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Carcere: un suicidio, una morte da accertare, condizioni disastrose a Pavia come a Catanzaro
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di Valter Vecellio

Carcere: un suicidio, una morte da accertare, condizioni disastrose a Pavia come a Catanzaro A Vincenzo Lemmo, 48 anni, detenuto nel carcere torinese delle Vallette, condannato per spaccio di droga, non gliel’avevano detto che l’emergenza carceri non è poi così tanto emergenza, che il ministro della Giustizia Alfano è ottimista, che le nuove carceri sono in arrivo, che…che… A Vincenzo Lemmo non gli hanno detto nulla di tutto ciò; così l’altro giorno ha deciso di prendersi la sua amnistia definitiva: ha preso una cintura, e profittando del fatto che era solo in cella, si è impiccato alle sbarre. Il 24esimo suicidio ufficiale dall’inizio dell’anno, quello di Vincenzo Lemmo.  

Neppure a Viterbo è giunta la notizia che l’emergenza carceri non è poi così tanto emergenza, che il ministro della Giustizia è ottimista, che le nuove carceri sono arrivo, che…che… Così accade che a togliersi la vita sia un assistente Capo della polizia penitenziaria, con un colpo di pistola di ordinanza. E’ il terzo poliziotto penitenziario suicida quest’anno, il 19° nell’ultimo quinquennio. Numeri eloquenti, osserva Eugenio Sarno della UIL Penitenziaria “rispetto ai quali il Governo, il Ministro della Giustizia e i vertici del DAP avrebbero l’obbligo civile e morale di intervenire. Purtroppo al di là degli impegni non mantenuti nulla si fa per cambiare”.


Neanche a Leo Beneduci, segretario generale dell’OSAPP – un sindacato della polizia penitenziaria, gliel’hanno detto che l’emergenza carceri non è poi così tanto emergenza, che il ministro della Giustizia Alfano è ottimista, che le nuove carceri sono in arrivo, che…che…A Leo Beneduci non hanno detto nulla di tutto ciò. E Beneduci, meschino, così sostiene: "Eravamo stati facili profeti sul trend delle morti per suicidio in carcere. Le cause sono svariate: dalle condizioni della detenzione ai tempi della giustizia e al grave e costante calo della polizia penitenziaria in servizio, sia nelle sezioni detentive che nei nuclei traduzioni e piantonamenti. Basti pensare - continua - che l'organico del corpo  di 5.500 unità inferiore a quello previsto. Quest'anno saranno assunte solo 760 unità e ne andranno via 2mila. L'anno prossimo ne andranno via 2.500 e ne saranno assunte 1.150. Per chi fa il poliziotto penitenziario, e ha il compito di tutelare anche la vita dei detenuti,  due volte deludente: in primo luogo perché si  impotenti, in secondo perché chi ha il compito di assumere urgenti e rilevanti iniziative in sede politica a parte le chiacchiere non fa nulla".
 
Neanche al detenuto cinquantunenne recluso nel carcere di Porto Azzurro all’isola d’Elba, nessuno si è dato pena di raccontare che l’emergenza carceri non è poi così tanto emergenza, che il ministro della Giustizia Alfano è ottimista, che le nuove carceri sono in arrivo, che…che… Nessuno si è preoccupato di dirlo, a questo detenuto; che, indelicato, si è fatto trovare privo di vita steso nella sua branda. Dicono che abbia avuto un malore. Male di carcere, si dovrebbe e potrebbe dire. Come tante altre, verrà rubricata sotto l’incredibile voce: “da accertare”, un numero in un registro, una pratica da infilare in una busta e dimenticare.

Anche a Pavia si sono dimenticati di dire che l’emergenza carceri non è così tanto emergenza, che il ministro della Giustizia Alfano è ottimista, che le nuove carceri sono in arrivo, che…che… Non gliel’hanno detto, così nel carcere di Pavia ci sono per esempio vistose infiltrazioni d’acqua su quadri elettrici e l’assenza di misure di sicurezza e posti di servizio igienicamente invivibili. Un’“ispezione” il cui esito è stato riferito dal segretario della UIL Penitenziari Eugenio Sarno: “A Pavia, a parte la prospettiva di ingresso piena di verde e di spazi igienicamente sani, entrando all’interno della struttura si vive una vera e propria escalation di brutture, fatta di ambienti sporchi, cancelli sudici e pareti piene di macchie e muffa. Da quello che ho visto, probabilmente, l’ultima tinteggiatura è stata fatta 10 anni fa. Ho visto condizioni a limite della legalità: infiltrazioni d’acqua su quadri elettrici, assenza di misure di sicurezza e posti di servizio igienicamente invivibili. Mi riservo di fare un esposto all’Asl ed alle autorità dipartimentali competenti. Il personale di Polizia Penitenziaria che presta servizio, soprattutto in alcuni settori, è esposto a rischi notevoli. Può rimanere folgorato da probabili cortocircuiti o essere arrostito dalle conseguenti fiamme. In tutto questo contesto ho rilevato che alcuni posti di servizio sono addirittura privi di misure antincendio”.
A Pavia la presenza dei detenuti raggiunge quasi il doppio della capienza regolamentare. I posti previsti sarebbero 244. Oggi a Pavia sono ristretti 480 persone. Una situazione che chiaramente comprime gli spazi dei reclusi ed abbatte al minimo i livelli di civiltà. Una evidente condizione di insofferenza che si riverbera sull’intero sistema”.

