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Una notte bianca contro la notte della Repubblica
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di Francesca Puglisi*

Una notte  bianca contro la notte della Repubblica La Notte Bianca della Scuola e della Democrazia di venerdì scorso ha cercato di “accendere i riflettori” sul “delitto perfetto” della scuola pubblica, compiuto dal Governo a suon di tagli ma derubricato dai palinsesti televisivi, occupati per troppe ore dai retroscena truculenti di orrendi fatti di cronaca o dalle tante armi di distrazione di massa messe in scena quotidianamente dal Raìs del nostro Paese. A Bologna, Milano, Napoli, Torino, Roma, Genova, Trieste, Novara e in molti altri centri ancora da nord a sud del paese, per una notte, abbiamo portato in piazza e nei teatri ciò che non si riesce a discutere in un Parlamento, bloccato dalla discussione delle leggi vergogna che, per salvare il Premier dai suoi processi, metteranno in libertà i delinquenti.
Come in ogni dittatura che si rispetti, oggi una pattuglia di 19 deputati del Pdl, capitanati da Gabriella Carlucci, ha messo all’indice anche i libri scolastici di storia, su cui studiano migliaia di ragazzi, che nasconderebbero «tentativi subdoli di indottrinamento» per «plagiare» le giovani generazioni «a fini elettorali» dando «una visione ufficiale della storia e dell'attualità asservita a una parte politica», il centrosinistra, «contro la parte politica che ne è antagonista», ossia il centrodestra. Se non ci fosse da preoccuparsi ci sarebbe solo da ridere. Uno spettacolo francamente desolante di una maggioranza che, in tre anni, ha progressivamente distrutto la scuola pubblica, umiliato chi ci studia, offeso chi ci lavora, sottratto risorse e abbassato tutti gli standard qualitativi.
Come ci ha detto Tullio De Mauro, la democrazia senza istruzione, è puro esercizio elettorale e come recita l’articolo 3 della nostra Carta Costituzionale, la Repubblica ha il “compito” di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Questo lo si può fare solo garantendo una scuola pubblica di qualità aperta a tutti, che non lasci nessuno indietro. Questo principio Costituzionale si può realizzare solo offrendo educazione di qualità sin dalla tenera età, in quegli asili nido che le battaglie delle donne hanno voluto costruire non solo per garantire la reale possibilità di partecipazione delle donne al lavoro, ma per permettere a tutti i bambini e bambine di rimuovere da piccolissimi, le debolezze di partenza, riuscendo poi ad affrontare ad armi pari la vita. A quale 'rivoluzione democratica' si arriverebbe se questo nostro paese decidesse che l'articolo 34 deve, realmente ed efficacemente essere attuato laddove recita: “I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti di istruzione”. Oggi invece, la crisi democratica e sociale del nostro Paese sta tutta nel taglio del 90% delle risorse per il “diritto allo studio”, così un ragazzo su due che frequenta l’Università dovrà smettere di studiare perché perderà la borsa di studio di cui ha diritto. Garantire uguali opportunità a tutti, oggi, significa anche dover offrire misure differenti, perché se tutti gli indicatori denunciano i divari abnormi nei livelli d’istruzione tra ragazzi del Sud e del Nord, se vogliamo continuare a tenere unito il Paese, dobbiamo offrire agli studenti di Scampia gli insegnanti migliori, costruirvi progetti di qualità, investimenti maggiori per recuperare gli svantaggi. Questo per noi è attuare il rinnovato Titolo V della Costituzione.
La notte bianca della scuola ha poi passato il testimone alla manifestazione del giorno dopo “il Nostro tempo è adesso”: se solo fosse accolto il nostro piano di stabilizzazione dei precari della scuola, senza ulteriori oneri per lo Stato, avremmo circa 100 mila insegnanti e collaboratori scolastici che garantirebbero continuità didattica ai nostri studenti e miglior funzionamento alle scuole; centomila persone e famiglie che potrebbero, finalmente, guardare con più ottimismo alla vita. Scuola pubblica di qualità per noi significa assegnare alle scuole un 'organico funzionale', ovvero risorse economiche e personale per dare concreta possibilità alla scuola autonoma di fare con continuità ricerca didattica, dedicandosi al miglioramento del successo scolastico degli studenti.
