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Articolo 21 - Editoriali
La Tv inutile
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di Aldo Grasso

da Corriere della Sera
 Che stupidi, ci eravamo fatti lâ??idea che la tv italiana trasmettesse in diretta la cerimonia del D-Day, che è pur sempre il giorno in cui gli Alleati sbarcarono in Europa e ci liberarono dalla dittatura. Che stupidi, ci eravamo messi lì, davanti al televisore, convinti che almeno una rete si sarebbe collegata con Arromanches, in Francia, per mostrare le immagini del Giorno per eccellenza, la ricorrenza dellâ??inizio della liberazione. E invece niente, niente di niente. Ma che tv abbiamo? Ma perché nessuna rete ha sentito il bisogno di dare rilievo a una manifestazione così importante? Sì, certo, bastava avere il satellite e un poâ?? di dimestichezza con le lingue per vedere tutto, ma proprio tutto. Cnn , Fox News, Sky News, Sky Tg24, persino Rai News 24 hanno coperto lâ??evento come meglio non si poteva e, credetemi, ne valeva la pena: i mezzi militari dâ??epoca, i reduci, le fanfare, le spianate di croci bianche dei cimiteri militari, le parate, i discorsi, gli aerei, le cornamuse, i figuranti, i cori, i filmati, la rappresentazione di quei giorni, le lettere dei veterani, le struggenti canzoni di Edith Piaf, la commozione, Bush e la regina dâ??Inghilterra, Putin e Blair, la Normandia tutta in festa. Raramente il video ha offerto uno spettacolo così solenne e carico di significati.
Pazienza Mediaset, che è un network commerciale, ma la Rai, cosa ha fatto la Rai generalista, la Rai del Servizio pubblico, la Rai che ha il compito istituzionale di venire incontro a quel pubblico penalizzato dal divario tecnologico? Raiuno, Raidue e Raitre hanno di fatto ignorato il D-Day: se ne sono occupati nei tg, ma non è la stessa cosa. Hanno preferito dare spazio a Paolo Brosio e Gianfranco Vissani, al riciclaggio di vecchi Fantastico , al commissario Kress, a un signore che è andato in motocicletta da Venezia a Sidney, Australia. Câ??era da ricordare Nino Manfredi (comâ??è giusto) ma lâ??idea è che tutti abbiano approfittato dellâ??occasione per affollare lo schermo di film e fondi di magazzino.
Eppure non sarebbe stato difficile aprire una finestra sulla cerimonia, simboleggiare il Giorno più lungo, spiegare agli italiani, a quelli che lo hanno dimenticato, ai molti che non sanno, il significato di Omaha Beach: senza quello sbarco oggi non potremmo riempirci la bocca dâ??Europa, visto che siamo alla vigilia delle elezioni. Eâ?? vero, lâ??Italia, al contrario della Germania (che era il «Nemico» come noi, probabilmente più di noi), non è stata invitata alla festa dal presidente Chirac, subendo unâ??umiliazione che ci mortifica sullo scenario internazionale. Ma questa non è una ragione sufficiente per ignorare un tale evento. Se il nostro fosse un Paese con più spiccata sensibilità civile, qualche poltrona di Viale Mazzini oggi traballerebbe. Fantasie.
La cerimonia si è conclusa con queste parole, rivolte in particolare agli americani: «Ricordatevi che qui ci sarà sempre qualcuno che non dimenticherà il vostro aiuto». Se qualche giovane antiamericano, uno di quelli che aggiunge una doppia «S» alla bandiera a stelle e strisce, avesse assistito alla cerimonia forse oggi nutrirebbe qualche dubbio in più. A volte la tv, meno codarda o svagata di questa, si è assunta responsabilità formative.
Per la cronaca, va ricordato che la Rai ha celebrato qualche giorno fa il D-Day con La Storia siamo noi di Rai Educational (al mattino presto) e sabato sera con Ulisse (Raitre), che ieri sera La 7 ha ricostruito la battaglia di Cassino, che RaiSat Premium ha proposto uno speciale sullo sbarco in Normandia. Ma qui siamo già sul satellite, il vero cantore dellâ??operazione Overlord, il più grande sbarco militare della storia. Lo hanno raccontato con dovizia di filmati e ricostruzioni National Geographic Channel, The History Channel, Discovery Channel, Duel Tv e soprattutto Studio Universal con una maratona di film che si è conclusa, alle 21, con Salvate il soldato Ryan di Steven Spielberg.
Da ieri, grazie anche alla nostra tv, siamo dei bei provincialotti, un poâ?? più isolati e un poâ?? meno europei. Da mesi, il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri ci intontisce con il digitale terrestre: ma se qualcuno non pensa anche ai contenuti a chi dobbiamo rivolgerci, allo «squalo» Rupert Murdoch?
www.corriere.it/grasso

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