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Articolo 21 - Editoriali
Il movimento per la pace e il ruolo dell??informazione
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di Salamandra

Corteo"Sulle manifestazioni in Italia e nel mondo l'informazione fornita in Italia è stata, semplicemente, una falsificazione. Così macroscopica e clamorosa, da costituire una partecipazione 'militante' al tentativo di far guerra al Movimento per la Pace. Che questo derivi da coordinata premeditazione o da grossolana superficialità, in nessuno dei due casi risultano sminuite la responsabilità e la gravità". E' quanto sottolineano Don Luigi Ciotti del Gruppo Abele, Gino Strada di Emergency e padre Alex Zanotelli  su come i media hanno riferito della manifestazione di sabato 20 marzo.
"Come già il 15 febbraio 2003 (scrivono i tre esponenti del movimento per la pace), sabato scorso si è svolta a Roma la manifestazione più consistente tra quante se ne sono contemporaneamente svolte nel mondo. A questo proposito, la stampa degli Stati Uniti ha ripreso l'immagine di ??seconda superpotenza mondiale? per riferirsi al Movimento per la Pace.
??Gran parte dei media italiani, invece, (denunciano Strada, Ciotti e Zanotelli) ha ridotto questo avvenimento al resoconto della stolta e volgare aggressione di un gruppo di esagitati al leader dei DS Fassino, un episodio per il quale non abbiamo nessuna comprensione ed esprimiamo la più severa condanna. Tanti cittadini italiani  hanno espresso la loro volontà di pace, il rifiuto 'della guerra che è terrorismo e del terrorismo che è guerra', la convinzione che le truppe di occupazione non possono promuovere la pacificazione, la richiesta che vengano ritirate. L'informazione italiana ha nascosto e negato la realtà e la consistenza di questo fatto?.
I tre esponenti pacifisti concludono, poi: ??Il Movimento per la Pace  è ovviamente molto più di quel che ne dicono o ne tacciono i media italiani, e non soccombe alle calunnie e agli occultamenti. ? una realtà in atto e in divenire, con i caratteri e i contenuti che milioni di persone esprimono in Italia e nel mondo".
Sul ruolo dei media, carta stampata (tra cui spicca il ??terzista-cerchiobottista? Corriere della Sera) e TV-Radio, è opportuna una riflessione in vista di una campagna elettorale senza esclusione di colpi per le Europee di Giugno, e alla luce di eventi di politica internazionale (le elezioni presidenziali in Usa e la ripresa del terrorismo e degli atti di guerra in Palestina, Iraq e Afghanistan).
Già nella ??preparazione? all??evento di Sabato scorso i media, con alcune eccezioni, ma che non arrivano al grosso pubblico purtroppo, si sono distinti nel preparare il terreno consono ad uno scontro tra diverse anime: da una parte gli ??intrusi? dei DS, guidati da Fassino, reo di aver sponsorizzato e partecipato con D??Alema alla passeggiata in Campidoglio contro il terrorismo, una sottospecie di pantomima della ??solidarietà nazionale? degli anni Settanta; dall??altra, il popolo dei disobbedienti, degli antiamericani, dei filo-Saddam, degli illusi del pacifismo ad oltranza, dei violenti travestiti da agnellini.
La speranza per i ??terzisti, riformisti fondamentalisti e trasformisti? che la marcia per la Pace facesse ??flop? è svanita nel lungo pomeriggio ventoso della Capitale!
Se non proprio 2 milioni, almeno un milione e mezzo di gente variopinta e non-violenta è scesa per le strade di Roma con dignità, ironia, consapevolezza e tanta voglia di sentirsi uniti.
Quello per la Pace è sempre di più un movimento unico, internazionale, che spazia dalle posizioni politiche di sinistra, anche estrema, fino a settori moderati, non ideologizzati. Attraversano queste schiere gruppi organizzati spinti da mozioni religiose e da semplici prese di coscienza ??prepolitica?. Giovani che altrimenti non si accosterebbero ai partiti politici o alla partecipazione del ??gioco elettorale?, classi sociali diverse ed economicamente contrapposte che si saldano sulla scia di valori universali più forti delle ideologie e delle appartenenze politiche.
