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Cercasi 13 parlamentari per...
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di Valter Vecellio

Cercasi 13 parlamentari per...

Massimo Bordin, l’altro giorno ha aperto “Stampa e regime”, la rassegna stampa di “Radio Radicale” leggendo prima un articolo pubblicato su “Avvenire”, il quotidiano dei vescovi italiani, poi un intervento di Guido Viale su “Il Manifesto”. Ha fatto non bene, ma benissimo: perché così “imposto” alla nostra attenzione un’attualità che rischiava invece di passare in secondo, terzo o nessun piano. E certo, l’attualità sembra essere altra: le performance quotidiane di un presidente del Consiglio, per esempio e dei suoi “cari” e delle sue “care”, che non hanno rivali in fatto di sguaiataggine e volgarità.
   Hanno dunque fatto benissimo “Avvenire”, “Manifesto”, Bordin e “Radio Radicale” a porre l’accento su un episodio tragico su cui va fatta la massima chiarezza: dobbiamo sapere come sono andate esattamente le cose, e senza aspettare anni, magari grazie a giornalisti di buona volontà come è stato a suo tempo Giovanni Maria Bellu con il suo indimenticabile libro dedicato alla tragedia di Porto Palo.
   Lasciamo perdere l’articolo di Viale sul “Manifesto” (anche se è un errore, perché l’articolo è molto bello e sottoscrivibile); si potrebbe sospettare un pregiudiziale e pregiudizievole sentimento anti-governativo; “L’Avvenire”, no: le gerarchie vaticane, di cui il quotidiano riflette fedelmente il pensiero, di tutto possono essere accusate, ma anche quando sono accigliate e severe di fronte a certi comportamenti berlusconeschi, mai hanno lesinato sostegno e appoggio all’attuale compagine governativa. E proprio per questo, quello che si legge sul quotidiano della CEI merita attenzione. E volentieri cediamo questo spazio a quanto “l’Avvenire” ha pubblicato:

LE ACCUSE DEL GUARDIAN
"Decine di africani sono stati lasciati morire nel Mediterraneo dopo che unità militari europee e della Nato hanno apparentemente ignorato le loro richieste di aiuto". La denuncia parte oggi dal quotidiano britannico 'The Guardian' secondo il quale un'imbarcazione che trasportava 72 migranti, tra loro molte donne, bambini e rifugiati politici, ha avuto difficoltà dopo la sua partenza dalla Libia per Lampedusa alla fine di marzo. Tutte le persone a bordo del barcone, tranne 11 - due dei quali morti successivamente - sono morti di sete e di fame dopo 16 giorni alla deriva. "Ogni giorno ci svegliavamo e trovavamo più corpi senza vita, li lasciavamo stare per 24 ore prima di gettarli in mare", ha raccontato Abu Kurke, uno dei 9 sopravvissuti. "Alla fine non ci riconoscevamo, tutti pregavano o morivano". L'inchiesta del Guardian ha permesso di appurare che la barca trasportava 72 immigrati, era partita da Tripoli il 25 marzo. A bordo 47 etiopi, 7 nigeriani, sette eritrei, sei ghaniani e 5 sudanesi. Vi erano venti donne e due bambini piccoli, uno dei quali aveva appena un anno.

Erano diretti a Lampedusa ma dopo 18 ore in mare si erano manifestati i primi problemi e l'imbarcazione aveva iniziato a perdere carburante. I migranti hanno dunque contattato tramite satellitare Padre Moses Zerai, prete eritreo a Roma che a sua volta ha contattato la guardia costiera dove lo hanno rassicurato sul fatto che l'allarme era stato lanciato e tutte le autorità competenti erano state avvisate. Poco dopo un elicottero con le insegne militari ha sorvolato l'imbarcazione - che si trovava a 60 miglia da Tripoli circa - e i piloti, che indossavano uniformi militari, hanno fatto scendere sulla barca acqua e biscotti avvertendo i passeggeri di mantenere la posizione in attesa dell'arrivo dei soccorsi. L'elicottero quindi si è allontanato, ma non è arrivata nessuna barca dei soccorsi. Nessun paese al momento ha ammesso di aver inviato l'elicottero che ha preso contatto con i migranti. Un portavoce della Guardia Costiera italiana ha detto: "Abbiamo avvisato Malta che l'imbarcazione si stava dirigendo verso la loro zona di search and rescue ed abbiamo lanciato un allarme alle imbarcazioni in navigazione perché prestassero attenzione alla barca". Le autorità maltesi hanno negato ogni coinvolgimento con la barca.

