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Articolo 21 - Editoriali
A un anno dallo sbarco in Italia parla Tom Mockridge, amministratore delegato della tv di Murdoch
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di Antonio Dipollina

Sky, il satellite in trincea . "Mediaset ci insidia? Noi siamo migliori, anche nel calcio"

da La Repubblica


MILANO -L´assalto di Mediaset? «Normale, e tra noi c´è grande collaborazione». Il satellite che continua a non fare il botto in questo paese? «Falso, stiamo andando verso i tre milioni di abbonati». Murdoch e Berlusconi s´incontreranno presto? «Non mi risulta, ma sono in ottimi rapporti e prima o poi si vedranno». Sky bisognosa di appoggi politici in un paese in cui tv e politica sono la stessa cosa? «Normale dialettica, le nostre strategie sono soprattutto televisive».
A un anno dalla sua nascita, Sky rilancia, tira fuori numeri da buona performance e si cala in trincea, con il suo amministratore delegato per l´Italia Tom Mockridge nella parte di quello che assorbe tutti i colpi e, come gomma, li rimbalza indietro. Mezza Italia è convinta che con il recente accordo di Mediaset con Milan, Inter e Juventus sul digitale terrestre, il cielo di Sky si sia oscurato di brutto. Sbagliato, dicono loro, succede in tutto il mondo che la competizione tra piattaforme arrivi a questi livelli, e in genere ? dice Mockridge ? alla fine vince la tv satellitare: «Non c´è un solo posto al mondo in cui si abbia la sensazione che il digitale terrestre batterà la tv sat». E spiega, Mockridge: «Abbiamo un prodotto incomparabile per qualità e quantità, non c´è solo il calcio, c´è il cinema e tutto il resto: non ci sono confronti. E questa sensazione per cui la gente starebbe pensando a una Sky ridimensionata non l´avvertiamo affatto, anzi avvertiamo il contrario». Va anche detto che dall´accordo di Mediaset con Inter, Milan e Juventus, Sky incassa il trenta per cento dei proventi ? circa dieci milioni di euro ? come incasserà la stessa percentuale dai futuri accordi di Mediaset con le altre squadre. E questo aiuta.
Ma allora non esiste la lotta tra giganti, ex amici? «Assolutamente no». Ci mancherebbe altro. Insomma, Mediaset ha fatto le sue mosse, ma Sky può offrire sempre di più al pubblico: otto canali nuovi, che diventeranno dieci ("E allo stesso prezzo di prima"), tutto il calcio in esclusiva ancora per un anno almeno, la nuova offensiva sul cinema: il recente accordo tra Sky e l´Anica, con finanziamenti cospicui per i nuovi film, nasce per di più da un curioso dato: i film che gli abbonati a Sky prediligono sono soprattutto quelli italiani. Fermo restando che in autunno parte un´invasione di prime visioni, tra cui "Gangs of New York". E fermo restando, proclama Mockridge come a chiudere la querelle sulla questione calcio, che il cinema sta diventando sempre più importante: «Dei nostri abbonati, il 50 per cento lo sono al pacchetto calcio, il 90 per cento a quello cinema».
E poi sport come se piovesse (Ilaria D´Amico è il volto principale), ma arriva anche una mini-invasione di reality, nel senso della trasposizione allargata di quelli in onda su Mediaset (Grande Fratello, La Fattoria e il nuovo Campioni, dedicato al calcio) e questo in effetti è un segnale di collaborazione. E l´ipotesi di lanciare per fine anno un canale in chiaro, generalista, giusto per rompere un po´ le scatole a Mediaset stessa? Molto ridimensionata rispetto a quanto si dice, e in effetti l´idea è piuttosto balzana.
Numeri. Gli abbonati dichiarati sono i 2.600.000 dell´ultima rilevazione, si punta ai tre milioni entro la fine dell´anno. Dove si sospira ancora di malinconia è nella penetrazione complessiva della tv sat, che da noi raggiunge oggi il 12 per cento delle famiglie mentre in posti come l´Inghilterra si viaggia intorno al 50 per cento. Fondamentale, intanto, continuare a ridurre le perdite lasciate dalla ex accoppiata Telepiù e Stream (quella nata per favorire il mercato?) che ammontavano complessivamente a cinquecento milioni di euro. Dalla gestione secca da parte di Sky, in un anno, le perdite prodotte sono state venticinque milioni di dollari, ampiamente preventivati secondo i responsabili.
Resta l´anomalia del caso italiano, quello che fa impazzire più o meno tutti quelli che tentano di metterci mano. Mockridge tenta di scherzarci su: «Sono un manager televisivo, ma in un anno da voi ho parlato soprattutto con politici e con presidenti delle squadre di calcio: in alcuni casi sono la stessa persona». Ma non rimpiange di essersi preso la grana della tv satellitare in un paese come l´Italia? «Per la politica, dice? No, guardi, stiamo lanciando Sky anche in Cina, e là ci sono difficoltà maggiori». Meno male. E questo valga da consolazione per tutti.

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