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"C'è grossa crisi", ma "lassù qualcuno ci ama"
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di Reporter senza rete

"C'è grossa crisi", ma "lassù qualcuno ci ama"

È un cliché già visto negli ultimi giorni. Nell’attesa della sua apertura formale, la crisi resta in primo piano e tutti i notiziari continuano a riportare dichiarazioni, prese di posizioni e contrasti: insomma fanno cronaca. La7 si è dimostrato il più analitico far i TG presentando i vari scenari. Per Studio Aperto invece un commentatore  politico sui generis, Vittorio Sgarbi che parla e sparla di tutto e tutti facendo perfino l’imitazione di Bersani. Il TG3 dedica i suoi primi 3 titoli alla crisi; per Emilio Fede interrogativo retorico in apertura: ma che si va verso la crisi? L’ulteriore intervento, il terzo in tre giorni di Napolitano, viene colto fin dai titoli del TG3 e TG7; e il TG2 vi dedica un servizio all’interno. E proprio al Capo dello Stato e al suo ruolo crescente nell’attuale,concitata fase politica, dedichiamo il nostro spazio del commento, aiutati dal professor Nicola Tranfaglia, storico e saggista. 
Ampio spazio, nella quotidiana polemica tra informazione e politica all’ulteriore attacco del DG Masi a “Vieni via con me”: titoli e servizi per TG2, TG3 e TG La7.
Studio Aperto, TG2 e TG4 tornano ancora sul delitto di Avetrana. Quasi tutti i notiziari parlano dell’attesa per la liberazione del premio Nobel Aun San Suu Kyi.
Il TG4 oggi non contribuisce a sollevarci il morale comunicandoci in un titolo che i tasso della felicità degli italiano e in ribasso. Ma c’è chi sta peggio: i giapponesi.


Il commento del professor Nicola Tranfaglia storico e saggista.

(intervista di Alberto Baldazzi)

Professor Tran faglia, l’altro ieri Napolitano interviene sulla mancanza di concretezza della politica, ieri sulla necessità che la politica scelga sul tema dei tagli non orizzontali nella finanziaria. Oggi un testo del Quirinale molto duro nei confronti di Gasparri che aveva accusato Napolitano di essere contrario ai sacrifici che invece il paese deve affrontare. Qual è il ruolo che sta occupando nelle ultime settimane il nostro presidente della Repubblica?
Io credo che il Presidente della Repubblica in queste ultime settimane abbia ritenuto di dover ricoprire un ruolo più attivo di la difesa della costituzione e di una democrazia funzionante. Di fronte a fatti di estremismo e di mancanza di responsabilità. Questa mi sembra la scelta del Presidente della Repubblica che interpreta,  a mio avviso, assai bene quelle che sono le esigenze da una parte, dei nostri principi costituzionali, dall’altra del funzionamenti di una democrazia moderna.

Napolitano è stato fatto oggetto di attacchi, soprattutto fino alla penultima fase,  perché oramai si sono moderati gli atteggiamenti aggressivi nei confronti del Quirinale, visto che la crisi si fa più dura. Però si potrebbe anche dire che soprattutto gli ultimi interventi sono anche di tipo paterno, fanno riferimento a un buonsenso che la politica, prima ancora di altri elementi, avrebbe perso. 
Certo. C’è stata da parte sua una capacità forse maggiore che in passato di interventi precisi e tempestivi su una crisi che è diventata più grave e che non è soltanto una crisi economica ma è anche una grande crisi politica della Repubblica e che oggi richiederà al più presto una soluzione.

Siamo dunque in buone mani per le prossime settimane, a suo giudizio?
A mio giudizio siamo in buone mani, perché mi sembra che il capo dello Stato abbia compreso in pieno la crucialità del momento e la necessità di ricoprire un ruolo che di fronte ai contrasti interni al Governo e alla difficoltà tra i vari leader politici, soltanto lui come custode supremo della Costituzione e come arbitro della politica poteva ricoprire.


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