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Niente alibi
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di Giuseppe Giulietti

Niente alibi

"Nessuno  dia alibi ai violenti..", hanno detto e scritto in molti. Che alibi si potrebbe mai dare a chi è andato a Roma per far fallire la manifestazione, per oscurare centinaia di migliaia di donne e di uomini che, in tutto il mondo, protestavano duramente e pacificamente contro l'ingiustizia sociale? Che alibi si dovrebbe dare a chi aveva già deciso di spostare l'attenzione dalla inziative di popolo alle fiamme delle auto, alle vetrine mandate in frantumi, ai petardi lanciati addirittura contro gli stessi partecipanti  al corteo?
Basterebbe questo per comprendere la natura di questi incappucciati che, al di là delle forme, hanno per l'azione di massa lo stesso disprezzo che ben altro tipo di incappucciati ha sempre avuto per la democrazia, per la costituzione, per la legalità repubblicana.
Serebbe, tuttavia, un gravissimo errore dare alibi anche a chi vorrebbe oscurare politicamente e mediaticamente le ragioni di una protesta che gli incappucciati  di ogni risma non riusciranno comunque a fermare.
Le  violenze di  ieri e le strumentalizzazion di oggi non riusciranno a cancellare le domande di equità sociale, di inclusione,  di tutela dei beni comuni che stanno alla base della indignazione che sta animando tanta parte della pubblica opinione, e non solo in Italia.
Speriamo anche che, nei confronti,  di questa protesta  e dei suoi protagonisti , molti dei quali giovani e giovanissimi, finisca anche l'oscuramento mediatico che, spesso troppo spesso determina la necessità di esasperare toni e comportamenti per poter  esistere polticamente e mediaticamente.
In queste ore le loro ragioni hanno ricevuto  una attenzione straordinaria, ma sarebbe assai  rischioso dedicare attentzione ai loro volti e alle loro voci solo in queste occasion, anche se non sono certo mancati giornalisti ed autori che non hanno aspettato queste ore per scoprire il " pianeta degli indignati", basterebbe ricordare, per fare un solo esempio, alcune serate promosse da Michele Santoro, da Gad Lerner, senza dimenticare le inchieste curate da Riccardo Iacona o da Corrado Formigli, per limitarci alle sole reti televisive nazionali.
Una poltica ed un sistema informativo intelligenti dovrebbero trarre spunto da quanto è accaduto ieri per accendere ora  i riflettori anche sulle loro storie, sulle iniziative pacifiche in corso, sulle ragioni profonde  di un malessere che non può essere compresso, nè tanto meno eliminato  attraverso i bavagli o delegando alla sola politca il diritto alla rappresentazione di questi temi.
Gli alibi non vanno dati ai violenti, ma neppure a chi, per troppo tempo, ha fatto finta di non vedere e di non sentire, e ha preferito accendere i riflettori su alcuni "delitti privati" oscurando i grandi deliti collettivi, le spaventose insicurezze soiali, le vite precarie.
Un ringraziamento, infine,  va rivolto anche a quei giornalisti che, anche nella giornata di ieri, hanno coninuato a fare  il loro dovere, hanno raccontato i fatti, hanno dato spazio a tutte le voci, non si sono fatti travolgere dalle opposte emozioni.
Qualche  parlamentare berlusconiano, persino in queste ore, è riuscito ad ingiuriare i cronisti di Sky ed in particolare quelli di Rai News,  perchè ci hanno consentito di vedere e di capire, perhè hanno svolto un ruolo di vero servizio pubblico.
Qualcuno è arrivato persino a chiedere un intervento disciplinare contro il ditettore di Rai News Corradino Mineo. Per la cronaca Rainews, nella giornata  di ieri, ha toccato punte record di  ascolto, proprio perchè gli spettatori volevano essere informati, ma persino questo non piace agli incappucciati di ieri e a quelli di oggi, uniti dal comune disprezzo per la democrazia, per la costituzione, per qualsiasiforma  di trasparenza e di legalità repubblicana.
Neppure a questi andrà concesso alibi alcuno.

PARTECIPA AL FORUM di Articolo21 sulla manifestazione e sul ruolo dei media. Apre Duilio Giammaria

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