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Articolo 21 - Editoriali
In Usa nessuno vuole fare più il soldato
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di Roberto Rezzo

da L'Unità

 NEW YORK. La Guardia nazionale è in crisi di personale. Per la prima volta dal 1994 le domande di arruolamento sono meno dei posti a disposizione. Turni di combattimento troppo lunghi in Afghanistan e in Iraq, hanno spiegato i generali del Pentagono al New York Times. I vertici militari prevedono che se i turni non saranno accorciati dagli attuali dodici a un periodo compreso tra i sei e i nove mesi si assisterà a un crollo sia dei rinnovio del periodo di ferma che del reclutamento. Il morale al fronte è basso e si contano i mesi per l??addio alle armi. Una volta per tutte. ??Il comando dell??esercito è d??accordo che dodici mesi in un ambiente ostile sono troppi ?? Ha dichiarato il generale Steven Blum, capo del National Guard Bureau, da cui dipendono 460mila persone tra Guardia nazionale dell??esercito e dell??aviazione ?? Dobbiamo procedere a una rotazione più veloce delle truppe?.La soluzione del problema non è semplice come sembra. Al Pentagono si sono infatti resi conto che per far fronte all??occupazione irachena non c??è margine per accorciare i turni di combattimento. Nel Golfo occorrono tutti gli uomini a disposizione e serve che rimangano almeno un anno intero. Sin dai tempi della guerra in Vietman l??esercito ha utilizzato le proprie truppe in operazioni di combattimento all??estero per non più di sei mesi. L??eccezione principale è stata la guerra di Corea, quando i turni furono prolungati a dodici mesi. Turni di dodici mesi furono decisi dal pentagono lo scorso anno quando, dopo la fine dei combattimenti veri e propri, spazzato via il malandato esercito di Saddam, fu chiaro che le truppe americane si sarebbero trovate a fronteggiare una dura resistenza tra la popolazione irachena. Da allora il Pentagono ha dovuto anche fare ricorso ai cosiddetti ordini di ??stop-loss?, un inviso provvedimento che congela trasferimenti e pensionamenti, costringendo il personale a rimanere in servizio sino al completamento del turno di combattimento.
Eppure George W. Bush non ha dubbi, quella frase la ripeterebbe ancora: ??Missione compiuta?. Al candidato democratico John Kerry che l??accusa d??aver cantato vittoria troppo presto in Iraq, il presidente ha risposto dagli schermi della sua emittente preferita, la Fox di Rupert Murdoch: ??Se direi ancora quello che ho detto il primo maggio a bordo della portaerei? Assolutamente. L??ho fatto per ringraziare le truppe?. Non ammettere errori, farsi vedere risoluto, questo è il personaggio che Bush s??è cucito addosso e con cui spera di restare altri quattro anni alla Casa Bianca. Tanta sicumera però non cancella un dato di fatto: in Iraq rimane ancora tanto da fare. E non è ben chiaro che cosa.Il segretario di Stato Colin Powell, dopo aver riconosciuto come la situazione sia andata progressivamente degradando, annuncia una serie di azioni militari per riprendere controllo del territorio e poter garantire lo svolgimento delle elezioni irachene secondo i programmi di Washington. ??Il nostro obiettivo è di usare l??autunno per migliorare la sicurezza nel Paese e tenere le elezioni nel gennaio del 2005, come previsto. Questo è anche l??obiettivo del primo ministro provvisorio Ayad Allawi e tutti i nostri sforzi vanno in questa direzione?.Il primo assaggio lo si è visto all??alba di lunedì quando l??aviazione americana ha bombardato a tappeto la baraccopoli di Sadr City nella cintura di Baghdad, considerata una roccaforte degli sciiti seguaci dello sceicco Muqtada al-Sadr. Il dottor Qassem Saddam dell??Imam Ali Hospital ha riferito all??Associated Press un bilancio provvisorio di cinque morti e 46 feriti fra la popolazione irachena. Tra i feriti 15 sono donne e nove bambini. Il tenente colonnello Jim Hutton dell??aviazione Usa ha fatto sapere che i ribelli hanno risposto con tre colpi di mortaio contro la vicina base aerea, che però non avrebbero raggiunto l??obiettivo e sarebbero caduti su un quartiere abitato. Non è chiaro se vi siano state delle vittime. ??Mantenere la sicurezza è la nostra preoccupazione principale ?? ha aggiunto l??ufficiale - ma ci sta a cuore minimizzare le perdite tra la popolazione. Stiamo attenti a non mettere a rischio gli abitanti della periferia di Baghdad. Il nemico invece non mostra nessuno scrupolo nei confronti degli iracheni?. Sempre ieri, a Mosul, un commando della resistenza ha fatto esplodere un??autobomba al passaggio d??un convoglio della Guardia Nazionale, con un bilancio di quattro morti e tre feriti; riferiscono fonti di polizia irachene. In un altro attacco, diversi colpi di mortaio sono stati sparati contro l??accademia di polizia che si trova nelle vicinanze del famigerato Hotel Palestine. Episodi di violenza hanno continuato a essere segnalati in tutto il Paese, mentre i seguaci dello sceicco al-Sadr annunciano l??imminente proposta di un nuovo piano di pace per un cessate il fuoco tra i miliziani e le truppe d??occupazione. Resta da vedere se gli Stati Uniti vorranno trattare.

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