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Articolo 21 - Editoriali
La Nostra Resa Mediatica
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di Antonio Padellaro

da L'Unità

Ci dicono che i terribili messaggi web sulla sorte di Simona Torretta e Simona Pari non sono attendibili. Che fanno parte della guerra mediatica scatenata dai tagliagole per terrorizzare lâ??Occidente. La prima frase ci conforta. La seconda ci confonde. Ã? vero, infatti, che in questo come in altri casi la strategia di morte mira a diffondere tra gli italiani sentimenti di impotenza e rassegnazione davanti a un nemico fanatico e crudele, che vuole apparire onnipotente, che si diverte a giocare con la vita delle due ragazze di pace. Ma se la risposta allâ??orrore è quella che abbiamo atteso, invano, in queste ore, è una guerra mediatica persa in partenza. Prendiamo la drammatica notte tra mercoledì e giovedì. Le agenzie battono lâ??annuncio dellâ??avvenuta esecuzione. Nei giornali si cambia tutto, titoli, foto, commenti, attenti a non sbagliare, cercando di indirizzare il lettore nella direzione giusta: incredulità e angoscia ma anche lâ??invito a prendere la notizia con le molle. Ã? tardi, ma il pubblico televisivo è ancora molto numeroso. Quasi immediatamente «Sky News 24» e «La7» riescono a improvvisare delle dirette sullâ??evolversi degli avvenimenti. Dopo unâ??eternità arrivano anche il Tg2 e il Tg3. Il Tg1 deve invece attendere nellâ??anticamera di Porta a Porta che si compia fino in fondo il sacro rito su Cogne. Ã? ormai notte fonda e dentro le case dei tanti italiani rimasti incollati ai teleschermi entrano solo le immagini e le minacce del terrore. Il resto è silenzio. Dovâ??è la voce del governo? E cosa dice la Farnesina? Câ??è qualcuno, tra i mille esperti sempre pronti a salire sul carro della guerra necessaria, disposto ad analizzare i messaggi, a spiegare quali elementi a disposizione portano allâ??inattendibilità del gruppo e del sito, perché potrebbe essere la mossa di uno sciacallo? Niente di tutto questo: gli esperti sono andati a letto e completamente padrona del campo mediatico resta Al Qaeda. Dopo il rapimento delle due italiane questo giornale ha commentato favorevolmente lâ??invito rivolto dal governo allâ??opposizione: la richiesta di collaborazione comune per non lasciare nulla di intentato per giungere a una positiva conclusione della vicenda. Abbiamo sinceramente apprezzato lo sforzo del ministro Frattini e del sottosegretario Boniver, il viaggio nella zona di crisi per allacciare più forti contatti con il mondo islamico moderato, per aprire nuovi canali, per raccogliere utili informazioni. Abbiamo sperato quando il ministro degli Esteri si è dichiarato in possesso di importanti novità. Abbiamo considerata appropriata la sua consegna del silenzio che continuiamo a rispettare. Poi, però, è come se quei fili che apparivano ben tesi e collegati si fossero gradualmente allentati. Qualche strana indiscrezione filtrata dai Servizi sulla esistenza in vita di Simona e Simona, e niente di più. Il governo è sembrato occuparsi di altro. Come se il dramma fosse uscito dalle stanze di Palazzo Chigi. Come se lo spirito dellâ??incontro unitario fosse già evaporato nel cielo delle buone intenzioni. Si è aperto un vuoto distratto che neppure lo choc dellâ??altra sera è riuscito a colmare. Ma nel momento in cui le attese di speranza subiscono un duro colpo e lâ??incubo si dilata, non ci si può accontentare di un presidente del Consiglio distratto, di un ministro degli Esteri lontano, di un Parlamento ignorato, di un servizio pubblico televisivo inadempiente. Unâ??assenza incomprensibile che non aiuta, che inquieta, che giova solo al nemico.
apadellaro@unita.it

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