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Articolo 21 - ESTERI
La curiosa popolarità di Bashar
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di Riccardo Cristiano*

La curiosa popolarità di Bashar Un supplemento di informazione religiosa e vaticana ci avverte: in Siria c’è il rischio di una gerra civile a base religiosa. Il futuro dei cristiani rischia di essere drammatico. Insomma, sembra di capire che Bashar non è poi male. Nell’argomentazione però c’è qualche imprecisione, significativa. Il partito di Bashar viene presentato come laico e socialista, mentre la sua ideologia, come dimostrano gli stessi libri del fondatore Michel Aflaq, è chiaramente fascisteggiante. Ma non basta: si legge nella nota che gli alawiti, la comunità di appartenza degli Assad, non sono ritenuti propriomente musulmani. Peccato però che  il laico e socialista babbo Assad per diventare presidente della Repubblica si fece fare dagli ayatollah un bel certificato di piena e legittima appartenza alla famiglia sciita degli alawiti. E peccato pure che non abbia mai tolto dalla costituzione l’obbligo per il presidente di essere musulmano. Che per un laico e socialista come lui, rimasto al potere per 30 anni, non è male…

Ma questi dettagli  non sembrano interessare molto. Interessa di più l’idea che se cade il governo Assad arrivano al potere i fondamentalisti e per i cristiani si fa brutta. Forse non la pensano così i molti cristiani che sono stati perseguitati dal regime degli  Assad. Ma anche questo per ora appare un fatto su cui si può sorvolare, è il timore per il domani, non per il passato, che interessa. Proprio come è successo con Gheddafi, difeso daalcuni prelati come Bashar oggi da altri prelati.  Ecco che la dotta spiegazione su tutti i rischi di un dopo Assad rimuove  che Assad dei più fanatici islamisti  sappia qualcosa, visto che arma Hezbollah e finanzia Hamas: in una sorta di dumping del fanatismo islamista lui lo esporta sotto costo, ma a casa lo proibisce. E ai cristiani, e al Vaticano,  dovrebbe andar bene. Dunque nel “paradiso” siriano i cristiano cosa possono fare? Possono pregare e basta, ma in silenzio,perchè certo  non possono discutere, esporre la loro visione dell’uomo, del mondo, affermare i loro principi o cosucce così.

 Ovviamente, come in tutti i percorsi rivoluzionari, anche in quello siriano il timore per il futuro è legittimo, ma parlando del domani non si può dimenticare  che questo regime dal 15 marzo ad oggi ha fatto uccidere 2600 cittadini, ne ha internati più di 10mila, ha tagliato acqua e luce alle città ribelli, ha seviziato bambini.

Va poi considerato che questi avvocati del giovanotto siriano non fanno che peggiorare la condizioni dei cristiani di Siria  schiacciandoli  su un regime morente e facendo di loro l’ultima stampella di un satrapo agonizzante. Anche l’Iran si prepara a voltare le spalle al giovanotto, puntando forse su un golpe militare. Questo per dire quanto abbia ragione il presidente Sarkozy a dire sorpreso al neo-avvocato di Bashar, il patriarca maronita Beshara Rai, “lei difende un leader finito”. Invece di spingere i cristiani a non confondere il legittimo terrore di scomparire con la paralizzante paura di esistere, certuni preferiscono spingerli nel baratro, presentarli come gli ultimi tutori di un regime odiato, detestato, disprezzato.

Un bellissimo romanzo di recente pubblicazione, “Elogio dell’odio”, spiega benissimo quanto sia aberrante il passato dei Fratelli Musulmani siriani e quello del regime degli Assad. Impossibile sottovalutare il primo, ma anche sostenere, difendere o allearsi con il secondo.

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