Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - INTERNI
Un "matrimonio" Casini-Berlusconi per garantire la stabilità?
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Adriano Donaggio

Un "matrimonio" Casini-Berlusconi per garantire la stabilità? Angelo Panebianco è considerato uno dei più autorevoli commentatori politici. Sul Corriere di domenica scorsa, “Le elezioni che verranno”, ci offre una somma di argomentazioni che in realtà hanno una base molto chiara e, se è consentito, discutibile. 1) Occorre garantire una stabilità parlamentare che eviti l’ ingovernabilità. 2) Casini deve proporsi per la leadership del centro destra. 3) Per ottenere questo occorre che il centro destra continui ad esistere e che non si disgreghi a causa degli esiti elettorali. 4) La soluzione passa per un cambiamento della legge elettorale che permetta di “incontrarsi, con diverse motivazioni. Berlusconi e Casini”.  Curiosa idea della democrazia (liberale?). Una specie di democrazia “a la carte”. Questi sono i due convitati, lo chef offre il menù delle diverse soluzioni elettorali. Che ciò possa essere utile o meno al paese, non è ben spiegato. Che si possa discutere su cosa si possa intendere per stabilità non è preso in considerazione. Di più. Tra i misteri gloriosi della stabilità emerge una considerazione: “Casini potrebbe anche trarre ispirazione dalle sagge parole pronunciate recentemente su questi argomenti dal cardinale Camillo Ruini”. Un povero cristiano si aspetterebbe che gli uomini di Chiesa prendessero la parola per sostenere la propria fede e non capisce bene perché debbano pronunciarsi sui voti del parlamento, sulla legge elettorale. A volte, per la verità, quando sente parlare questo Ruini, questo Fisichella, questo Bertone, si chiede se qualche anima malevola e maldisposta quando parla di atei devoti, non pensi più a loro che a uomini politici. Cattiverie da respingere. Ovvio.
Tuttavia, per quel che riguarda il cardinale Ruini, non è possibile rinunciare a porsi una domanda. E’ stato Presidente della Conferenza episcopale italiana dal 1991 al 2007, nei cinque anni precedenti ne è stato il Segretario. In pratica ha governato la Chiesa italiana per oltre vent’ anni. Non sarebbe più utile per lui, e per la Chiesa, se, invece di dare consigli televisivi sulle leggi elettorali dello Stato italiano, si interrogasse su un fatto grave: nei vent’ anni in cui lui ha governato la Chiesa, pur essendoci stato un Pontefice della personalità e della forza di Giovanni Paolo II, la Chiesa italiana ha assistito a una continua, rilevantissima, emorragia di fedeli praticanti, quale mai si era assistito nel passato. Un fenomeno, anche sociologicamente di assoluta evidenza. Solo colpa del mondo che è cattivo? O anche lui ha qualche responsabilità? Molti incontri tra vescovi alla Domus Marie. Ma poi? E  con questo bilancio nel suo campo specifico viene ora a dare consigli a noi in un campo che non è il suo?
Ma torniamo a Panebianco. Quando parla di stabilità temiamo ci sia un equivoco o forse abbiamo capito male noi nel qual caso ci scusiamo. Ma giusto per capire vorremmo potergli porre alcune domande. Al momento in cui è stata eletta, la maggioranza che faceva capo a Silvio Berlusconi, aveva tutti i presupposti della stabilità (pur con qualche costo per la democrazia, dal momento che con i voti di circa un terzo degli aventi diritti al voto aveva una maggioranza, scissioni interne a parte, assoluta e sovrabbondante). Di questa maggioranza che ne è stato? Da sei mesi il paese è governato a sussulti per colpa della legge elettorale che non garantiva la stabilità? E poi. Di quale stabilità parliamo? Di quella che si accaparra voti alla bisogna perché non sa gestire i propri conflitti interni? E’ una buona stabilità quella di forze politiche che vedono tra i loro esponenti, un ministro condannato con sentenza passata in giudicato, un esponente per il quale è stato chiesto ‘ l’ arresto, un altro già condannato con sentenza di secondo grado, altri indagati per reati più o meno gravi. Ovviamente per tutti coloro che sono già stati giudicati in via non definitiva, o anche per gli indagati vale la presunzione di innocenza e, per tutti, anche nell’ interesse del paese, ci auguriamo che la loro innocenza venga riconosciuta dalla magistratura. Certo però che la situazione non è brillante. Questo per dire che il problema non è solo quello di cambiare la legge elettorale, cosa che pure è necessaria. Non è solo con questa che si assicura con governo stabile, efficiente, autorevole, credibile, utile al paese.
Per finire due ultime domande a Panebianco. E’ proprio sicuro che gli uomini del Pdl siano disponibili, ammesso che Berlusconi lasci, ad accettare la leadership di Casini?  Le guerre di successione, come la storia insegna, non sono mai pacifiche, né tantomeno scontate. Da ultimo. E’ sicuro Panebianco che Berlusconi non vada alle elezioni per prepararsi tra due anni alla Presidenza della Repubblica. E lui, se è il quadro è questo, pensa di risolvere il problema della stabilità di governo con la sola ingegneria elettorale, con Casini pensato come un’ iniezione di Gerovital? Ci permettiamo di fare un ipotesi. La soluzione dei problemi non può essere studiata prendendo un settore (la legge elettorale). Qui bisogna capire i processi sociali in atto, le dinamiche dei processi sociali (anche quelle interne ai partiti) e capire come questi processi si possono governare, portare a maturazione. E’ facile proporre schemi, anche colti, anche ragionati, ma oggi viviamo in una società complessa, frammentata, tesa, difficile.
Non sarà certo un provvedimento legislativo, pur necessario e tutto da discutere, speriamo non solo in funzione di un governo Berlusconi-Casini (sarebbe democrazia liberale questa?) a garantire la stabilità e la sana vita economica e sociale del paese. Panebianco è una persona seria e accreditata. Ma non è dalla mente di una persona sola, da segmenti di pensiero, che può venire la soluzione di problemi  complessi. Neanche da un’ intelligenza colta e pensosa come la sua.Oggi il Cern di Ginevra è certamente diretto da personalità di rilievo, ma raggiunge i risultati che raggiunge perché nessuno pensa di poter pensare da solo. A maggior ragione questo vale per l’ ingegneria sociale. Suggerendo schemi non si va né avanti, né lontano.

Letto 2566 volte
Dalla rete di Articolo 21