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Le elezioni non sono ad armi pari
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di Roberto Zaccaria

Le elezioni non sono ad armi pari

“Le elezioni non si fanno ad armi pari. La maggioranza  gode di un sostegno privilegiato fin troppo vistoso. Ma le regole ci sono e impongono chiaramente in campagna elettorale una parita’ o almeno un equilibrio dei tempi nei tg che formano e orientano al voto il 70 per cento dell’elettorato”. I dati raccolti nell’ultima settimana offrono un panorama molto preoccupante che abbiamo denunciato grazie ad un osservatorio sul pluralismo nei TG messo a punto da tutte le opposizioni.“Non c’e’ solo uno squilibrio strutturale enorme delle percentuali tra maggioranza (65%) e opposizione (35%), ma all’interno della maggioranza i tempi aggregati di Berlusconi dimostrano che il peso mediatico nei Tg del presidente del Consiglio, leader del Pdl, capolista a Milano, stritola, nel tempo complessivo di antenna, tutti gli altri leader: Berlusconi, 2 ore e 16 minuti, Bersani, 44 minuti, Bossi, 28 minuti, Casini, 19 minuti, Fini, 13 minuti, Di Pietro, 11 minuti, Vendola, 6 minuti, Rutelli, 1 minuto e 31 sec. Totale di Berlusconi e Bossi quasi 2 ore e 44 di TG contro 1 ora e mezza di tutti gli altri insieme: altro che prepotenza mediatica, il problema e’ piu’ serio”, ha assicurato.
Le regole sono state applicate blandamente e tardivamente dall’Agcom, che pure in queste elezioni ha fatto qualcosa di piu’ del solito, ma gli ordini di riequilibrio non accompagnati da una puntigliosa verifica, le sanzioni sacrosante a pochissimi giorni dal voto servono solo a certificare la violazione, ma non risarciscono i danneggiati, cosa essenziale trattandosi di elezioni”. Si ha la sensazione che le regole siano praticamente disapplicate”.
Ora inizia il periodo elettoralmente più delicato e significativo dei ballottaggi. L’Agcom ha fatto un comunicato per dire una cosa che dovrebbe essere ovvia ma non fa male e cioè che tutte le televisioni devono continuare ad osservare scrupolosamente le regola di par condicio. Dato che non lo hanno fatto finora dobbiamo pensare che questo richiamo abbia un carattere rafforzativo.
L’Agcom dovrà proprio per questo continuare il suo controllo giornaliero ed è necessario che anche gli interventi abbiano la stessa frequenza. In caso contrario sfumano le possibilità di riequilibrio e le sanzioni economiche rischiano di non fare neppure il solletico ai colossi dell’informazione che, in ogni caso, sbandierano immediati ricorsi.
A dieci giorni dai ballottaggi, Berlusconi non si e’ ancora ripreso dai risultati del primo turno e tace: tuttavia, ci pensano alcuni tg a lui piu’ vicini ad aprire la campagna elettorale. Il Tg1 delle 20 – afferma – si e’ fatto carico della supplenza. Tutta l’apertura del telegiornale e’ stata centrata sulla ricostruzione di una tesi politica: il ritorno dell’estremismo di sinistra a Milano, a  Napoli con servizi apertamente confezionati per dimostrare questa tesi. La scritta: sinistra estrema determinante. Ha avuto strumentalmente spazio Vendola e anche Ferrero che non compariva da lungo tempo”.C’e’ di più: il Tg1 nella stessa edizione  ha censurato la notizia che tutti i giornali di oggi hanno dato con estremo rilievo in prima pagina del Governo battuto per cinque volte ieri alla Camera. La segreteria di redazione (a proposito, è strano che abbia risposto un organo interno amministrativo che è una pura emanazione del Direttore) che confonde le critiche con gli attentati alla libertà di informazione dovrebbe attentamente riflettere anche su queste gravi omissioni. Non mi pare di aver visto proteste quando e’ stata oscurata la notizia del rinvio a giudizio di Fede, Mora e Minetti a Milano. Il primo tg del paese non può perdere tante battute. Il Tg2 ha focalizzato l’informazione sul PdL e sulle scelte del Terzo polo. Una certa enfasi su Ronchi che se ne va da Fli, perche’ non vuole votare la sinistra massimalista. Il Tg3 dedica spazio ad un’intervista a Bersani. Il Tg4 con il solito taglio da spot intervista a lungo l’esponente leghista Salvini, presentandolo erroneamente come il secondo piu’ votato a Milano. In conclusione, non si rintracciano in nessun tg notizie significative sui referendum a meno di tre settimane dal voto. Una nuova strategia: parlano meno i protagonisti e la campagna viene fatta direttamente dai TG? Se così fosse avrebbe meno senso il conteggio quantitativo ed assumerebbe maggio rilievo il dato qualitativo. Forse anche su questi nuovi e più insidiosi trucchi l’Agcom dovrebbe estendere la sua sorveglianza.

http://www.articolo21.org/3213/notizia/agcom-sia-arbitro-per-ballottaggi.html


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