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Articolo 21 - Editoriali
Se volete cantare Bella Ciao
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di Furio Colombo

da L'Unità

Speriamo con tutto il cuore che il secondo turno delle amministrative confermi il primo: tutti i seggi al centro sinistra, perché il centro destra ha governato male, perché Berlusconi deve sapere, come ha saputo nelle elezioni europee e nelle amministrative che si sono concluse al primo turno (come le splendide vittorie di Bologna e di Bari), che non câ??è più molta domanda di un prodotto che consiste esclusivamente nelle maniacali esibizioni di un miliardario ossessionato con se stesso. Ieri, affrontato duramente da Fini e Follini, il miliardario ha detto con rabbia e candore: «Per colpa vostra ho perso le elezioni». La ragione è falsa, perché la colpa è sua. Ma è importante che la frase sia stata pronunciata.
Dunque siamo in ansiosa attesa che lâ??esito finale del ballottaggio confermi dovunque lâ??evento storico: Berlusconi ha perso le elezioni. Se questo accadrà, perché i cittadini, dovunque si riuniscano per celebrare, non dovrebbero cantare â??Bella ciaoâ?, canzone festosa e identitaria che produce legame e fiducia perché ricorda la grande conquista italiana della libertà per tutti? Ne parlo perché ieri nella sua lettissima rubrica, un commentatore cauto e misurato come Paolo Mieli ha scritto: «Chi intona â??Bella ciaoâ? in riferimento a uno specifico contesto politico - cioè come citazione anche vaga della lotta partigiana contro il regime fascista di Salò - avrebbe poi il dovere di essere conseguente». Un ammonimento grave che vuol dire, come minimo, andare in montagna, clandestini e armati, in attesa di scendere a valle â??per conquistare la nostra libertàâ?. E conclude: «Ragion per cui mi sento di raccomandare - in vista di probabili vittorie ai secondi turni, domenica prossima - un modo più sorvegliato di esprimere legittima gioia». Curioso Paese quello in cui il proprietario Berlusconi può celebrare ciò che vuole, quando vuole, nel modo che gli piace di più. Ma la sua opposizione deve limitarsi a pacati battimano. Ricordate il costoso trionfo con fondali finti di Pratica di Mare? Non era successo niente, ma per giorni si è celebrato â??lo statista Berlusconiâ? per avere dato una pacca sulla spalla a Putin e una a George Bush, che sono però rimasti esattamente alla stessa distanza (e anzi antagonisti, sulla guerra in Iraq).
In questo stesso Paese viene considerato di cattivo gusto se in una piazza di Bologna, in occasione di una molto attesa e desiderata vittoria per riconquistare il governo della città, la gente in festa intona lâ??allegra canzone dedicata alla libertà. Francamente non vedo perché si violerebbe il â??bon tonâ? elettorale, cantando â??Bella ciaoâ?, e un poâ?? mi meraviglio che un commentatore ricco di memoria e di esperienze come Mieli non si sia ricordato di â??We Shall Overcomeâ? (traduzione alla buona â??alla fine ce la faremoâ?). Ã? un canto religioso di speranza degli schiavi (dunque si può immaginare quanto drastico e dolente fosse il riferimento alla libertà) divenuto lâ??inno delle marce per i diritti civili, ma non mi ricordo che qualcuno abbia rimproverato a Martin Luther King di non essere più schiavo, trasformatosi nel 1968 nel canto-bandiera dei giovani dimostranti contro la guerra nel Vietnam, e nessuno a dire a quei ragazzi che non erano né neri né schiavi o che questa volta volevano solo la pace. Ai giorni nostri il canto di â??We Shall Overcomeâ? si ascolta in tutte le occasioni (soprattutto in scuole e campus universitari) in cui tanti o pochi, una massa o una minoranza, reclamano qualcosa di importante o celebrano un risultato che conta. Per esempio si canta moltissimo per protestare contro i divieti ottusi (vedi la questione della ricerca sulle cellule staminali) del cristianesimo fondamentalista, nella ricerca e nellâ??insegnamento. Sembra chiaro che i ragazzi americani non devono tornare nella capanna dello zio Tom per cantare lâ??antica e gloriosa canzone della loro libertà. E non câ??è bisogno di andare in montagna, domenica sera, in caso di sconfitta di Ombretta Colli e di vittoria del candidato di centrosinistra Penati, mentre tanti si augurano che quel voto locale a Milano sia lâ??inizio della fine del regime mediatico di Berlusconi. Basterà cantare â??Bella ciaoâ? in segno di saluto e di piccola celebrazione, nella piazza del Duomo a Milano e, sperabilmente, nelle piazze di Vercelli, di Piacenza, di Bergamo. Ad alcuni di noi la memoria partigiana sembra perfettamente intonata a una festa. E poi è un canto che porta bene.

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