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Articolo 21 - Editoriali
Rai, come prima, piu' di prima
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di Massimo Del Papa

Lo stesso identico "pastone", cioè la penosa sfilata di politici dai commenti quasi sempre inutili sullo scibile umano, solo con voce diversa perchè il cuoco precedente, Francesco Pionati, è entrato in Parlamento per lo schieramento di centrodestra di cui tesseva le lodi (fors'anche perchè "Berlusconi attacca!" era il suo editore su Panorama), a supremo esempio d'indipendenza informativa. Gli stessi telegiornali a pelle di leone, in questi giorni la notizia principale non è stata la missione in Libano o il risanamento economico o l'emergenza clandestini ma il raduno mediatico della reazionaria e grottesca Comunione & Liberazione dove più che l'ecumenismo poterono i fischi e dove sfilavano, osannati, personaggi discutibili come Andreotti e lo stesso Berlusconi, oltre, ma questi regolarmente fischiati, gli autolesionisti della sinistra baciapile. E già incalzano gli stessi precisi talk-show, cioè chiacchiericcio da ballatoio, i soliti reality cioè pornografia domestica o finto-esotica, le usate marchette truccate da notizie, giorni fa l'ineffabile "Tg costume e società", una di quelle operazioni che andrebbero abolite perchè null'altro che promozioni commerciali all'interno di un tg e senza avvertimento per il pubblico, ha mandato due servizi fondamentali, uno sulle star del cinema, l'altro sulle modelle orientali e a rispondere c'erano sempre gli stessi vippetti de noantri con gli stessi vestiti, avevano fatto una marchetta cumulativa, paghi uno e porti via otto. Di seguito, ha imperversato un misterioso vinicoltore capelluto a metà fra Vasco Rossi e il Kevin Klyne di "French kiss", riproposto chissà perchè in heavy rotation diverse volte nelle 24 ore.

Poco pare cambiato da cento giorni a questa parte, e la Rai meno di tutto (di più). Dice: però vuoi mettere, adesso il trash viene "da sinistra", è rispettabile, è moralmente accettabile, è riformista. E poi con gli annunciati rientri dalla censura, sentirai che musica. Sarà. Ma se il trash fosse maleodorante e basta? C'era o non c'era nel mitologico programma dell'Unione una televisione finalmente decente, che tutelasse la libera informazione, che rispettasse la sensibilità dei bambini, capace di proporre programmi realmente innovativi e a costo minore dei soliti spettacoli a metà tra l'oratorio e il bordello? C'era. Ma è rimasta, come si dice, "sulla carta" e intanto le solite facce, i soliti pupi, i soliti pacchi, i soliti deliri, i soliti servizi (alla lettera) imperversano come prima, più di prima e non si vede chi voglia arrestarli. Non si vede più, salvo il ministro Di Pietro, nemmeno chi voglia sbaraccare quell'insulto alla decenza che è la legge Gasparri (col corollario della Fratini), al massimo parlano di "riformarla" che la solita presa per i fondelli, compreso il blind trust.

Ci sono cose talmente sconce che non le si può ripulire a metà, o si eliminano del tutto o non serve a niente. Il conflitto d'interessi di Berlusconi è tra queste. Raiopoli pure, ma nessuno se ne ricorda più. Quello che è più osceno non sono i casi singoli, le singole veline o velone da canapè ministeriale, le singole marchette di potere ma uno stile, un modo, "un gusto di far televisione", come diceva Giorgio Gaber, che si è perso. � rimasto solo il disgusto di una televisione di Stato che corre dietro a quella commerciale di Berlusconi, anziché il contrario.

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