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Articolo 21 - INFORMAZIONE
La Rai non si salverà con trattative di piccolo cabotaggio
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di Carlo Verna

La Rai non si salverà con trattative di piccolo cabotaggio Ringrazio autori e artisti che si stanno facendo carico del "bene comune " Rai e naturalmente Articolo 21 che e' il motore di tante aggregazioni di libertà. Siamo a un punto di svolta o la battaglia navale contro il servizio pubblico continua e si passa da colpiti ad affondati o come speriamo, visto il vento di indignazione da un lato e di affetto dall'altro, comincia la  risalita. Occorre lo sforzo di tutti, movimenti e associazioni, sinistra e destra  contro il partito del conflitto di interessi. Tutti insieme con lo spirito dei costituenti per nuove norme sulla Rai . Attenzione , pero', perche' il tempo e' scarsissimo e il Parlamento e' quello che si esprime per spiegare ai giudici come  Berlusconi credesse che Ruby era la nipote di Mubarack. Dunque se si vuole impedire che i nuovi vertici aziendali siano eletti tra pochi mesi, meno di un anno, ancora sulla base della legge Gasparri si deve subito metter su un tavolo multipartisan che con determinazione affronti la riforma. Proveremo noi dell' Usigrai a stimolarlo, siamo certi che saremo in compagnia di Articolo 21.
I passi che abbiamo mosso per poter arrivare alla costituzione di parte civile nel futuro processo alla P4 hanno da un lato un valore morale nei confronti di tutti quei colleghi che lavorano correttamente e con amore verso il servizio pubblico,vilipesi dal sistema di controllo che sta emergendo;dall'altro servono per render chiaro a tutti che intendiamo conoscere la vicenda complessiva per filo e per segno,senza che rimangano zone d'ombra.Solo cosi' si potra' arginare un certo modo di pensare all'azienda di occupazione e di saccheggio.Le inchieste della magistratura stanno scoperchiando una pentola. Vogliamo vedere tutto cio' che uscira' fuori,i giudici sanzioneranno cio' che e' penalmente rilevante di alcuni comportamenti.Ma c' e' anche un profilo etico,deontologico. Raiset per esempio e' una storia tuttora in corso,il conflitto di interessi e' un grande problema politico e di democrazia,ma e'pure una spinosa questione aziendale.Abbiamo il diritto di esser certi che le scelte fatte in Rai siano nell'esclusivo interesse industriale e di redditivita' sociale dell'azienda di servizio pubblico e non costituiscano invece utili sponde per Mediaset.Ci muoviamo per questo,per rilanciare il diritto dei cittadini ad un bene comune quale dovrebbe essere il servizio pubblico radiotelevisivo.Con "Riprendiamoci la Rai",dopo il primo affollato appuntamento nei giorni scorsi al teatro Piccolo Eliseo di Roma, proveremo a metter su un grande movimento d'opinione,che intercetti i venti di cambiamento ,i popoli del referendum e di "se non ora quando?".Sappiamo che il percorso e' irto di ostacoli,ma la Rai non si salvera' con trattative di piccolo cabotaggio.

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