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Articolo 21 - Editoriali
Non si alzi mai più la spada
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di Lilli Gruber

Scrivo queste righe in una notte romana che ha dell'irreale, senza il solito traffico, con pochi rumori, senza la consueta disordinata allegria. E' come se l'intera città tenesse il fiato sospeso e fosse in attesa. Già, in attesa di che?

Oggi arriva a Roma il presidente degli Stati Uniti, il rappresentante di una grande nazione amica. Viene a commemorare la Liberazione di Roma dal nazifascismo e a ricordarci, con la visita alle Fosse Ardeatine, che in quella guerra gli americani e i loro alleati ebbero al loro fianco tanti patrioti italiani. In un Paese e in un contesto normali, questa visita sarebbe accolta con gioia e con gratitudine. Ma noi non viviamo in un'epoca e in un Paese normali.

Noi viviamo, da tempo, in un mondo sconvolto dal terrorismo e dalla guerra, devastato da violenze e ingiustizie, segnato dall'affermazione della forza e dal declino del diritto. In questa deriva della civiltà, l'attuale amministrazione americana ha responsabilità grandi, proporzionate al peso che gli Stati Uniti si sono ritagliati nel mondo.

L'opzione delle armi fatta propria dall'amministrazione Bush non è condivisa da quattro quinti dell'umanità ed è contestata da gran parte degli stessi cittadini occidentali. Tra loro, ci sono milioni di italiani che oggi - a Roma e in altre città - accoglieranno George Bush esponendo o portando in corteo le bandiere della pace. Un gesto simbolico, una protesta di grande significato politico e civile.

Nel Paese normale che non siamo, questo pronunciamento di massa sarebbe atteso e giudicato per quel che è: una testimonianza di buona salute della democrazia. Da giorni, invece, governo e media governativi lo presentano esclusivamente come un problema di ordine pubblico, di vetrine infrante, per usare le parole del nostro presidente del Consiglio. Un uomo che - dopo aver sempre disertato le commemorazioni del 25 aprile - ieri sera si è spinto a contrapporre gli ideali della Resistenza (ma cosa ne sa lui, che voleva "salutare la mamma dei fratelli Cervi"?) a quelli del pacifismo.

Io sarò oggi idealmente con i miei concittadini che manifesteranno con la bandiera arcobaleno. So che saranno tanti e tanto forti da saper respingere e neutralizzare ogni possibile provocazione. Tra poche ore partirò per Assisi, dove incontrerò i francescani del Sacro Convento. Con loro trascorrerò parte di questa giornata dedicata alla pace. Lo farò nel ricordo del grande incontro interconfessionale che in quel luogo sacro si svolse due anni fa, quando, di fronte ai rappresentanti di tutte le religioni della terra, Giovanni Paolo II lanciò la sua invocazione: "Non si alzi mai più la spada!". E' un appello rimasto inascoltato ma che, purtroppo, non ha perso la sua attualità.
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