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Cronache da Lampedusa
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di redazione

Cronache da Lampedusa

Una gabbia a cielo aperto dove residenti e immigrati giunti sui barconi della speranza si sentono vittime dello stesso destino, l'essere prigionieri di una condizione marginale: gli uni come isolani lontani e ignorati nelle loro richieste “dal continente” gli altri perché stranieri in terra straniera. Le notizie che in questi giorni si sono susseguite senza soluzione di continuità raccontano di una bomba pronta ad esplodere ( dice il presidente della regione Sicilia Lombardo), di una situazione limite in cui a pesare è l'inefficienza o forse la non volontà da parte politica di dare soluzione al problema. Tanto da spingere la popolazione locale a utilizzare la ratio estrema dello sciopero generale, qualora la visita di Berlusconi prevista per oggi sull'isola e le navi inviate dal Ministro Maroni per portar via i circa seimila immigrati presenti non faranno vedere risultati concreti. Ma la tensione si era già aspirata in questi giorni e pesantemente, con i pasti non sufficienti per tutti e circa 2.000 persone rimaste senza cibo e acqua e costrette per questo a chiedere l'elemosina. Mentre scrivo sul sito del progetto Melting pot passano gli aggiornamenti in diretta: i fischi al sindaco e alla senatrice leghista Maraventano, i pullman carichi di migranti diretti al porto, la città blindata e ripulita in occasione della visita del presidente del Consiglio... stando a uno degli ultimi twit: “ Meno di 200 le persone che ascoltano Berlusconi tra cui tantissimi giornalisti, l'isola diserta la visita del premier...”
Prevedibile, se, come si legge sullo stesso sito e si ha modo di sentire tramite interviste audio e video, la protesta e la rabbia dei lampedusani è rivolta contro il Governo e non contro gli immigrati sbarcati sull'isola, contraddicendo così le notizie che anche nei giorni addietro avevano circolato attraverso i media mainstream.
Non accettano che la loro condizione venga doppiamente strumentalizzata...
A cercare di raddrizzare il tiro facendo un lavoro attivo con i media e sui media, attiviste e attivisti che animano la campagna Welcome parte integrante del progetto Melting pot, presenti a Lampedusa dalla prima ora per monitorare la situazione. Dagli aggiornamenti che vengono inviati in tempo reale da Lampedusa sul sito si apprende ancora che anche in questo momento i migranti sfilano per le strade di Lampedusa per ringraziare i cittadini dell'accoglienza, mentre in migliaia attendono l'identificazione fermi sulla banchina del porto.
E da Lampedusa qualche giorno fa era partito l'appello “... per iniziare una staffetta che da tutta Italia garantisca una presenza sull’isola e racconti queste ore, stando al fianco delle migliaia di donne e uomini, migranti e lampedusani, che il Governo italiano tiene in ostaggio, vittime, ancora una volta dopo 10 anni, della scelta di utilizzare quella terra per spettacolarizzare la Frontiera Sud dell’Europa”.
Gli animatori di Welcome infatti non hanno dubbi: “ Lampedusa è una prigione non per il numero degli arrivi, ma perché il governo ha scelto di creare questa emergenza per trasformare i migranti sbarcati in clandestini, in barba ad ogni norma, ad ogni minima garanzia per la persona e per la sua dignità.”
E mentre rimane incerta la sorte di coloro che dall'isola vengono portati via per essere rimpatriati? ( come sostenuto oggi dal premier) oppure “ospitati” all'interno di grandi tendopoli, in ogni caso fatti sparire dall'isola nell'arco di 48, max 60 ore ( miracolo firmato Silvio), ci si prepara a scendere in piazza anche questo sabato, una protesta contro la guerra che però tira in ballo e vuole sostenere il diritto di profughi e migranti ad essere accolti.

Per chi volesse tenersi in aggiornamento costante in merito a quanto accade sull'isola invitiamo a visitare il sito

www.meltingpot.org

Per la mobilitazione del 2 aprile rinviamo al sito
http://www.dueaprile.it/


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