Articolo 21 - ESTERI
"L'Italia denunci le violazioni dei diritti umani in Egitto"
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di Bruna Iacopino

A questo poi si aggiunge quella che Nabil definisce la farsa elettorale, soprattutto per gli egiziani all'estero: “La registrazione per le operazioni di voto per gli egiziani all'estero è stata effettuata in via telematica, ma la procedura oltre ad essere molto complessa e non accessibile a tutti richiedeva una serie di documenti che molti non posseggono o non hanno fatto in tempo a recuperare anche attraverso le ambasciate.”
E qui subentra appunto il ruolo delle ambasciate, che, denuncia Nabil, tutto hanno fatto tranne che agevolare le operazioni e far circolare le informazioni necessarie. “ In Italia si poteva già votare dalle 14.30 di mercoledì scorso, peccato però che in molti non ne fossero a conoscenza.”
E la comunità egiziana residente in Italia, cosa fa? Cosa dice?
“Al di là delle discussioni interne, del programmare qualche iniziativa, poco... Molti hanno paura delle possibili conseguenze una volta tornati in Egitto.”
Ma conseguenze di che tipo?
“Problemi a rientrare, arresto per attività politiche che destabilizzano il paese... io stesso ho un fascicolo aperto a mio nome a fine gennaio di quest'anno per attività politica.”
Si ma adesso Mubarak non c'è più?
“Lui no, ma le forze di sicurezza rimangono le stesse, quelle non sono cambiate...”
Uno sciopero della fame e della sete finalizzato si a risvegliare la silente comunità egiziana in Italia, ma anche a sollecitare il Governo e l'intera società civile italiana a una presa d'atto e conseguente denuncia di quanto sta accadendo nel suo Egitto,... appello che verrà rilanciato nel corso di un sit-in programmato davanti all'ambasciata egiziana a Roma per giorno 29 novembre alle ore 16.
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