Bisognava infine dirlo ai deputati calabresi del PD Nicodemo Oliverio e Franco Laratta. Che accidenti sarà venuto loro in mente di andare a visitare il carcere di Siano, a Catanzaro… E sì che lo si era detto e ripetuto che l’emergenza carceri non è così tanto emergenza, che il ministro della Giustizia Alfano è ottimista, che le nuove carceri sono in arrivo, che…che… Oliverio e Laratta, che hanno raccolto l'allarme lanciato nei giorni scorsi dalla direttrice della struttura, Angela Paravati. "La situazione - dicono Oliverio e Laratta – ha ormai raggiunto livelli esplosivi, tanto da non poter più accogliere nuovi detenuti. Si registra infatti un sovraffollamento del 40% (in carcere ci sono circa 600 detenuti, il 20% di stranieri), a fronte di un organico che è del 50% in meno di quello previsto, basti considerare che nell'ultimo anno su 30 pensionamenti non c'e' stato alcuna sostituzione". Oliverio e Laratta sottolineano che "a fronte di un numero alto di detenuti sono in servizio soltanto cinque educatori, e di conseguenza il lavoro propedeutico alla riabilitazione di chi ha sbagliato è impossibile realizzarlo. Ci siamo resi conto della realtà drammatica in cui si trova il carcere di Siano a Catanzaro e considerato che mercoledì prossimo sarà in discussione alla Camera dei Deputati una mozione sulla situazione delle carceri italiane come partito chiederemo interventi per la Calabria e per Catanzaro in particolare. Il Governo ha una diretta responsabilità sulle condizioni assai gravi in cui versano le carceri italiane. Ci chiediamo che fine abbia fatto l'annunciato "Piano carceri" del ministro Alfano, che fine abbiano fatto le risorse finanziarie che avrebbero dovuto rendere più vivibili i nostri istituti di pena. In carcere ormai l'allarme è quotidiano, anche dal punto di vista igienico-sanitario, considerato inoltre che sono sempre più
frequenti i tentativi di suicidio. Le condizioni di vita di tante persone in attesa di giudizio sono insostenibili e soprattutto non favoriscono la cosiddetta opera rieducativa, che è alla base di una società civile e democratica. L'opera della direttrice del carcere di Siano di Catanzaro, che più volte ha lanciato l'allarme sulla situazione generale della struttura è meritoria, ma rischia di risultare vana se il Governo continua a far finta di non vedere e non sentire quella che ormai a tutti i livelli viene denunciata come una vera e propria emergenza".

E dire che l’emergenza carceri non è così tanto emergenza, che il ministro della Giustizia Alfano è ottimista, che le nuove carceri sono in arrivo, che…che…  
 
Nel frattempo c’è un uomo che, ad ottantuno anni, dal 20 aprile è in sciopero della fame perché in questo paese, straripante di imbroglioni, millantatori e opportunisti, possa esserci un barlume, una briciola, di democrazia. Si parla di Marco Pannella in sciopero della fame perché, dice, l'Italia «torni a potere in qualche misura essere considerata una democrazia». Con Pannella sono scese in digiuno, dentro e fuori le carceri altre duecento persone circa.
Gli obiettivi, che riassumo, sono semplici e condivisibili:
- L'istituzione di una commissione di inchiesta sullo stato della democrazia composta da accademici (almeno 13 sulla falsariga dei 13 professori universitari che non giurarono fedeltà al fascismo).
- La situazione della giustizia e delle carceri in Italia, e la possibilità di un'amnistia.
- Mozione per le armi di "attrazione" di massa da usare in Libia, Siria.
- Iniziativa rivolta al PD per la questione, dal PD abbandonata, del sistema elettorale uninominale.

Ho detto obiettivi semplici e condivisibili, ma può benissimo essere che in realtà appaiano complicati e contrari al nostro credere e sentire. Quello che però in ogni caso non è inaccettabile che su queste questioni non si apra un dibattito, non se ne discuta, che sia tutto avvolto da una cortina di silenzio e di indifferenza.

Diceva Primo Levi: se non ora quando?, un “motto” che è riecheggiato in molte occasioni. Era poi seguito da: “Se non così, come?”; e si può aggiungere: se si vuole, si può; se si può, si deve.


                                                                              

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