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Non c’è tempo da perdere
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di Nicola Tranfaglia

Non c’è tempo da perdere

I risultati delle elezioni amministrative hanno detto con chiarezza che in Italia la maggioranza elettorale è cambiata e che il centro-sinistra,se verifica con le primarie la scelta migliore dei candidati, è in grado di riconquistare il primato e di cambiare la politica italiana. O scegliere,  comunque, il miglior candidato del centro-sinistra come è avvenuto a Napoli dopo gli errori compiuti dal partito democratico che ha accantonato il vincitore delle primarie e ha scelto all’ultimo momento un candidato esterno. Già perché il problema italiano è quello di riuscire, nello stesso tempo, a cambiare la politica, promuovendo una selezione adeguata dei politici,donne e uomini si intende,e di presentare un programma di governo alternativo al berlusconismo in declino.
E’ difficile riuscire a raggiungere i due obbiettivi  ma occorre farlo, se si vuole ristabilire un rapporto sano tra la popolazione che lavora e vota e una classe politica in gran parte screditata.
Del resto, se si vuole superare la grave crisi economica che attanaglia ancora l’Italia, è necessario procedere,come ha ricordato con forza il governatore della Banca d’Italia Draghi, pronunciando le sue Considerazioni finali prima di raggiungere la Banca Centrale Europea di cui sta per diventare presidente.
Draghi ha ricordato le cifre terribili che condannano l’Italia agli ultimi posti nelle classifiche europee dal punto di vista della crescita economica come della competizione internazionale e ha a ragione insistito sull’urgenza di liberare l’Italia dai troppi,antichi vincoli corporativi. 
Non c’è tempo da perdere e le battute di Berlusconi,  che dice di non aver tempo di partecipare ai suoi funerali, possono far ridere soltanto alcuni dei suoi più esaltati sostenitori, come l’ineffabile Santanchè, ma non chiunque voglia ragionare seriamente e contribuire a provvedere ai guai economici del nostro paese.
La verità è che i risultati elettorali dimostrano ormai che il vento è cambiato e che bisogna lavorare tutti insieme per uscire dalla crisi e risanare un paese devastato dalla inerzia del governo e dalla mancanza di una politica industriale e più in generale di politica economica degna di questo nome.
Certo le elezioni hanno dimostrato che è il Nord ad aver preso in mano la guida del cambiamento e che una regione intera  come la Calabria mostra  maggiore difficoltà a liberarsi dai vecchi equilibri ma la storia dimostra che il Mezzogiorno è sensibile a quello che sta avvenendo e che Napoli può essere la capitale, dopo la straordinaria vittoria di De Magistris, di un cambiamento che segni il superamento definitivo del populismo autoritario. Siamo finalmente di fronte a una speranza che sta assumendo il volto delle persone di buona volontà, che guardano a persone scelte non con strane alchimie ma sulla base del consenso dal basso e della fiducia di chi vuole lavorare con chi si mette personalmente in gioco.
Ora è importante concludere il lavoro iniziato con le elezioni amministrative facendo di tutto  perché i referendum abrogativi del 12 e 13 giungo  abbiano successo,l’acqua resti pubblica,l’energia nucleare sia messa da parte (come ha fatto in questi giorni  la Germania di Angela Merkel) e sia cancellato, una volta per tutte, l’assurdo impedimento approvato  a favore di Silvio Berlusconi.
Se questo altro  obbiettivo sarà raggiunto, sarà più facile fare in modo che la legislatura possa concludersi nel 2012 e gli italiani siano chiamati finalmente  a pronunciarsi su una maggioranza che ha fallito il proprio compito e non può andare avanti all’infinito. Alle forze che scelgono la coalizione di centro-sinistra l’obbiettivo di indicare le basi per un’Italia moderna e democratica.   

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