La Notte Bianca di venerdì aveva, dunque, un forte valore politico perché non riguardava solo una categoria, pur ampia, di cittadini come gli insegnanti o quella amplissima degli studenti, ma chiamava tutti, davvero tutti, a mobilitarsi per la scuola pubblica, sapendo che essa è il luogo dove la democrazia mette le sue radici più vigorose, dove si educano le menti libere dei cittadini di domani.
Di fronte a un impegno così importante, sappiamo bene, e soprattutto sanno bene i lettori del sito di Articolo 21, come sia strategico riuscire a fare informazione, anche attraverso una comunicazione non convenzionale, non tradizionale, e come sia difficile farlo in questa Italia dove 5 canali televisivi nazionali su 7 sono quasi un'agenzia Stefani personale del premier.
Dunque: parlare di scuola e di democrazia, cercare di conquistare l'attenzione di un pubblico non minoritario, provocare discussioni e confronti su temi rilevanti per il nostro paese. Questo era l’obiettivo della nostra Notte bianca della scuola e della democrazia. La sfida l'abbiamo affrontata con passione e abbiamo ottenuto un risultato di grande rilievo per le tante e qualificate adesioni di intellettuali, giornalisti, artisti, studenti, ma ancor più significativo è stato il dato della partecipazione del pubblico: grazie al generoso contributo di Santo Della Volpe, di Bice Biagi, di Antonio Scurati, Valerio Massimo Manfredi, Sergio Staino e molti altri, siamo riusciti a dare vita a una straordinaria piazza digitale televisiva vista da decine di migliaia di visitatori unici che si sono collegati dai molti siti che trasmettevano in diretta l'evento. Siamo riusciti a essere una sola piazza -attraverso i collegamenti satellitari- che parlava contemporaneamente ai cittadini di tutta Italia. La voce del Partito Democratico, la voce di tanti insegnanti, studenti, genitori, la voce di tanti amministratori, si è levata per affermare che la scuola pubblica italiana non può essere il banco del macellaio, dove a tranci e tagli si fa a pezzi il futuro del Paese.
In anni dolorosi in cui la politica è ridotta a servetta di satrapi e imperatori senescenti, in anni dove quel poco di morale civile sta scemando oppresso dalla morale “del tutto è concesso, purché tu abbia soldi”, dove il falso diventa vero in forza di un voto parlamentare, dove i canali di informazione pubblica sono preda di tirannosauro affamato di immortalità e cerone, è fondamentale riuscire a diffondere in modo virale le nostre informazioni, soprattutto in un campo come quello dell'istruzione che riguarda migliaia di giovani. Confrontarci con loro, con docenti e genitori, sulla scuola italiana del futuro, far capire che non stiamo difendendo lo status quo e che ci battiamo per una riforma vera affinché la scuola coniughi qualità, merito, opportunità, è importantissimo. Nella Notte Bianca lo abbiamo fatto aprendo le porte del web, mettendo in rete le città, unendo diretta e videomessaggi, lavorando con la web radio e facendola guardare, siamo stati sui siti, sui canali satellitari, sulle reti tv private in analogico e digitale terrestre, abbiamo invaso il 2.0, abbiamo creato un blog e ne abbiamo seminati altri cento, abbiamo abitato la rete, il digitale, il satellite, l'analogico e vogliamo rimanerci in questo luogo dell'informazione che non ha ancora un nome, dove abbiamo dimostrato che con una buona architettura di comunicazione che unisca, come in un puzzle, i vari pezzi della tv che non è più la tv come abbiamo conosciuto, ma è un'altra cosa, più vasta, più grande, di cui non scorgiamo bene i confini, possiamo fare molto: provare a cambiare l'Italia.

*Responsabile Scuola Segreteria Nazionale PD

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