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Golia è avvertito, Davide non è solo
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di Antonio Boccuzzi

Golia è avvertito, Davide non è solo

A distanza di un pò di tempo è giunta la lettera della commissione europea che ammette la costituzione in mora contro l'Italia per quanto riguarda il recepimento della direttiva 89/391/CEE. Merito di Marco Bazzoni, della sua caparbietà e positiva ostinazione e demerito allo stesso tempo del ministro Sacconi, troppo preoccupato a smontare il testo unico per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro piuttosto che agire in maniera virtuosa oltreche conforme alle direttive europee.

L'ostinazione in questo caso è stata cattiva consigliera e il ministro già protagonista nella passata legislatura di una pesante avversione verso quella che sarebbe diventata la legge 81, ha preceduto nel suo obiettivo di smontaggio di quanto era stato prodotto in positivo dal governo Prodi. Nello specifico sono state segnalate dalla commissione europea alcune importanti osservazioni che mettono in discussione proprio alcuni principi inseriti nel decreto 106 del luglio 2009.

In particolare la deresponsabilizzazione del datore di lavoro in caso di delega e subdelega; la violazione della norma che prevede l'obbligo del documento di valutazione del rischio anche nelle imprese con meno di 10 dipendenti; la postecipazione dei termini della valutazione del rischio di stress correlato al lavoro; la postecipazione dell'applicazione della materia legata alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro nei confronti dei lavoratoriche operano nelle cooperative sociali e nelle organizzazioni di volontariato della protezione civile; infine la proroga del termine per completare l'adeguamento alle disposizioni di prevenzioni incendi per le strutture albeghiere dotate di oltre 25 posti letto:

Marco ha messo a disposizione di tutti i lavoratori la sua testardaggine, quasi a fare da contraltare al ministro Sacconi che aveva messo la sua cocciutaggine a disposizione di confindustria, accogliendo gran parte delle segnalazioni e dei suggerimenti fatti dall'organizazzione che raccoglie molti imprenditori italiani.
Davide contro Golia, ma anche questa volta il nostro Davide è riuscito a soverchiare le sorti di quella che in apparenza sembrava una partita persa. Vorrei suggerire al ministro Sacconi di procedere celermente verso le precisazioni e gli eventuali adempimenti che la commisione europea chiederà all'Italia.

Abbiamo già arginato la deriva che il decreto 106 aveva assunto fin dal suo esordio in commissione; qualcosa a causa della sua cocciuttaggine del ministro e di una maggioranza che a parte l'onorevole Cazzola non partecipò mai ai lavori, se non al momento del voto finale, passò. Un generale abbassamento delle sanzioni che tentammo di ostacolare, che seppur non stravolgevano la legge 81 ne minavano le basi.

Oggi, la lettera che avvia la procedura di messa in mora dell'Italia, rappresenta anche una risposta forte rispetto all'opportunità di rincorrere modifiche ad una legislazione che per molti rappresentava il meglio in Europa. Un rilancio al ribasso insomma,perpetrato in questi tre anni da un governo assente sui temi del lavoro o peggio ancora presente nell'ascolto perlopiù distorto delle esigenze dei soli imprenditori.
Insomma nell'imbarazzo di scegliere chi non accontentare si è optato per scontentare tutti e porre l'Italia in questa condizione di attesa di giudizio. Un giudizio, che mi auguro arrivi presto,che porti le correzioni dovute e renda applicabile al meglio la legge che tutela la salute e la sicurezza dei lavoratori .

Noi saremo qui a vigilare e vorrei personalmente scusarmi con Marco per la sensazione di solitudine che lo ha colto e che coglie tutti i rappresentanti della sicurezza (rls).

Golia è avvertito,Davide non è solo.

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