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Viareggio 6 mesi dopo: nessun indagato e una conferenza a porte chiuse
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di Bruna Iacopino

Viareggio 6 mesi dopo: nessun indagato e una conferenza a porte chiuse

La aspettavano, da tempo, almeno da quell'8 settembre quando si erano recati a Bruxelles per affrontare il problema della sicurezza nel trasporto ferroviario, e in quel contesto avevano avanzato delle proposte operative. Loro, i partecipanti all'assemblea 29 giugno, uomini e donne, ferrovieri e non, uniti in un fronte comune subito dopo la tragedia costata la vita a 31 persone, avrebbero voluto intervenire alla conferenza europea che si terrà proprio a Viareggio, il 16 e 17 dicembre, ma a quanto pare, le porte saranno chiuse, per tutti, stampa compresa. “Abbiamo protocollato la richiesta per intervenire in maniera ufficiale nell'ambito della discussione, siamo in attesa di risposta, per quanto riguarda il programma e le presenze siamo all'oscuro di tutto”. A parlare è il portavoce dell'Assemblea, Riccardo Antonini. La conferenza fissata a Viareggio avrebbe dovuto essere un momento importante e carico di valenza simbolica, data la tragedia vissuta dalla città, invece qualcosa sembra essere cambiato rispetto alle intenzioni iniziali.
Sono passati 6 mesi da quel 29 giugno, 6 mesi per un'indagine aperta contro ignoti per omicidio e disastro colposo. Questo è quello che al momento sembra rimanere della tragedia di Viareggio, che resterà indelebile nella mente di molti italiani.
La vita scorre normalmente nella nota località toscana, ma basta poco e la memoria torna a ricostruire quei momenti drammatici. Dei soldi per la riscotruzione, nella finanziaria che sta per essere varata con voto di fiducia non vi è traccia a quanto pare. A denunciarlo sono i parlamentari toscani dell'opposizione che si sono visti bocciare senza troppi problemi l'emendamento relativo. La tragedia di Viareggio è stata catalogata di “interesse locale” e non nazionale, come invece molti si sarebbero aspettati. Dunque per la riscotruzione sarà necessario attendere il risarcimento che le due principali aziende coinvolte nel disastro avevano annuciato tempo addietro.
Trenitalia e Gatx infatti, nelle scorse settimane si erano precipitate a dire che avrebbero pagato “tutto e anche caro” ancor prima dell'accertamento delle responsabilità effettive. Intenzioni smentite subito dopo dalle rispettive compagnie assicuratrici, che hanno tenuto invece a precisare che il rimborso ci sarà solo ed esclusivamente in seguito all'accertamento delle stesse. (E' notizia di questi giorni invece l'avvio della procedura immediata di risarcimento da parte di FS che si è incrociata con le 150 missive a tale scopo inviate da Viareggio)

