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Finocchiaro: "Dobbiamo riprenderci la politica, fare la politica delle donne, oltre che le donne in politica"
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di Debora Aru e Gianfranco Bongiovanni

Finocchiaro: "Dobbiamo riprenderci la politica, fare la politica delle donne, oltre che le donne in politica"

Una piazza del Popolo colma come non ci si aspettava. Le strade della capitale bloccate. Traffico in tilt. Questo ha prodotto la manifestazione “se non ora quando”, l’iniziativa di domenica 13 febbraio promossa per difendere la dignità delle donne. Una manifestazione organizzata dalle donne, per le donne alla quale non sono però mancati anche gli uomini. Una chiamata recepita da circa un milione di persone in 200 città italiane ( ma anche all’estero) che, senza bandiere politiche, si è  riunito per ricordare a tutti che il Paese deve rispettare le donne. È importante sottolineare che non c’erano bandiere di partito dato che i soliti noti l’hanno definita una manifestazione faziosa, di parte, di una sinistra che si avvale di qualsiasi mezzo per abbattere Berlusconi. Articolo 21 ha intercettato uno dei volti di questa iniziativa: l’attrice Angela Finocchiaro.

Angela, com’è andata?
È andata benissimo, superiore a qualsiasi aspettativa,  anche se non ce n’erano,  perché le donne che hanno organizzato questa manifestazione hanno lavorato senza pensare a come sarebbe andata, avevano soltanto voglia di farla. È stato un regalo incredibile: sembra che in tutte le altre città d’Italia ci sia stata un’affluenza amplissima:  ad esempio a Milano è stata chiusa la metropolitana.

Quali sono stati i messaggi inviati da questo palco?
I messaggi sono stati tanti e meravigliosi. Da Susanna Camusso a suor Eugenia Bonetti, dall’onorevole Giulia Bongiorno, alla giovane precaria, la signora Allegra (Allegra è ovviamente il suo nome). Ognuno ha dato qualcosa di prezioso e unico.

Sabato, a Torino, una delegazioni di donne si è recata  alla sede del PDL per leggere il manifesto dell’iniziativa ed è stata aggredita. Alcune ragazze hanno accusato lo stesso candidato sindaco Maurizio Marrone di averle insultate e spintonate. Quattro donne sono state fermate e portate in questura. Come commenta questo fatto?
Chi ha agito in quel modo dovrebbe vergognarsi. Questa piazza è la dimostrazione che non c’è nessuno schieramento politico, noi siamo solo dalla parte delle donne.

Quello che è emerso è la difesa della dignità delle donne, anche da parte dei tanti uomini presenti in piazza. Ci sono già delle prossime scadenze, l’8 marzo (con una manifestazione nazionale per riprendersi la giornata internazionale della donna), e la costruzione degli Stati Generali delle donne. Qual è il percorso che ha già in mente il popolo sceso in piazza oggi?
In questo momento non sono in grado di dare indicazioni precise perché ora, questa nuova associazione, si dovrà confrontare, dovrà discutere. Ma c’è una sfida, lanciata da Alessandra Bocchetti: dobbiamo riprenderci la politica, fare la politica delle donne, oltre che le donne in politica. E io credo che il movimento femminista, che si è allontanato dalla politica perché essa aveva degli strumenti dai caratteri  maschili che non erano condivisi, debba metterci le mani. Se non si governa insieme, uomini e donne, non può funzionare, lo sguardo deve essere collettivo, i bisogni devono essere rispettati. E io spero che persone più strutturate di me siano in grado di presentarsi per entrare a far parte del Governo coi numeri. Abbiamo bisogno dei numeri.

Dalla piazza ora la sfida si trasferisce nel quotidiano…
Sul quotidiano ci sono già moltissime associazioni di donne che lavorano capillarmente nell’invisibilità più totale. Pensiamo a suor Eugenia Bonetti. Quella donna è una forza della natura, quando tutte andavano in pensione lei ha aperto una rete di case per liberare le donne dalla schiavitù della prostituzione. Bisogna far emergere tutte le associazioni che lavorano per migliorare la società e che ci sono altre donne che ci rappresentano e che devono andare a fare i conti laddove devono essere fatti.

(foto di Vincenzo Condorelli, Roma)  Missione Italia - di Suor Eugenia Bonetti* / Anche le italiane in Europa in piazza a dire "Berlusconi dimettiti"- di Laura Garavini*Non dimentichiamo le vittime della tratta- di Sabrina Caneva / Se ne parla anche in Spagna: "Un millón de mujeres dicen no a Berlusconi y al machismo"- di Miguel Mora (El Pays) / Se non ora quando? Video-interviste dalla piazza dal blog http://www.donneinnetwork.it/

 


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