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Articolo 21 - ESTERI
Siria, l'appello degli intellettuali: " Basta black out mediatico"
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di redazione

Siria, l'appello degli intellettuali: " Basta black out mediatico" Benchè la notizia sia ormai passata in secondo piano non si placa l'ondata delle proteste che dal 15 marzo scuotono la Siria, nonostante le presunte aperture annunciate dal presidente Assad. Infatti stando a quanto riferito ieri dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (ONDUS) circa trecento donne avrebbero bloccato ieri l'autostrada costiera che collega il porto di Latakia a quello di Banias, nella regione occidentale del Paese, per chiedere il rilascio dei loro mariti, fratelli e figli arrestati durante le manifestazioni del giorno precedente. Mentre quasi contemporaneamente un'altra protesta, organizzata dagli studenti universitari, sarebbe esplosa (lo riferiscono fonti dell'opposizione) nella città di Aleppo.
Stando alle stesse fonti il bilancio delle vittime dovrebbe ammontare a duecento morti, quasi tutti civili.
A sottolineare però la gravità della situazione e soprattutto rimarcare il silenzio internazionale ( a partire da quello mediatico) di fronte alle richieste legittime del popolo siriano ci ha pensato un gruppo di intellettuali, scrittori, giornalisti, artisti e attivisti dell'opposizione siriana con un appello diramato nella giornata di ieri e che noi di seguito riportiamo per esteso ( come tradotto e pubblicato sul blog  Il mondo di Annibale).

“Noi sottoscritti intellettuali, scrittori, giornalisti, artisti e attivisti, non possiamo restare in silenzio davanti al comportamento autoritario, o meglio dittatoriale con cui il regime affronta il movimento per la pace e i diritti civili, espressione della volontà e  del desiderio della popolazione siriana di conseguire una vita libera e dignitosa.
Omicidi, intimidazioni, arresti arbitrari e falsificazioni aberranti  mezzo stampa dimostrano che il regime siriano non ha imparato nulla dalle esperienze dei regimi che sono stati spiazzati via.
Il regime siriano ha optato per la  “soluzione Gheddafi”, senza prestare attenzione alle eventuali conseguenze e così si restringe  il campo della legittimità già fragile oltre alla sofferenza del popolo siriano che non merita tale ingiustizia..
Queste reazioni , compresa la criminalizzazione del movimento popolare e l’accusa di tradimento e cospirazione con un linguaggio volgare e ripugnante,  indeboliscono la Siria,.
In definitiva, nulla può fermare un popolo deciso a conquistare la sua libertà anche con dei grossi sacrifici , come tutti gli altri popoli . E’ una illusione quella di poter rallentare o fermare il percorso di un futuro già segnato.
Noi, sottoscritti, dichiariamo il nostro sostegno e il nostro appoggio al Movimento Popolare Siriano e alle sue richieste per la democrazia, e chiediamo a tutti il sostegno che possono offrire, togliendo  il blackout mediatico che avvolge questo Movimento.
Una Siria libera e democratica è un privilegio  per i siriani e  i libanesi, oltre ad essere una risorsa per la libertà e la democrazia in tutto il mondo.”

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