Intanto la cisterna causa del disastro rimane lì in attesa dei periti.
Quasi una scena già vista: come si apprende dalla cronaca, e dai racconti fatti dagli abitanti, subito dopo il disastro ci fu un gran da fare per sgombrare i binari e far riprendere la normale circolazione ferroviaria. “ Si lavorarava giorno e notte...” racconta qualcuno ricordando il gran frastuono. Tanto che, nel giro di qualche giorno tutto sembrava essere tornato alla normalità, a discapito delle indagini che invece di essere fatte direttamente sul campo adesso dovranno fare affidamento a testimonianze video e fotografiche. Un'anomalia, rilevata da diverse associazioni e dai famigliari delle vittime e avanzata anche di fronte al Ministro Matteoli, che si accompagna ad un'altra, forse ancor più grave: la mancata protezione per la cisterna incriminata, rimasta esposta alle intemperie e a possibili manomissioni per diverso tempo.
Una vicenda giudiziaria che, ancor prima di avere inizio, si prospetta lunga e intricata: perchè, se è vero che al momento non c'è nessun iscritto al registro degli indagati, c'è chi invece sostiene che i nomi ci sono e come e sono i nomi delle singole aziende coivolte in maniera diretta e indiretta in quel trasporto merci, otto in tutto, Trenitalia e Gatx in testa. A enunclearle una per una, e a metterle “nero su bianco” sono sempre loro, quelli dell'assemblea 29 giugno la cui parola d'ordine è: la sicurezza non è un qualcosa che si può delegare, ma ognnuno se ne deve far carico. Un principio semplice, quasi elementare che però li ha già portati a Bruxelles, li ha visti sostenere Dante De Angelis ed esultare con lui in seguito alla riassunzione... in prima linea insieme ai famigliari delle vittime ( riuniti nel comitato Avif) nel tentativo di tenere viva l'indignazione popolare per la tragedia vissuta. E li vede necessariamente proiettati verso un obiettivo che lo Stato e le istituzioni si prefiggono all'indomani di ogni disastro: non dovrà succedere più... una frase capace di mettere i brividi ogni qual volta viene pronunciata, perchè puntuamente disattesa.
La stessa tragedia di Viareggio, dicono infatti, è una tragedia annunciata: secondo quanto riferito da alcuni mezzi stampa, solo nel mese di giugno si sarebbero contati 5 deragliamenti, senza conseguenze, e ben 10 dall'inizio dell'anno. Il precedente illustre risale a qualche anno prima, precisamente il 2004 sulla linea Milano-Como-Chiasso, un treno passeggeri in quel caso, nessuna vittima fortunatamente, ma dinamiche molto simili: la rottura di un semiasse, lo svio...
All'indomani di quell'incidente gli esperti erano stati piuttosto precisi e avevano avanzato delle proposte che miravano appunto al miglioramento della sicurezza del trasporto ferroviario: monitoraggio frequente e con strumentazioni all'avanguardia, eventuale sostituzione degli assi più vecchi e usurati, a rischio spezzamento.
Adesso quelle indicazioni sono state fatte proprie dall'assemblea e incluse in un pacchetto, che loro definiscono alludendo ad un altro tristemente noto, “pacchetto sicurezza”... in Fs. Pacchetto che si erano prefissi di portare alla Conferenza di domani.
Una serie di norme che a volerle condensare in poche parole chiave comprendono: riduzione della velocità in prossimità dei centri abitati, maggiori e più frequenti controlli con dispositivi ad hoc anche a bordo dei treni, ispezioni a sorpresa, impiego di carri a rischio zero come avviene in Europa per il trasporto di materiale radioattivo, e, dulcis in fundo, ma non per importanza, la fine delle intimidazioni a cui gli Rls delle ferrovie ( e non solo, a essere precisi) sono sottoposti.
Gli italiani hanno ben presente la vicenda di Dante De Angelis. Ma Dante non è di certo l'unico Rls sottoposto a “ritorsioni” aziendali per aver correttamente svolto il proprio compito. Molti altri, nomi sconosciuti ai più ma ben noti all'interno della categoria, hanno subito o stanno subendo sorti analoghe: a denunciarlo tramite lettera aperta pubblicata nei primi mesi di quest'anno è lo stesso De Angelis, successivamente reintegrato.
Il problema della sicurezza nelle ferrovie è un problema continuamente attuale e non legato necessariamente a eventi contingenti e drammatici come quello di Viareggio: con una cadenza pressochè costante, e nella maggior parte dei casi circondata dal silenzio, si ripetono piccoli o grossi incidenti, il più delle volte mortali, lungo i binari. A rimetterci sono in questo caso i lavoratori, per conto di Fs o di ditte in appalto.
All'internno di uno scenario già di per se complesso si inserisce infine a buon diritto la vertenza che da tempo i macchinisti stanno portando avanti per impedire l'introduzine del macchinista solo a bordo dei treni, in gergo tecnico “agente solo”. Finora a guidare i treni sulle nostre ferrovie sono sempre stati in due, cosa che, sostengono i sindacati di base, ha consentito di rendere le nostre ferrovie le più sicure d'Europa, almeno finora.
Il macchinista solo, già presente in vari paesi europei scatena non poche preoccupazioni presso i nostri macchinisti, visto l'alto tasso di incidentantilità e i disagi che si registrano a livello europeo ( vedi su http://www.cub.it/article/?c=&id=4974): un segnale che sfugge, un colpo di sonno, malori...
A contrastare la decisione da parte di FS e sindacati confederali ( siglata il 15 maggio di quest'anno) sono in molti, macchinisti, preoccupati per la propria e l'altrui sicurezza, sigle sindacali autonome, Orsa e CUB. Per questo avrebbero dovuto scioperare il 12 e 13 dicembre, ma lo sciopero è stato precettato e rinviato al 26 e 27 gennaio.
Nel frattempo, mentre a Viareggio l'assemblea si prepara ad accogliere “l'Europa” per la due giorni sulla “sicurezza” spuntano le immagini inedite del disatro, andate in onda, ieri sera, brevissimamente e senza commenti aggiuntivi sul Tg del secondo canale Rai.
"Una strage che rischia di essere dimenticata?" Si chiedono ormai in molti...

Per info sull'attività dell'assemblea 29 giugno: www.assemblea29giugno.info


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