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Carcere: il caso di Simone La Penna, morto per denutrizione
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di Bruna Iacopino
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Oggi a quella vicenda si aggiunge un nuovo capitolo: per quella morte, si legge sul Messaggero, su cui si era aperta un’indagine, risultano indagate 7 persone tra medici e infermieri, che avrebbero dovuto vigilare sulla sua salute e non lo hanno fatto. L’accusa è di omicidio colposo.
Come nel caso di Stefano a battersi per la verità e tenere desto il ricordo, è la sorella di Simone, Martina, che, al fratello, ha dedicato una pagina su facebook ( Simone La Penna: lasciato morire a 32anni perchè detenuto!) in alcuni post appaiono anche alcuni stralci di lettere inviate da Simone, in cui traspariva la sua voglia di vivere e di riabbracciare la sua famiglia, ma anche quel malessere per il quale nessuno sembrava voler ascoltare: “Con tre giorni ho perso un altro kilo sto a 49, sto a pezzi lo psichiatra mi ha aumentato ancora di più la terapia sabato. Questi basta che ti danno sonniferi e psicofarmaci così dormi e quando ...te svegli più?”
Così scriveva Simone il 14 settembre 2009. Quei 49 kg per una persona adulta e di costituzione fisica robusta, come è evidente scorrendo le foto pubblicate sul profilo Fb, avrebbero dovuto suonare come un forte campanello d’allarme e soprattutto far dichiarare lo stato di inidoneità in merito al regime carcerario.
Le rivelazioni di oggi scuotono nuovamente il mondo della politica. Se da una parte il vicecapogruppo alla Camera di FLI, Chiara Moroni, sollecita un intervento di carattere generale sul sistema carcerario a partire da quel famoso piano carceri ancora affossato da un’agenda parlamentare distratta da cose “ben più importanti” i radicali tirano in ballo ancora una volta “… quella politica criminogena che è il proibizionismo sulle droghe, che trasforma i consumatori in fuorilegge, i tossicodipendenti in criminali.” Ricordando inoltre che: “ Sono oltre 28 mila i detenuti per violazione della legge sugli stupefacenti, mentre 553 mila sono i consumatori che in questi anni hanno subito procedimenti amministrativi e penali per mera detenzione di droga.”
Morire di carcere: Giuseppe Uva, Graziano Scialpi, Marcello Lonzi e i tanti senza nome- intervista con Valentina Calderone di A buon diritto ( audio)
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