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Rai e Mediaset non paghiamo per Silvio
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di redazione

Rai e Mediaset non paghiamo per Silvio

Vanno annullate le sanzioni inflitte dall'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni a Rai e Mediaset per le interviste concesse ai telegiornali delle due aziende dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in veste di capolista del Pdl, in vista del voto per le elezioni comunali e provinciali del 15 e 16 maggio. Lo sostengono  la Rai e Rti (controllata al 100% da Mediaset) in una serie di ricorsi depositati al Tar del Lazio. Per la Rai - sanzionata con un totale di 458mila euro - erano stati multati il Tg1 di Augusto Minzolini (prima 100mila euro e poi altri 258.230 euro, il massimo della sanzione, perche' recidivo) e il Tg2 di Mario De Scalzi (100mila euro). Per Mediaset - multata con un totale di 558.230 euro - le sanzioni inflitte lo scorso maggio dall'Autorita' presieduta da Corrado Calabro', hanno colpito il Tg4 di Emilio Fede (prima 100mila euro e poi altri 258.230 euro, in analogia con quanto deciso per il Tg1), il Tg5 di Clemente Mimun e Studio Aperto di Giovanni Toti con 100mila euro ciascuno.

Si attende ora la fissazione dell'udienza per la trattazione dei ricorsi davanti alla seconda sezione del Tribunale amministrativo del Lazio. Le sanzioni erano state deliberate a maggioranza dalla Commissione servizi e prodotti dell'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni "alla luce - si legge nelle delibere - degli esposti presentati" da una serie di parlamentari - tra cui Roberto Zaccaria, Roberto Rao, Antonio Di Pietro, Bruno Tabacci, Flavia Perina, Leoluca Orlando, Giuseppe Giulietti - per "la situazione determinatasi nella serata di venerdi' 20 maggio, nella quale si e' avuta la trasmissione, in prime time, da parte dei notiziari Tg1, Tg2, Tg5, Tg4 e Studio Aperto, di interviste al presidente del Consiglio".

 Praticamente tutti i principali telegiornali nazionali in chiaro, ad eccezione del Tg3 e del telegiornale di La7, avevano dato spazio al leader del Pdl. Berlusconi era stato interpellato in qualita' di leader del suo partito sulle elezioni amministrative ed era apparso seduto alla scrivania, con in evidenza il logo del Pdl. Secondo la Commissione servizi e prodotti dell'Autorita' "le interviste, tutte contenenti opinioni e valutazioni politiche sui temi della campagna elettorale, ed omologhe per modalita' di esposizione mediatica, hanno determinato una violazione dei regolamenti elettorali emanati dalla Commissione parlamentare di Vigilanza e dall'Agcom" relativi all par codicio. Contro le sanzioni si era espresso il commissario Antonio Martusciello, senatore del Pdl.


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