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Articolo 21 - Editoriali
La campagna infamante di Libero contro Enzo Baldoni
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di D.V.R.

Non so chi sia Enzo Baldoni, non so se sia più bravo come pubblicitario o come giornalista. So solo tre semplici cose. La prima:  è un italiano che è stato rapito da un gruppo terroristico e rischia la pelle; la seconda:  collabora con una rispettabilissima organizzazione umanitaria, la Croce Rossa; la terza: pubblica i suoi articoli (belli o brutti che siano) su un settimanale che ha autorevolezza e credibilità ed è diretto da un giornalista di valore, Enrico Deaglio. Questi sono i fatti che conosco.
   Libero, alla vicenda di Enzo Baldoni,  ha dedicato una violenta campagna di stampa, aperta  da un articolo firmato dal vice direttore Renato Farina. Il vice di Feltri, che successivamente è intervenuto con pari rozzezza sulla vicenda, definisce Baldoni tra l??altro un ??simpatico pirlacchione?, insomma un dilettante, un ??giocherellone? che si è messo a scherzare con il fuoco, che ha deciso di andare a passare le sue ferie in un luogo pericoloso come l??Iraq. Un signore che avrebbe fatto meglio a andare a ??cogliere le pesche nell??agriturismo di famiglia? invece di spendere il suo tempo libero in un paese in guerra, collaborando con la Croce Rossa e scrivendo i suoi reportage. Insomma guai ad immischiarsi nelle faccende dei ??grandi?. Sui teatri di guerra devono andare solo i giornalisti  embedded, inviati  dalle grandi testate. Devono muoversi al fianco dei comandi militari per poter raccontare solo ??la verità? decisa dagli uffici stampa degli Stati Maggiori. Secondo questa singolare visione della professione di giornalista  se non sei un giornalista  ??aggregato? ai comandi militari, sei un misto tra un matto, un fiancheggiatore dei terroristi, o al massimo su ??simpatico pirlacchione?.
 La rozzezza di Farina  va oltre: sul rapimento di Baldoni ipotizza una sorta di messa in scena. Leggiamo testualmente: ??Gli esperti dell'intelligence atlantica hanno molti dubbi su tutta la vicenda. Il volto del prigioniero non rivela contrazioni inevitabili per chi si trovi sull'orlo dell'abisso. Non appaiono intorno all'italiano uomini armati e mascherati. Potrebbe essere una recita?.
  Farina non si ferma e ci spiega che, comunque sia, Baldoni non ha nulla da temere. E?? un pacifista, un uomo di sinistra, non fa mistero di non amare il presidente del consiglio Berlusconi, e di non condividere la guerra in Iraq. Dunque è un perfetto fiancheggiatore dei terroristi. L??equazione di Farina  è semplice e volgare al tempo stesso.  ??Garantiamo, nel nostro piccolo, ai suoi rapitori islamici: tifa per voi, per la resistenza irachena. Non è musulmano, è milanese; non aderisce ad Al Qaeda, per carità, ma in fondo giustifica chi spara ai marines. Li conosciamo i documenti antimperialisti dove si solidarizza con ??le ragioni economiche, politiche, morali che spingono gli oppressi del mondo a combattere con le armi contro l'America e i suoi servi sciocchi, ad esempio Berlusconi?. Baldoni era di tale fatta. Lo ribadiamo volentieri, Signori dai lunghi coltelli: è del tipo di occidentale che piace a voi: antiamericano. Confidiamo basti?.
Dunque  i terroristi ?? ci spiega Farina ??  dovrebbero esser matti ad uccidere un uomo di sinistra, che, proprio per il suo essere di sinistra, è ovviamente un loro utilissimo agente all??interno del mondo occidentale.
Colpisce la raffinatezza del sillogismo di Farina: sei di sinistra, sei contro la guerra, non ami Berlusconi, allora non ci sono dubbi: sei dalla parte dei fanatici integralisti, ami Bin Laden e di sicuro applaudi davanti alla decapitazione degli ostaggi americani. Di fronte a questo ragionamento Enzo Baldoni farebbe bene ad essere rilassato, non ha da temere nulla, anzi ne siamo certi  in queste ore sta tranquillamente banchettando con i suoi rapitori che magari gli daranno gratuitamente qualche lezione sull??uso della scimitarra nell??esecuzione delle decapitazioni. Tornerà vivo e vegeto, con un sacco di souvenir nello zaino. Statene certi, non c??è di che preoccuparsi. Parola di Roberto Farina.
Sulla stupidità di un siffatto ragionamento crediamo non valga la pena di soffermarsi.    
 Colpisce invece la rozzezza della prosa e la spocchia che muove un giornalista superpagato come Renato Farina a denigrare  un collega free lance che, ne siamo certi, per i suoi articoli guadagnerà di certo la millesima parte dello stipendio che Renato Farina incassa standosene seduto nel suo ufficio. Ma colpisce soprattutto il fanatismo volgare di questa destra estrema degno, questo si, del peggiore integralismo, che porta Libero a menare fendenti contro un collega, un connazionale che, al di là di come la pensa, si trova in serio pericolo di vita.
 E?? singolare che in un paese civile si possa arrivare a tanto e che siffatti ragionamenti vengano considerati degni di far parte di un dibattito politico e culturale, invece di essere archiviati per quello che sono: spazzatura.
 Salta agli occhi, infine, la diversità dei toni usati sempre da questa destra estrema e dai suoi organi di stampa ufficiali, nei confronti dei quattro body guard rapiti (uno purtroppo ucciso) dalle milizie irachene. Quei signori, vennero immediatamente indicati all??opinione pubblica come ??eroi?. Guai a dissentire da questa definizione. Chi lo faceva veniva immediatamente come amico dei terroristi assassini. Che indignazione, quando qualcuno li ha definiti  per quello che realmente erano:  cioè mercenari nella migliore delle ipotesi.
La loro vicenda è stata spettacolarizzata con cura  dai media e usata spregiudicatamente per gli interessi elettorali del centro destra. Nessuno ha spiegato che facevano Stefio, Agliana, Cupertino e Quattrocchi in Iraq? al soldo di chi lavoravano? chi ha gestito il loro sequestro (ammesso che di sequestro si sia trattato)? quale è stato il ruolo dei servizi segreti occidentali, ed italiani in particolare, in quella vicenda?  perché, infine, è stato ucciso Fabrizio Quattrocchi?
I tre ostaggi superstiti ancora oggi  dicono di esser obbligati al silenzio. Da chi, e per proteggere cosa non ci è dato saperlo. Una vicenda oscura, seppellita sotto una colpevole coltre di silenzio con i media italiani che hanno tutti ingollato, con poche lodevoli eccezioni, la bella favola della liberazione compiuta dai marines americani dopo il ??Go? telefonico di Silvio Berlusconi.
 Una diversità di toni  che mostra un Paese, il nostro, governato da una logica ferrea e feroce:  due pesi e due misure. Un sequestro di serie A, quello degli ??eroici? mercenari italiani, uno di serie B, quello del ??simpatico pirlacchione? Enzo Baldoni.
 Pazienza.  La speranza è che Baldoni torni al più presto dalla sua famiglia, anche a costo di doverci sorbire un altro editoriale di Renato Farina. Ci dirà, non abbiamo alcun dubbio, che aveva ragione a scrivere che i terroristi non avrebbero mai ucciso il loro ??amico pirlacchione?.
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