Articolo 21 - CULTURA
Per Jafar Panahi, rimettiamo in circolazione "Il cerchio"
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di Maurizio Sciarra
Precisa come un orologio, quando, come ci hanno insegnato, la pressione internazionale sembrava calata, arriva la sentenza per Jafar Panahi. Odiosa e violenta, cattiva nelle forme e nella sostanza. Sei anni sono lunghi, ma 20 senza fare film sono un’eternità! E togliere i film ad un regista, è come condannarlo a restare per 20 anni in una cella buia. Tutta la comunità del cinema si è stretta dal’inizio intorno al regista iraniano, e l’Italia ha fatto la sua parte. In concomitanza con le mobilitazioni internazionali, registi e cineasti italiani sono stati tra i primi a esprimere la propria solidarietà Ci si era spinti fino al sogno di chiedere tutti un visto per andare in Iran e manifestare così la nostra vicinanza anche fisica a Jafar.Perché lo sentiamo anche un po’ nostro. “Il Cerchio”, coprodotto da Italia e Svizzera, ha visto un produttore italiano, Lionello Cerri, contribuire alla realizzazione del film.
La Federazione dei registi Europei, FERA, si è espressa ieri con un comunicato internazionale di sdegno e solidarietà. Io, rappresentante italiano del Comitato Esecutivo, riprendo anche qui i sentimenti che animano i registi europei, e chiedo di nuovo atti di solidarietà ed attenzione verso le sorti di Panahi.
Sarebbe bello rimettere in circolazione proprio “Il Cerchio”, organizzare dove possibile proiezioni e dibattiti, chiedere alle televisioni, tutte, pubbliche private, di trasmettere i suoi film, magari seguiti da incontri con iraniani residenti in Italia.
Ma sarebbe bello che il nostro Governo si esprimesse, con voce forte e chiara, contro le scelte del Governo iraniano, liberticida e violento.
Noi saremmo lì a sostenerlo, questa volta!
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