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Articolo 21 - ESTERI
Bashar, orgoglio di Hafez
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di Riccardo Cristiano

Bashar, orgoglio di Hafez Mentre un gruppo di buontemponi si occupava di Amina, intrigato dall’idea di poter pubblicare la foto di una bella ragazza e stimolare la fantasia del lettore spiegandogli che si trattava di una omesessuale siriana finita nei guai con il regime ( che poi Amina non esistesse era un dettaglio di nessuna rilevanza), il presidente Bashar al-Assad preparava l’assalto a Jisr al-Shugur, una di quelle storie di cui secondo i buontemponi in questione non frega niente a nessuno.

Considerato dagli amici politici di questi buontemponi dell’informazione un “riformista timido” fino a poche ore fa, Bashar al-Assad ha riconquistato la città del nord della Siria in un modo che avrebbe fatto inorgoglire suo padre. Lui, il vecchio Hafez, deceduto nel giugno del 2000, aveva represso  la rivolta di Hama mandando i suoi artificieri a minare le mura della vecchia medina e facendola quindi crollare in testa ai suoi cittadini, tra i quali gli insorti: 20mila morti, si dice, forse di meno, forse di più.

Lui, il riformista timido, il piccolo Bashar, il giovanotto che ha studiato oftalmologia perché non sopporta di vedere il sangue, il presidente a cui ancora all’inizio della settimana passata Benedetto XVI ha raccomandato di varare “riforme vere”, ha preferito riconquistarla con l’ausilio dei bombardamenti aerei.  Ha anche mandato i suoi a “ripulire” un ospedale, dove ovviamente si annidavano questi pericolosi terroristi che secondo la propaganda del regime guidano la rviolta.

C’è una strana predilezione da parte di questi terroristi anti-regimi per gli ospedali. Anche nel Bahrain, dopo la feroce repressione, il regime ci ha spiegato che i terroristi si annidavano in ospedale. In Bahrain come in Siria quelli che gli aguzzini di stato sono andati a finire negli ospedali non erano civili ferti dagli apparati repressivi, ma pericolosi terroristi.

Ma la decisione turca di non chiudere la frontiera e lasciar passare i fuggiaschi dall’inferno degli Assad ( i turchi non hanno gridato all’invasione per l’arrivo di qualche migliaio di profughi), consente al mondo di sapere la verità. Benchè molti giorni italiani preferiscano raccontare quel che accade a Jisr al-Shugur con servizi redatti nelle redazioni di Gerusalemme, non da un inviato tra i dannati accampati in Turchia.

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