Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - INTERNI
Fiat: Cofferati, "una grande azienda complessa come Mirafiori non può essere gestita ignorando un dissenso così ampio"
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Gianni Rossi

Fiat: Cofferati, "una grande azienda complessa come Mirafiori non può essere gestita ignorando un dissenso così ampio"

Con il 54% di SI e il 46% di NO i dipendenti FIAT Mirafiori hanno mostrato una grande dignità di fronte al rischio della perdita del proprio posto di lavoro. Non è stato facile votare liberamente col cuore e con la testa, in uno scenario mediatico che premeva tutto a favore del SI e che negava spazi di comunicazione al cosiddetto “fronte del NO”. Un’ulteriore prova di maturità della classe operaia, tanto dimenticata e bistrattata proprio dal regime mediatico autocratico del “berlusconismo imperante”. Ne abbiamo parlato con Sergio Cofferati, europarlamentare del PD, già storico segretario generale della CGIL dal 1994 al 2002 e oggi  tra i promotori dell’Associazione “Libertà e Lavoro”.

Quali indicazioni si possono avere da questo voto?
“C’è una richiesta di tener conto con il voto della contrarietà e del disagio di moltissime persone, più di quante erano state stimate, immaginate. Formalmente, l’accordo è approvato. Ma una grande azienda complessa come Mirafiori non può essere gestita ignorando un dissenso così ampio, che soprattutto è concentrato in reparti e figure professionali che alla fine saranno quelle maggiormente interessate dall’applicazione dell’accordo.
La vertenza su Mirafiori resta, secondo me, aperta, non solo perché la FIOM proseguirà con la sua iniziativa non avendo condiviso l’accordo; ma anche perché nella consultazione si è evidenziato un dissenso ampio, del quale sono protagonisti quelli che dovrebbero gestire direttamente il cambiamento. Da Detroit dovrebbe partire la disponibilità ad una riapertura del confronto, se davvero a Detroit sta a cuore la gestione efficace di Mirafiori.”.

Per la FIOM  abbiamo assistito ad un isolamento mediatico e ad una sorta di ricatto politico,sindacale. Come lo giudichi?
L’attacco del quale è stato oggetto la FIOM è stato molto forte, ma non mi pare abbia lasciato tracce. Sarebbe una forzatura attribuite i voti contrari alla sola FIOM, ma è indubbio che quei voti ne sostengono l’orientamento e la linea. Il problema della rappresentanza semmai si pone per gli altri, che tutti insieme avevano un 80% ipotizzato, che invece non viene confermato dalle urne.”

Alcuni commenti sostengono che si è ripetuta la sconfitta della CGIL, come ai tempi dell’80, con la marcia dei quarantamila.
“No! Sono cose completamente diverse. Semmai vedo nel ridimensionamento dei diritti contrattuali e costituzionali, che l’accordo introduce, una regressione che riporta agli anni Cinquanta. Altro che innovazione!”.

Abbiamo assistito ad una divisione politica nella sinistra, specie nel PD. Quanto  ha contato?
“Non credo che abbia inciso in alcun modo; forse in maniera marginale. Le dinamiche che hanno influito sul voto sono di altra natura. Il problema vero per la politica è la sua marginalità in questi processi. Basta pensare al fatto che il governo non ha chiesto nemmeno all’azienda qual è il suo progetto industriale. Ben altro comportamento ha tenuto Barack Obama a proposito della Chrysler.”

Quali nuove regole potrebbero essere utili per uscire dalla crisi?
“Penso, e non da adesso, che era già nell’accordo sulla concertazione del ’93,  ovvero che sarebbe indispensabile una legge sulla rappresentanza, che fissi anche le modalità per la validazione delle piattaforme e degli accordi. Era un impegno scritto nell’accordo del 1993, che non è mai stato attuato.”

Si sostiene da molte parti che quanto è successo min FIAT sia un effetto necessario della globalizzazione.
“Non necessario, ma un effetto oggettivo, che però si può affrontare in tanti modi diversi. L’Europa, ad esempio, dice che il modello di competitività da mettere in campo deve essere fondato sulla conoscenza e sulla qualità dei prodotti e dei processi produttivi. Quello della FIAT è esattamente l’opposto: non ci sono nuovi prodotti, non c’è traccia di investimenti in ricerca; mentre si peggiorano le condizioni di lavoro delle persone e si riducono i loro diritti.”

Secondo te la FIAT resterà con testa e cuore in Italia o emigrerà a Detroit?
“A me la FIAT sembra già adesso un satellite di Detroit.”.

Il governo è stato assente o presente sotto altre spoglie?
“Il governo  è stato completamente assente. Il presidente del consiglio si è occupato di FIAT solo per dare il contributo alla drammatizzazione della consultazione referendaria, con parole inaccettabili da parte di un presidente del consiglio.”

E ora col sindacato così diviso e gran parte appiattito sul governo cosa succederà?
“Credo che sia indispensabile una coerente serie di iniziative politiche e sociali per la difesa dei diritti nel lavoro e che non si estenda il modello della FIAT. E spero che anche in FIAT vengano ripristinati i diritti oggi negati.”

Le manifestazioni del 28 gennaio cambieranno di significato?
“No! Erano manifestazioni che comprendevano nelle sue indicazioni sindacali anche il caso FIAT. Immagino saranno ancor più partecipate”.

Grande risultato del "no" nonostante squilibrio mediatico - di Giuseppe Giulietti e Stefano Corradino / Mai un referendum era stato sottoposto a una serie di pressioni così violente
di
Adriano Donaggio


Letto 3024 volte
Dalla rete di Articolo 21