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Articolo 21 - ESTERI
I nodi mediorientali e il pettine libanese
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di Riccardo Cristiano

I nodi mediorientali e il pettine libanese Come mai proprio questa notte alcuni “razzi vacanti”, provenienti dall’Hezbollahstan sud-libanese, sono atterrati in territorio israeliano? Perché domani potrebbe cadere il governo pro-Hezbollah che guida il paese dauna decina di i mesi, grazie alle violente pressioni siriane. Quindi Hezbollah ha voluto avvertire dei rischi che un collasso governativo potrebbe avere per tutti, e Israele, rispondendo subito alla provocazione con quattro razzi sparati in territorio libanese lo ha fato capire. Ma perché potrebbe cadere il governo libanese? Ecco, questa domanda ha bisogno di una spiegazione un po’ più articolata.

Di Libano si parla,ma quando lo si fa si parla di due blocchi: uno sostenuto a Hezbollah, il blocco degli antagonisti, gli anti imperialisti, i filo siriani, i filo iraniani etc, che ha conquistato il governo affidato al premier Mikati. Dall’altra pate c’è il blocco dei filo occidentali, degli anti siriani, degli anti iraniani, guidato dal multi miliardario Saad Hariri, figlio del defunto Rafiq.

Ora accade che anche Mikati sia miliardario, per la precisione più miliardario di Hariri, ma siccome sta con gli “antagonisti”, con gli “anti imperialisti” di Hezbollah questo suo benessere non viene citato. Eppure è così… Ma  conta, conta molto. Perché? Perchè quando anni fa qualcuno assassinò Rafiq Hariri la comunità internazionale istituì un Tribunale Speciale per Libano. “Tanto non farà mai niente”, sentenziarono i più, ma il Libano lo riconobbe e si impegnò a finanziarlo, quel tribunale. Ora arriva a scadenza il termine per il rifinanziamento, ma, purtroppo per il governo in carica, arriva a pochi mesi dal rinvio a giudizio dei quattro presunti organizzatori del delitto. Chi sono? Sono quattro dirigenti di Hezbollah.

Guarda caso il Partito di Dio ha pensato bene di risolvere il problema non finanziando più il Tribunale, “al soldo del nemico sionista”.  Comporterebbe sanzioni internazionali contro il Libano? Non problem, per Hezbollah. E per MIkati? Per Mikati problem, invece. Un  miliardario con conti correnti e interessi in tutto il mondo, può correre il rischio di trovarsi i suoi asset bloccati per fare un piacere a Nasrallah? Certo, lui fa affari d’oro con Bashar, da anni, ma il raiss siriano non è più così saldo e soprattutto gli affari, coi tempi che corrono, non li può garantire.

Così il miliardario rivoluzionario,  quello che nessuno ricorda avere un portafoglio più gonfio di quello di Silvio Berlusconi, traballa. Domani si riunisce il governo e il billionaire MIkati ha già fatto sapere che senza un accordo sul rifinanziamento del tribunale si dimetterà. E Hezbollah? Ha lasciato che quattro missili vacanti partissero dal sud del Libano alla volta di Israele.

La partita è importante anche per Assad: Beirut è l’unica capitale che grazie alla solidarietà del governo pro-Hezbollah non ha votato a favore delle sanzioni arabe, quindi le banche libanese rimarranno  l’unico rubinetto aperto. Ma se cadesse il governo? Fosco scenario, per il raiss di Damasco. Meglio votare il rifinanziamento del tribunale? Impossibile, visto che Hezbollah si gioca la faccia e Assad ancora di più, dato che l’ordine di uccidere  Hariri lo avrebbe dato lui.  E allora? I nodi mediorientali vengono sempre sempre al pettine libanese.

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