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Niente facili ottimismi sul Wi-Fi libero in Italia
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di Luca Nicotra*

Niente facili ottimismi sul Wi-Fi libero in Italia

C'è ottimismo nel cosiddetto “popolo della rete” dopo che da Venezia Brunetta ha annunciato che il  Consiglio dei Ministri di domani discuterà l'abrogazione dell'articolo 7 del “decreto Pisanu”. Quello che impone che, in Italia, chi vuole mettere a disposizione del pubblico un accesso alla rete tramite Wi-Fi, debba richiedere una speciale licenza al questore, identificando i clienti tramite un documento d'identità conservandone una copia cartacea assieme ai dati di navigazione. Un fardello che ha limitato la diffusione del Wi-Fi in Italia ad un misero venti per cento rispetto agli altri paesi europei.
Nella sua dichiarazione Brunetta ha citato il Ministro Maroni che, sostiene, “si è detto disponibile e penso che già dal prossimo CDM se non già una modifica ci sarà una discussione”.
Ma in cosa consiste l'apertura citata da Brunetta? La posizione del Viminale è stata espressa più dettagliatamente la settimana scorsa, quando, rispondendo ad una interrogazione del On. Rao (UDC) con una informativa, il Ministero ha dato senza esitazioni la disponibilità a valutare le proposte di modifica presentate in parlamento, ma ha anche sottolineato che l'articolo 7 della Pisanu ha un ruolo fondamentale nel “contrastare il terrorismo sia nazionale che internazionale nonché il grave fenomeno della pedopornografia online”.
Davvero il Ministro è disposto ad abrogare una norma che ritiene “fondamentale” per la lotta al terrorismo? Staremo a vedere. Nel frattempo è importante non affidarsi completamente alla discussione che avverrà nel conclave del Consiglio dei Ministri. Intervenendo nel merito delle dichiarazioni del Ministero dell'Interno, come cerca di fare l'interrogazione presentata del deputato radicale Marco Beltrandi in collaborazione con l'associazione Agorà Digitale in cui si chiede di rendere pubblici i risultati dell'articolo 7 della Pisanu in materia di anti-terrorismo. Affinchè anche il Parlamento e l'opinione pubblica possano dibattere con consapevolezza la richiesta trasversale di abrogazione della norma.
Numerosi gli elementi oscuri nelle dichiarazioni del Ministero, in netto contrasto con l'assenza di qualsiasi notizia sull'impiego della Pisanu in attività investigative, ma anche con le dichiarazioni di esperti come il capo del Nucleo Speciale Frodi Telematiche della Guardia di Finanza, il colonnello Umberto Rapetto “nessun terrorista usa la Rete dei locali pubblici per organizzare attentati” e del generale Fabio Mini, ex capo di stato maggiore del comando Nato “questa legge è inutile, va cancellata”. Ma anche al semplice utente della Rete viene spontanea la domanda: “Come mai in paesi come gli Stati Uniti ed Israele, in cui la lotta al terrorismo è un'assoluta priorità, non esistono norme che impongano un simile carico burocratico ed economico e una tale invasione nella privacy dei cittadini”?


*Segretario dell'Associazione Agorà Digitale
www.agoradigitale.org
 

 

 


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