La Nato ha respinto la ricostruzione del "Guardian". Le accuse secondo cui "una portaerei della Nato intercettò e poi ignorò l'imbarcazione in difficoltà sono sbagliate". Secondo quanto chiarisce l'Alleanza in una nota, "solo una portaerei si trovava sotto il comando Nato in quei giorni, la nave italiana Garibaldi (e non la francese 'Charles de Gaullè come scritto dal quotidiano britannico), che, nel periodo in questione, operava a circa 100 miglia nautiche al largo delle coste". Le navi della Nato, ricordano dal quartier generale di Bruxelles, "sono pienamente consapevoli delle loro responsabilità per quanto riguarda il diritto marittimo internazionale sul salvataggio delle vite in mare ed hanno già salvato centinaia di vite". In proposito, l'Alleanza ricorda che, nella notte tra il 26 e il 27 marzo, unità della Nato sono state coinvolte in due distinte operazioni: la prima, avvenuta a circa 50 miglia nautiche da nordest di Tripoli, ha portato al salvataggio di circa 300 persone. La seconda, che ha coinvolto un'imbarcazione con 210 persone a bordo, è avvenuta nella stessa area. "In entrambi i casi - sottolinea la nota - le persone salvate sono state trasferite in Italia con l'assistenza delle autorità italiane". "Le unità della Nato coinvolte - conclude la Nato - non hanno visto e sentito alcuna traccia di altre imbarcazioni nell'area" in difficoltà.

Sono almeno tre le imbarcazioni partite dalla Libia negli ultimi mesi con a bordo migranti diretti in Italia, ma che non sono mai arrivate. È quanto riferisce Laura Boldrini, portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Acnur). La Boldrini ha inoltre aggiunto che l'Acnur sta cercando di confermare quanto è accaduto al barcone che, secondo la testimonianza di altri migranti, sarebbe naufragato al largo delle coste nordafricane venerdì dopo essere partito dalla Libia con a bordo 600 persone. Laura Boldrini ha annunciato che sarebbero oltre 800 le persone morte in mare mentre cercavano di raggiungere le coste europee dalla Libia. L'Acnur aveva avvisato la guardia costiera italiana della sparizione di due barconi con rispettivamente 320 e 360 migranti avvenuta a marzo. L'informazione era stata ottenuta da alcuni parenti che avevano perso i contatti con i loro cari. In seguito la guardia costiera aveva detto all'Unhcr di non aver ottenuto alcuna informazione sui naufragi. La portavoce ha aggiunto che un altro barcone con 70 migranti si era ribaltato in mare e i pochissimi sopravvissuti erano tornati in Libia, come aveva riferito padre Moses Zerai, un prete eritreo che vive a Roma. Proprio oggi il quotidiano britannico Guardian ha pubblicato un articolo di denuncia per i mancati soccorsi a questo barcone alla deriva. Tra le 800 vittime presunte rientrano anche le 250 persone annegate il 6 aprile a circa 40 miglia dalle coste di Lampedusa.

Al ministro dell’Interno Roberto Maroni, che giusto l’altro giorno si vantava del successo degli accordi stipulati con la Tunisia; al presidente del Consiglio, che non perde occasione per ergersi a paladino dei valori cattolici; a questo Governo va chiesto con forza di spiegare come sono andate le cose. Se e quali responsabilità vi siano. Le affermazioni di Laura Boldrini sono precise, dettagliate. C’è un uomo di fede, padre Moses Zerai, prete eritreo che vive a Roma che ha ricevuto una drammatica segnalazione, e ha rilanciato l’SOS alla guardia costiera, ricevendone assicurazioni: “l'allarme era stato lanciato e tutte le autorità competenti erano state avvisate. Poco dopo un elicottero con le insegne militari ha sorvolato l'imbarcazione - che si trovava a 60 miglia da Tripoli circa - e i piloti, che indossavano uniformi militari, hanno fatto scendere sulla barca acqua e biscotti avvertendo i passeggeri di mantenere la posizione in attesa dell'arrivo dei soccorsi. L'elicottero quindi si è allontanato, ma non è arrivata nessuna barca dei soccorsi”.
Ci saranno almeno tredici parlamentari sui quasi mille che chiederanno con la forza e l’energia che questa drammatica e oscura vicenda richiede, che il Governo faccia chiarezza e spieghi, chiarisca. E si assuma le responsabilità che a noi appaiono di accecante evidenza?


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