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Sicurezza sul lavoro, la "petizione Bazzoni" lunedì a Bruxelles
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di redazione

Sicurezza sul lavoro, la "petizione Bazzoni" lunedì a Bruxelles Lunedì 21 Novembre si riunisce la Commissione per le Petizioni del Parlamento Europeo. All'ordine del giorno ci sarà la Petizione 1919-09, quella che Marco Bazzoni ha inviato riuscendo a far aprire una procedura d'infrazione contro l'Italia, in violazione di alcuni punti della direttiva europea 89/391/CEE. Pubblichiamo di seguito l'intervento che sarà tenuto dal medico del lavoro Andrea Bagaglio in rappresentanza dello stesso Bazzoni...

Il testo dell'intervento
Spettabile Commissione Petizioni del Parlamento Europeo, il 13 Ottobre 2011, sono stato informato che il 30 Settembre 2011 la Commissione Europea aveva inviato una lettera di messa in mora contro l'Italia, per violazione di alcuni punti della direttiva europea 89/391/CEE.
Purtroppo alcuni punti della Petizione 1919-09- che, voglio ricordare, è stata inviata come denuncia all'Unità Salute, Sicurezza e Igiene sul lavoro della Commissione Europea Occupazione e Affari Sociali - non sono stati inclusi nella lettera di messa in mora. Alcuni di questi riguardano la  "Riduzione generalizzata delle sanzioni contro i datori di lavoro e i dirigenti in materia di valutazione dei rischi", "Modificato l'obbligo di consegna da parte dei datori di lavoro del Dvr agli Rls", "Sorveglianza sanitaria-Possibilità di visite mediche preassuntive".
Su tali argomenti, sono stati  inviati a codesta Commissione ulteriori aggiornamenti, non presenti nella petizione originale, con la finalità di  trasmetterli alla Commissione Europea, onde convincere la stessa  Commissione Europea  della necessità di aprire una procedura d'infrazione anche su questi punti.
Poiché non mi risulta che La Commissione Europea si sia ancora espressa su quanto da me nuovamente documentato, gradirei conoscere la situazione attuale di tale valutazione.
L'Italia è il paese europeo con il più alto numero di morti sul lavoro, che da noi vengono  chiamati in modo ipocrita e vergognoso "morti bianche".
Le chiamano così, perchè l'aggettivo bianco, allude all'assenza di una mano direttamente responsabile dell'accaduto, mentre le  mani responsabili sono sempre, più di una!
Negli anni 60 le chiamavano omicidi sul lavoro, termine forte, ma sicuramente più realistico.
Per l'anno 2010 l'Inail, ha dichiarato che ci sono state 980 morti sul lavoro, rimarcando il fatto che per la prima volta dal dopoguerra, in Italia siamo scesi sotto quota mille morti.
Inoltre, anche gli infortuni sul lavoro sono diminuiti nel 2010 (sempre secondo l'Inail), attestandosi a quota 775 mila.
Ma questi sono dati fortemente sottostimati, innanzitutto perchè non  sono rapportati alla grave  crisi economica che ha colpito l'Italia.
Osservatori accreditati stimano, che da questi dati, manchino 200 mila infortuni che ogni anno non vengono denunciati, perchè in molti casi registrati  come malattia, perchè accaduti a lavoratori che erano "in nero"  o  perchè assunti con  contratto di lavoro precario, quindi ricattabili.                                       
Nella comunicazione che ci ha fatto avere la Commissione Europea sulla riduzione generalizzata delle sanzioni, la Commissione dice che :

"Gli Stati membri devono assicurare in particolare 'una vigilanza e una sorveglianza adeguate' dell'applicazione delle disposizioni nazionali di trasposizione della direttiva.
È chiaro che per garantire l'effettiva applicazione della legislazione, i controlli di cui sopra, eseguiti dagli Stati membri, devono poter prevedere anche l'irrogazione di sanzioni adeguate e le necessarie procedure di incriminazione per inadempienza alle normative in
materia di sanità e sicurezza"


Ma come si può parlare di sanzioni adeguate per l'Italia, quando la maggior parte delle sanzioni per i datori di lavoro, dirigenti sono state dimezzate, portandole  a  2500-6400 euro ( riducibili ad un quarto se pagate nei tempi stabiliti)  e sostituendo l'arresto con l'ammenda?
Inoltre, come si può parlare di controlli adeguati in Italia, quando le aziende sul territorio italiano ammontano a 6 milioni e i tecnici della prevenzione dell'Asl, cioè quelli che dovrebbero verificare che le norme per la sicurezza sul lavoro siano rispettate, sono circa 1850?
Se le dovessero controllare tutte, ogni azienda riceverebbe un controllo ogni 33 anni, praticamente MAI.
Inoltre il Governo Berlusconi (che come avrete saputo dai mezzi d'informazione è finito  ) non ha fatto nulla per aumentare tali controlli, anzi ha cercato di ridurli.
C'è addirittura un blocco delle assunzioni dei tecnici della prevenzione Asl, così che ogni pensionamento  non viene sostituito da assunzione .                                                                   
Per quanto riguarda le condanne per i datori di lavoro responsabili delle morti sul lavoro accadute nelle loro aziende  o sono irrisorie o non avvengono per prescrizione .                              
Le pene sono talmente basse, che ci sarebbe di cui vergognarsi!
Immaginatevi lo sconforto dei familiari, che oltre ad avere perso un loro caro non possono neppure avere il  conforto di un briciolo di  giustizia.
E' come se il loro caro morisse una seconda volta.
Le condanne   di primo grado   che ci sono state nel processo Thyssen (ammesso che reggano in appello), dove voglio ricordarvi il 6 Dicembre 2007 morirono bruciati 7 operai , non sono ripetibili neanche lontanamente in alcun altro processo per morti sul lavoro accaduto in Italia.




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