoci attorno, troviamo ancora troppo spesso la contrapposizione tra â??culle del sapereâ? ed emarginazione sociale ed intellettuale, tra â??grattacieliâ? e â??favelasâ?.
Forse allora questo voler ricorrere allo spazio pubblicitario dovrebbe essere spunto di riflessione a proposito del fatto che allâ??interno dellâ??ormai multiforme e multirazziale società italiana forse non câ??è sempre consapevolezza storica, sociale e culturale; câ??è evidentemente bisogno dei messaggi a pagamento dellâ?? U.IC.I.I., perché non sempre e non tutti sono in condizioni economico-sociali tali da poter manifestare adeguatamente, nel proprio piccolo contesto, il solo fatto di esistere, agire ed interagire come esseri umani, con un proprio bagaglio culturale, di idee, di vere ricchezze interiori, di opinioni, di verità storiche e di civiltà troppo spesso mortificate e rese a loro volta potenzialmente ostili da contesti esterni spesso oltremisura intolleranti.
Certo il famigerato Bin Laden e chi servendosi del suo nome ha la possibilità di celarsi ed agire, utilizza ben altri sistemi concreti per dimostrare a tutti di esistere, trasformando, agli occhi del mondo cosiddetto civilizzato, tutti i Musulmani in un vero parafulmine di ogni forma di malcontento ed intolleranza ideologica, religiosa e razziale.
Ecco allora la necessità e lâ??importanza del dare spazio a questa esigenza di ristabilire la verità storica, essendo evidentemente sentito come indispensabile il dover far capire al mondo che lâ?? Islam non è fatto sempre e soltanto di estremisti e terroristi da emarginare ed ostracizzare, ma pure e soprattutto di individui che hanno subito e che hanno il diritto e la dignità di coesistere pacificamente allâ??interno della compagine civile nella quale vengono di volta in volta a trovarsi a vivere.
Eâ?? essenziale impedire, in altre parole, che una â??guerrigliaâ? psicologica, intellettuale e sociale nei confronti di esseri umani ormai trapiantati in ogni parte del mondo, abbia la possibilità di radicarsi nel sociale e diventare legge non scritta; altrimenti si rischierebbe di far apparire le varie forme di terrorismo come la giusta forma di rivalsa, peggio ancora come la giustificata ed universalmente giustificabile vendetta, nei confronti di società occidentali che sarebbero ulteriormente percepite come inospitali e da combattere, pur da quanti non sono terroristi e giammai lo diventerebbero.
Se però ciò non fosse, se perpetuamente e giustamente memori di ciò che accadde quel tristemente famoso 11 settembre, si commettesse lâ??errore di
sottovalutare ogni forma di apertura ed ogni tentativo di esprimersi, non sarà certo possibile mantenere in essere una evoluta civiltà multirazziale e globalizzata degna di questo nome, â??civiltàâ?, in cui soggetti di ogni cultura, lingua, razza, religione, siano in grado di coesistere pacificamente allâ??interno della stessa compagine e di risolvere senzâ??armi ogni possibile forma di conflitto e contrasto, semplicemente siedendo attorno ad un tavolo e discutendo.
Allora forse non è tanto da biasimare il fatto che il messaggio delle Comunità islamiche sia inserito in un pezzo di pagina a pagamento chiamata â??spazio pubblicitarioâ?, anziché in contesti diversi, probabilmente l' uso di contesti diversi andrebbe incoraggiato, perche lâ?? Italia è un Paese democratico e la Democrazia è forse lâ??unica arma vincente contro ogni forma di guerra, di lotta e di terrorismo.

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