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di Riccardo Cristiano*
Arriverà domani a Damasco l’inviato della Lega Araba. La stampa pan-araba ha anticipato il piano che verrà illustrato a nome della Lega al presidente siriano Bashar al-Assad, anche se la tv siriana ha già smentito tutto, sostenendo che l’inviato arriverà a mani vuote. L’impressione però è che il piano sia vero e che rappresenti una sorta di ultimatum ad Assad, un ultimatum-salvezza, per il presidente e per il Paese. 
Ecco i punti del piano predisposto al Cairo:
1)  Stop immediato a tutte le azioni violente contro i civili. Ritiro dei soldati e dei mezzi militari dalle città,  così da  scongiurare il precipitare della Siria verso uno scontro confessionale capace di giustificare un intervento straniero. 
2)  Ricompense alle vittime.
3)  Liberazione di tutti i prigionieri politici e tutti quelli accusati di aver partecipato alle recenti proteste.
4)  Bashar al-Assad deve ribadire ufficialmente  il suo impegno per una transizione verso un regime di governo pluralistico e il suo impegno ad usare  le sue ampie prerogative attuali per affrettare le riforme.  Questo annuncio dovrebbe prevedere elezioni presidenziali nel 2014 (quando scade l’attuale mandato di al-Assad). Elezioni pluralistiche, aperte a tutti i candidati che adempiono alle condizioni di candidatura. 
5)  Separazione  dell’esercito dalla vita politica e civile.
6)  Avvio di contatti politici, seri e basati sull’uguaglianza, tra il presidente e i rappresentanti delle forze di opposizione (il Raggruppamento nazionale democratico, organo di coordinamento nazionale delle forze per il cambiamento democratico in Siria). Il piano richiede che siano rappresentati anche i comitati di coordinamento locali, i rappresentanti della corrente islamista e personalità nazionali conosciute.  A questo dialogo potranno partecipare tutti i rappresentanti delle forze politiche e sociali del Paese che si impegnino a dire  no alla violenza,  no al confessionalismo,  no all’intervento straniero.
 
7)  Il Baath (il partito al potere) deve tenere quanto prima una Conferenza straordinaria e  accettare la transizione verso un regime democratico, pluralista e basato sul verdetto delle urne.
 
8)  La Lega Araba svolge – su richiesta del presidente – un ruolo di supervisione del dialogo.
9)  Formazione di un governo di coalizione e di unità nazionale, presieduto da un premier accettato dalle opposizioni. Il governo prepara elezioni legislative trasparenti, pluralistiche, a cui parteciperanno i partiti ma anche i singoli, e che saranno monitorate dalla giustizia siriana, e che saranno aperte a osservatori. 
10)  Il governo di unità nazionale finisce il suo lavoro entro la fine dell’anno e subentra quello eletto dalle urne, con pieni poteri. 
11)  Il nuovo parlamento dà vita a una commissione costituente per una nuova costituzione democratica, che sarà poi sottomessa a referendum popolare.   
12)  Accordo su una scaletta temporale definita per eseguire questa iniziativa.
13)   Una squadra araba (designata anche dalla Lega) segue la questione siriana. 
tratto da www.ilmondodiannibale.it


		
		
		

	