Si tratta di un movimento che ha la memoria da elefante e che al momento opportuno farà pesare il proprio ruolo nelle scelte elettorali (il caso spagnolo docet!). Stia quindi attenta la destra al potere in Italia e non solo (le elezioni regionali francesi vinte dalla sinistra confermano questo trend).
Purtroppo ad oscurare il successo ??mondiale? della manifestazione romana (lo dimostra lo spazio dedicatole dai media internazionali) è sopraggiunto l??episodio violento contro Fassino, pane per i denti di tutti quei media che non vedevano l??ora di poter così ??negativizzare? il movimento e l??evento stesso. In parte ci sono riusciti, ma hanno creato nell??opinione pubblica rancori e disaffezione, che spingeranno milioni di persone a ricorrere ad altre fonti informative nei prossimi mesi, non fidandosi più neppure delle ??autorevoli? firme di alcuni grandi quotidiani. Ci sarà quindi da lavorare molto per i siti informativi ??fuori dal coro? come il nostro, ma anche per le TV e le Radio che non si sono piegate alla ??disinformazione? interessata legata in qualche modo alla destra al governo.
La stessa improntitudine, sciatteria professionale e scarsa capacità informativa sono state mostrate dai media nell??affrontare gli incidenti avvenuti prima, durante  dopo il Derby tra Roma e Lazio all??Olimpico, Domenica scorsa. C??è una contiguità tra la tifoseria, l??appartenenza ad un clan giornalistico sportivo e le società di calcio (che poi si rifanno ad ambienti politici ed economici della destra al potere) che è difficile sradicare. Sono anni che assistiamo ad un Circo Barnum mediatico del calcio strillato, che avvelena le coscienze di giovani e non solo, che porta soldi, tantissimi, nelle casse delle televisioni ( Mediaset e Sky soprattutto), che non analizza a fondo questo fenomeno ormai snaturato del ??calcio business?.
Il calcio giocato è ormai una ??polpetta avvelenata? che sta mitridizzando gli stessi gruppi di potere che lo gestiscono in barba ad enormi conflitti di interessi (Berlusconi presidente del consiglio, del Milan e di Mediaset, amico e raccoglitore di pubblicità per la Sky di Murdoch, solo per fare un esempio!), tanto da cercare soluzioni fantasiose con decreti legge interessati, senza però sradicare le anomalie del business pedatorio.
Ma si sa che il calcio serve anche ad ottenere consensi politici. I gruppi degli ultras da decenni sono contigui con le società, le ricattano e spesso sono da queste stesse coccolati, a volte per manipolare le campagne acquisti, altre per togliere di mezzo qualche giocatore scomodo oppure un allenatore troppo indipendente, oppure per premere sul governo per ottenere privilegi fiscali.
Negli stadi e subito fuori, nelle loro vicinanze, si respira aria di violenza (qualcuno la chiamerebbe ??maschia?), che copre ambienti neofascisti e squadristi, manovalanza politica a buon mercato per le elezioni. Chissà perché oggi i media non indagano su questi ambienti, come si faceva un tempo, nel tentativo di ??bonificare? la tifoseria e far ritornare le famiglie negli stadi.
Ultima annotazione. Il provincialismo dei nostri media è talmente evidente che di fronte al riacutizzarsi degli eventi bellici in Palestina, in Iraq e in Afghanistan, passando per il Kossovo, scarse e di routine sono le informazioni, manchevoli gli approfondimenti, pur di rimanere attaccati al polverone degli ??incidenti squadristici? avvenuti fuori della marcia della Pace, o della sospensione del Derby, richiesta dai giocatori di Roma e Lazio, sulla scorta di informazioni false, fatte girare da gruppi di ultras.
??Mala tempora? currunt ha scritto il politologo Sartori! Che da un male scaturisca occasione di riflessione e di miglioramento sta a noi tutti, giornalisti e uomini liberi della politica vera, nobile, far sì che si realizzi. Quello che sta accadendo nel resto dell??Europa e negli Stati Uniti ci conforta!

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