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I pastori "fermati sul bagnasciuga". Vilipendio della Costituzione
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di Ottavio Olita

I pastori "fermati sul bagnasciuga". Vilipendio della Costituzione

Con l'ordinario strabismo - o miopia - che caratterizza l'esame di alcune vicende italiane da parte del centro verso la periferia (senza grandi differenze tra mondo politico, dell'informazione, della cultura), è passata praticamente inosservata la repressione che nella settimana conclusiva del 2010 c'è stata dell'iniziativa dei pastori sardi che, sbarcati a Civitavecchia in circa 200, cercavano di dirigersi verso Roma per andare a rappresentare, legittimamente, le proprie istanze. Applicando un motto caro a Mussolini, ma che il duce del fascismo non fu in grado di attuare, la polizia ha fermato "sul bagnasciuga" le pericolose orde nemiche: posti sotto sequestro gli autobus noleggiati, agli allevatori è stato impedito persino l'acquisto dei biglietti ferroviari per raggiungere la capitale.

Bloccati in porto e ripartiti la sera per la Sardegna, i pastori, al loro rientro, hanno espresso la loro indignazione contro quella aperta, dichiarata, decisa violazione di sacre norme di libertà sancite dalla Carta Costituzionale. Proteste dall'isola, ordine del giorno del Consiglio Regionale, qualche interrogazione parlamentare. Poi è arrivato San Silvestro, l'inizio dell'Anno Nuovo e l'Epifania che, insieme con tutte le feste, si è portata via anche la memoria di quell'applicazione dell'enunciato teorico fatto solo pochi giorni prima da Gasparri che, giova ricordarlo, non indossa più i panni del picchiatore fascista, ma quelli del capogruppo in Senato del PdL. Il senatore ne aveva parlato per consigliare come condurre la repressione contro gli studenti, le forze del'ordine hanno utilizzato il "consiglio" per colpire una parte della società più debole, per di più rappresentativa di una realtà economica, politica, demografica poco significativa come la Sardegna.

Perché, invece, è una follia dimenticare quel che è accaduto? Perché è l'altra faccia - questa immediatamente operativa - di quanto si sta tentando di fare dal punto di vista normativo, sulla pelle degli operai della Fiat. Palpitanti gli appelli firmati tra i primi da don Andrea Gallo, Margherita Hack, Andrea Camilleri, Gino Strada, Dario Fo; illuminante anche l'analisi proposta su questo sito da Vincenzo Vita. "La Costituzione vilipesa": cosa di diverso è accaduto ai pastori sardi? Su questo stesso sito si ragiona su come costruire un'aggregazione, un polo di cittadini democratici che operino per la ricostruzione del Paese. Credo che uno dei nostri impegni principali debba essere un no deciso, senza incertezze a forme di accomodamento intorno ai principi della Carta Costituzionale. L'accomodamento, l'aggiustamento, l'adeguamento è l'altro aspetto del berlusconismo, apparentemente meno arrogante, altrettanto pericoloso.

Ci sono principi, regole, diritti e doveri non negoziabili: è su questo che si regge il patto su cui è stato costruito il nostro Stato Democratico, tutto lo Stato, tra cittadini uguali davanti alla legge, provenienti da qualunque regione, estrazione economica, culturale, religiosa, politica. In quale organizzazione che si dica democratica potrebbe farsi largo un'idea di contrattazione su questi valori? Oppure dobbiamo rischiare di scimmiottare alcune indecenti prassi leghiste relative, ad esempio, a certi aspetti del federalismo fiscale?

Anche su quello finiremo per trattare? Ritroviamo completamente la nostra identità e battiamoci per difenderla; prestiamo attenzione alle tante diverse italie discriminate, dimenticate, tenute nascoste; vigiliamo sull'applicazione di uguali diritti agli immigrati, ai braccianti, agli imprenditori, agli avvocati. Questo dovremmo fare per ritrovare una vitalità persa nell'inseguire posizionamenti di potere, strategie esclusivamente mediatiche, inutili corteggiamenti a chi ha posizioni politiche diverse se non proprio distanti. Ritorniamo ad essere la parte politica che si batte per i giovani, per il miglioramento del Paese sul piano economico, culturale, della ricerca, in grado di ragionare ad esempio sulla globalizzazione per governarla e non solo per subirla passivamente, tanto che ci viene imposta l'dea della necessità di limitare i diritti costituzionali.

E riprendiamo ad indignarci, a protestare, a far ballare quelle autorità che violano la Costituzione, come il Ministro dell'Interno o il Questore che hanno sequestrato i pastori a Civitavecchia. Certo l'autorità giudiziaria sta indagando, ma dov'è la risposta politica?


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