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Articolo 21 - Editoriali
La Rai di Clemente Mastella spiegata a Quelli che... il calcio
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di Vittorio Emiliani

cari amici,
ho appena sentito a "Quelli che il calcio..." il ministro Clemente Mastella il quale (giornalista Rai in aspettativa?) ha enunciato la sua teoria sulla Rai: la politica, il governo hanno diritto di occuparsene perché sono loro gli editori, col parlamento s'intende, della emittente pubblica radiotelevisiva. Il che è vero soltanto in parte. In Paesi più evoluti (evidentemente) del nostro radio e tv pubbliche sono messe in sicurezza da una Fondazione la quale garantisce autonomia alla emittente, oppure dal fatto che i vertici della stessa sono nominati da tre soggetti istituzionali "terzi", e cioè presidente della Repubblica, presidenti di Camera e Senato. Soltanto da noi, ancor più dopo la legge Gasparri, esiste un rapporto così stretto, organico fra governo-partiti-CdA della radioelevisione pubblica. Il ministro Mastella o non lo sa, o fa finta di non saperlo. Come fa finta di non sapere che oltre il 50 per cento delle entrate Rai è ancora fornito, nonostante l'evasione crescente, dagli abbonati, cioè dai cittadini. I quali sono in gran parte i veri editori della Rai.
Non voglio farla lunga. Sono pienamente d'accordo col ministro Gentiloni quando afferma che i politici non dovrebbero più ingerirsi nelle questioni Rai. Tantomeno i ministri. Tantomeno se si parla di nomine. Concordo pure con Roberto Zaccaria quando sostiene che l'Unione si sta occupando delle nomine Rai in modo avvilente. Detto questo, credo che la vicenda delle nomine si chiuderà al ribasso. Com'era inevitabile fin dal momento in cui l'Unione ha accettato (un'altra volta!) un proprio presidente, minoritario ma di garanzia (di che cosa, di grazia?), nominando i suoi 3 consiglieri come se la Gasparri dovesse durare in eterno e scegliendoli col più classico metro delle lottizzazioni. Poteva concordare un presidente non targato, super partes, e nominare tre saggi marcando così la propria volontà di abrogare al più presto questa ed altre parti dell'orribile legge Gasparri. Adesso ha la presidenza della Rai ma non ha la maggioranza nel CdA; ha accettato la logica della Gasparri e non sa come uscirne; avendo la presidenza porta, alla fine, la responsabilità dell'attuale programmazione Rai (francamente imbarazzante). E così via.
Trattate pure queste nomine, ma che sia l'ultima volta (Mastella sorriderà). Poi però presentate, il giorno dopo, un progetto di riforma che al primo punto porti, in modo chiaro, non con le solite fumisterie inconcludenti, la messa in sicurezza della Rai dai partiti e dal governo, da TUTTI i partiti. Altrimenti staremo sempre a rimestare nella solita melma. Sempre più lontani dai Paesi di democrazia più matura della nostra.
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