La settimana è iniziata sotto il segno del gufo. Moodys ha preparato il lunedì prospettando il rischio di default multipli per i paesi della zona Euro. Il Financial Times nello stesso giorno ha aperto la sua edizione online del mattino facendo i conti in tasca alle banche europee. Tra il dare e l’avere delle obbligazioni emesse e di quelle sottoscritte si evidenziava un buco prevedibile di circa 200 miliardi di euro. Il Fondo Monetario faceva sapere che non aveva in batteria nessun prestito speciale per Italia e Spagna. Dalla sua sede di Parigi, intanto, l’OCSE rivedeva al ribasso le stime, dando per certa la recessione nei paesi della zona euro. Nonostante ciò, Le borse hanno brindato con rialzi record trainati guarda caso proprio dal settore bancario.
Probabilmente il volo dei gufi impedisce quello delle Nottole. La Nottola di Minerva, simbolo della ragione, scriveva Hegel, si alza solo al tramonto, quando cioé tutto è finito, può solo spiegare perché le cose sono andate in un certo modo, ma, finché dura l’azione, la ragione è assente, e la nostra povera testa è destinata a non capire.
In realtà le spiegazioni abbondano e sono tutte buone, e nessuna. Io scelgo quella che mi sembra più capace di dare risposte soddisfacenti alle domande che girano. La novità più rilevante riguarda lo spread. E’ sceso. Non perché in Italia le cose vadano meglio, al contrario. Oggi i BTP triennali sono stati collocati al tasso record di 7,89 e quelli decennali al 7,56, confermando la pericolosa geometria della curva invertita sui rendimenti. Lo spread va giù perché i rendimenti sul bund tedesco si sono rialzati. La forbice tra i titoli meno buoni e quelli migliori in Europa si è ristretta. Nel senso che stiamo tutti peggio. Il movimento è appena accennato ma rappresenta una inversione di tendenza. Non accadeva da Agosto, da quando cioé, la BCE ha iniziato il suo programma di acquisto di titoli italiani e spagnoli mentre il governo Berlusconi tesseva manovre la sera per disfarle la mattina nella costernazione generale. Significa che i mercati stanno iniziando nuovamente a percepire la zona Euro come un insieme destinato a durare e non come una serie di vagoni condannati a staccarsi l’uno dall’altro.
Bicchiere mezzo pieno? Può darsi. Come diceva l’eroe di un vecchio western all’italiana “degli ottimisti sono piene le fosse” però, l’impressione generale, tra gli operatori sui mercati, tra le grandi firme di politica internazionale, tra gli osservatori autorevoli è che “In Europa qualcosa si muove”, di questo qualcosa l’Italia è parte e che questo qualcosa accadrà presto. Il peggioramento del rendimento tedesco indica che la Germania sta per assumersi una parte del rischio che grava sui bond di tutti, che il rigore richiesto andrà di concerto con una mano protettrice per i deboli. Vedremo stasera, a conclusione di un Eurogruppo cruciale appena cominciato.
*Luca Gaballo - Rainews