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In autunno una carovana per la ricostruzione civile e democratica del Paese
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di Domenico Petrolo

In autunno una carovana per la ricostruzione civile e democratica del Paese

Con il il voto del referendum il vento che aveva spazzato via le amministrazioni della destra, soprattutto al nord, ora soffia forte in tutt’Italia, sud compreso. Il 55% degli italiani, 30 milioni circa, di cui una buona parte elettori di centrodestra, votando quattro sì ha bocciato con forza l’idea di Paese che questo governo ha in mente. Mai come in questi ultimi mesi si aveva avuto una mobilitazione permanente cosi forte. Un’Italia che ogni giorno si è svegliata con manifestazioni, presidi, coccarde tricolore,  con l’arancione e altri colori adottati come simbolo di un cambiamento gentile. Con il web protagonista fondamentale, capace di supplire all’oscurantismo delle televisioni filogovernative.

Una grande prova da parte di un Paese che per troppi anni è stato maltrattato e ingannato. Una prova che finalmente ci permette di tornare a respirare e di rispondere a quel cartello che nella Plaza del sol degli indgnados recitava “Non strillate troppo altrimenti svegliate gli italiani”: Non sappiamo se dormivamo, sappiamo sicuramente che ora non abbiamo più nessuna intenzione di andare a letto presto.

Ma se, sottovalutando la forza e le risorse del berlusconismo, pensassimo che è andata, che tutto è finito, che finalmente siamo tornati ad essere un paese normale faremmo, come già è successo, l’errore più grande che si possa fare. Ancora una volta vanificheremmo tutti i nostri sforzi in una battaglia che è ancora lunga e insidiosa.

Spesso in questi ultimi mesi siamo scesi in piazza in difesa della scuola pubblica, della Costituzione, della libertà delle donne, della democrazia. Ogni volta in strada per difendere le istituzioni da chi pensava che fossero al proprio servizio e al proprio godimento.

Ora, oltre che difendere, è giunto il momento d’iniziare a lavorare per scardinare tassello dopo tassello il modello culturale che ha regnato negli ultimi 17 anni, bruciando quasi un’intera generazione. Ora è giunto il momento di opporre una nuova e diversa resistenza. Una resistenza all’insegna della ricostruzione. Una ricostruzione civica, culturale, democratica dell’Italia, che passa attraverso la riappropriazione serena di valori e concetti, in cui si  torni a parlare di cosa intendiamo per solidarietà, liberta d'informazione, diritti civili, condizione femminile, sapere, democrazia e tanto altro. Con la convinzione e la forza pacata di chi crede che da questi valori e concetti non si possa prescindere.

E’ giunto il momento di unire e sostenere, attraversando il Paese da nord a sud, tutte le energie positive che si battono per il cambiamento. In un cammino che coinvolga associazioni, movimenti, esponenti della politica, della cultura, dell’economia, chiunque abbia voglia di ricominciare a far vivere questo Paese.

Una carovana che il prossimo autunno coinvolga tutte le energie che in ogni città, anche di provincia, fanno quotidianamente la loro parte per sostenere un’idea sana di comunità. Una carovana che non sia caratterizzata da un colore politico, ma al contrario aperto a chiunque crede che non si possa prescindere dal diritto di cittadinanza. Perché mai come ora abbiamo bisogno del contributo di tutti per vedere il sole di una nuova alba.


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