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2011, anno della svolta
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di Stefania Pezzopane*

2011, anno della svolta

Il 2011 dovrà essere l’anno decisivo per la ricostruzione dell’Aquila. Dovrà essere l’anno della svolta, l’anno delle decisioni definitive e concrete. Ci aspettiamo che il governo, dopo tante promesse e tante parole, faccia davvero il miracolo e approvi una legge che renda meno precaria la condizione dei cittadini aquilani e degli abitanti del cratere. Una legge che fissi regole certe, che stanzi risorse vere e dica una parola definitiva soprattutto sulla questione tasse. Non vogliamo l’elemosina, non vogliamo provvedimenti last minute, che prorogano di sei mesi in sei mesi la restituzione delle tasse, non vogliamo sentirci dei miracolati per avere “ricevuto dall’alto” un’elargizione, che suona come una generosa regalìa del principe sui sudditi. Non vogliamo che L’Aquila venga trattata come una Co.co.co, in eterna attesa di una soluzione a tempo indeterminato.
Non lo vogliamo a tal punto, che gli aquilani stanno raccogliendo le firme per una legge di iniziativa popolare per L’Aquila. Una proposta che dovrà essere uno stimolo per il Parlamento e il Governo.
Vogliamo che ci vengano riconosciuti i nostri diritti. Chiediamo lo stesso trattamento fiscale di Umbria e Marche. Il Presidente del Consiglio lo ha promesso pubblicamente, in una conferenza stampa del 26 novembre scorso, nel chiuso del suo Palazzo a Roma. Siamo ad un bivio. È arrivato il tempo che il governo imbocchi davvero la strada della ricostruzione, o dica apertamente che non è in grado di mantenere le promesse.
Il 2011 dovrà essere l’anno in cui tutti gli aquilani tornino ad avere un tetto vero sulla testa. Ci sono ancora oltre duemila persone sistemate negli alberghi della costa, altre sono ospitate in caserme. Il Comune dell’Aquila attende dal mese di giugno i 50 alloggi del Fondo Immobiliare che ci erano stati promessi dal Governo e dal Presidente della Regione, nonché Commissario per la Ricostruzione Gianni Chiodi. Potrebbero essere una soluzione per le famiglie con gravi disagi, che vivono ancora in una stanza d’albergo, con tutti i risvolti che questo comporta. 
Il 2011 dovrà essere l’anno della Zona Franca. Altro provvediento di cui si parla da tempo. Sentiamo dirci da mesi che il testo è all’esame di Governo ed Unione Europea, ma sembra che la tanto attesa boccata d’ossigeno per le nostre imprese e le attività commerciali si sia persa nella notte dei tempi.
Nel frattempo molte attività hanno abbassato le saracinesche e continuano a non ricevere alcun aiuto dal governo.
Il 2011 non dovrà essere l’anno di un cinico federalismo fiscale, che rischia di penalizzare paradossalmente proprio le città che hanno bisogno di più aiuto. Se dovesse andare in porto la riforma, L’Aquila si vedrebbe tagliato il gettito fiscale del 66%. Siamo all’assurdo.
Ci lasciamo alle spalle un 2010 con la brutta figura del Governo che prima seduce, poi abbandona L’Aquila sulla questione delle tasse, con gli alloggi del progetto C.A.S.E. cha cascano a pezzi e la Protezione Civile, anziché incalzare le ditte costruttrici, fa lo caricabarile. Ma chiudiamo l’anno con la consapevolezza che il 2011 non sarà l’anno del “cappello in mano”. La classe politica locale, a testa dritta, dovrà saper far valere le ragioni di questa città, che ha lottato e continua a lottare con dignità.

*Assessore Comune dell’Aquila Politiche Sociali ed Abitative


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