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i TG addentano i pochi "ossi" della politica: ancora 27 giorni prima della crisi
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di Reporter senza rete

i TG addentano i pochi "ossi" della politica: ancora 27 giorni prima della crisi

Politica, politica e ancora politica nelle titolazione e nei servizi dei TG di prime time. Tutti cercano di addentare i pochi “ossi” che la giornata fornisce, compreso il tanto atteso videomessaggio di Fini che non ha spostato di una virgola il bilancino della politica nazionale.” Scopriamo”, così, da tutti i Tg che Bossi preferirebbe il voto subito; che il Pdl punta ancora alla maggioranza alla camera in quel fatidico 14 dicembre e che Bersani richiama alla responsabilità di fronte alla nuova tempesta finanziaria, seguito in questo da Casini, ospite in diretta dl TG 1. Emilio Fede, sempre in diretta, ospita invece Alfano.
L’arresto di Iovine ancora al centro dei commenti; sono soprattutto Tg 4  e Tg 1 che ritornano sui successi della lotta alla criminalità organizzata e sul  ruolo del Governo.
Il TG La 7 ed il Tg 3 affrontano anche in termini di scontro politico all’interno della maggioranza la questioni rifiuti, con il ministro Fitto che incassa il no delle regioni del Nord sull’ipotesi di assorbimento di parte dell’immondizia napoletana. Il Ministro Castelli motiva il rifiuto con le accuse di “mafia” lanciate alle regioni settentrionali.
“Vieni via con me” ritorna in alcuni titoli e servizi; è il caso di Tg La 7, e del TG2 che però  questa sera dà spazio non a Maroni, ma agli ambienti cattolici che denunciano, anche loro, una mancanza di contraddittorio sui temi bioetici. Nel commento torniamo su Fazio e Saviano con Carlo Verna, Segretario Usigrai , che analizza e commenta i risultati del referendum contro il Direttore Generale Rai, Mauro Masi.
Per chi li avesse persi, una rassicurazione: anche stasera Studio Aperto ci parla fin dai titoli degli extraterrestri che sono tra noi; anche stasera, poi, Tg 4 torna a descriverci gli addobbi natalizi in Italia e in Europa.


Con Carlo Verna, Segretario dell’Usigrai, è impossibile non partire dai risultati del referendum su Masi arrivati ieri: una sintesi, un giudizio.                                                                                                                                       “Mi sembra che la notizia sia nel numero: 1314 giornalisti hanno detto No alla fiducia a Masi, ossia hanno, per la prima volta nella storia, sfiduciato il Direttore Generale della Rai. Credo che il commento migliore l’abbia fatto, su La Stampa, Mattia Feltri, che ha parlato di complotto comunista – Pd – Pdl – leghista, cioè di tutto l’universo mondo, perché è evidente che 1314 voti non possono essere riferibili né alla  dirigenza dell’ Usig Rai né ad una piccola componente del corpo sociale dei giornalisti, ma ad un diffuso sentimento di sfiducia che c’è nei confronti del Direttore Generale. Sottolineo, anche per spezzare una lancia dal punto di vista umano verso questo manager che dirige male , forse senza avere un background di conoscenze specifiche, un azienda come la Rai, che evidentemente, questa sfiducia nei suoi confronti colpisce qualcuno che ha gestito molto male, ma che, naturalmente,  non può essere l’unico responsabile di una situazione Rai complessivamente difficile e sulla quale bisogna intervenire al più presto. Tanto  è vero che noi abbiamo chiesto alla politica, se la legislatura dovesse andare avanti, che sia messo subito all’ordine del giorno il tema “norme per il rilancio del servizio pubblico radio – televisivo” e quindi di parlare di governance, di natura giuridica della Rai, e di risorse e dell’evasione del canone, che è quasi al 30%”.

Verna, allarghiamo un po’ il quadro: la televisione, l’informazione, diventano sempre più, criticamente, centrali nel panorama del dibattito, anche politico, della nostra società. Gli ultimi fatti, le vicende, le polemiche relative a Saviano e lo scontro tra Maroni e Saviano dimostrano comunque che la “cattiva Tv” si può curare solo con la “buona Tv”: questo è anche il suo giudizio?                                                                                                              “Sì. Non c’è dubbio che il fenomeno di “Vieni via con me” è un fenomeno che va analizzato da molti punti di vista, e certamente la televisione diventa centrale rispetto ad un dibattito perchè produce qualcosa che, a sua volta, produce un dibattito che poi la televisione, assieme agli altri mezzi di comunicazione di massa, va a raccontare. Diciamo che “Vieni via con me” è un grande fenomeno, ed io penso  sia una sorta  di  televoto dei cittadini italiani su quello che si cerca di “non far vedere”, cioè tutto quello che non vediamo sui telegiornali: questo sistema, fortemente permeato dal conflitto d’interessi, che vuole far apparire la nostra Italia come il paese bellissimo, tranquillissimo, serenissimo , che  - in realtà – al momento non è. Resta bellissimo, ma io vi parlo da Napoli: si può dire che è una città bellissima, ma non si può non vedere quei cumuli d’immondizia che si era detto fossero stati in qualche modo spazzati via. La gente non ne può più di quelle  trasmissioni,  e mette nel mirino  chi vorrebbe una Tv “minzolinizzata”. In qualche modo, con gli ascolti, si esprime una sorta di televoto per quegli autori che sono stati osteggiati da Masi: penso a Santoro, a Saviano e Fazio, alla Gabbanelli, cui si voleva togliere la  tutela legale,  sono proprio gli autori che riescono ad essere maggiormente seguiti, non solo perché fanno una buona Tv. Però un qualche distinguo lo farei:  quando si riesce a far bene ed a catturare molte attenzioni perché si propone qualcosa di diverso da un’offerta fortemente omologata, poi si rischia di tracimare un poco. Se vuoi il mio parere, io mi sento un … “ultrà del pluralismo” e credo, francamente, che alcuni passaggi dell’ultima trasmissione di “Vieni via con me” dovevano essere comunque caratterizzati da maggior pluralismo. Questo è  il mio appello: io ritengo che a Maroni dovrebbe essere consentito di fare l’elenco dei latitanti che sono stati catturati, perché è anche giusto che, quando una cosa vien fatta, e vien fatta bene, debba pur essere posta in evidenza , e non che ci siano solo voci critiche nei confronti di chi ha uno specifico ruolo”.

 


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