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Rai Internazionale verso la chiusura
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di Mirko Conte

Rai Internazionale verso la chiusura

Rai Internazionale va verso lo smantellamento. Non è una previsione catastrofista, ma quanto emerge da una recente delibera del consiglio di ammistrazione della Rai. Il documento prevede infatti che i servizi informativi sinora svolti dalla direzione guidata da Daniele Renzoni vengano riassorbiti da una nuova testata in cui saranno conglobate Rainews24 e Televideo; che il canale radiotelevisivo per gli italiani all'estero venga privato della sua capacità produttiva autonoma e diventi, semplicemente, "veicolo" di una selezione della programmazione delle reti nazionali; che "La giostra del gol", la trasmissione settimanale che permette ai nostri connazionali sparsi per il mondo di vedere le partite del campionato di calcio, venga integrata nella testata sportiva Raisport.

Tradotto in parole povere, la Rai sceglie di rinunciare a una programmazione specifica per gli italiani all'estero, cioè a uno degli spazi ancora residui di autentico servizio pubblico. Lo fa, naturalmente, penalizzando chi è lontano e poco può fare per protestare. Lo fa in piena coerenza con una linea editoriale e politica che sembra rinunciare, proprio nell'era della società globale, a un presenza internazionale forte e autorevole del nostro Paese. Si chiude Rai Internazionale, si tagliano drasticamente le sedi di corrispondenza all'estero, si cancella Rai Med. La Rai diventa specchio di un paese che non solo ha perso peso e prestigio nei suoi rapporti con il resto del mondo, ma che anche rinuncia a risalire la china. L'estero è il peso, il di più di cui si può fare a meno.

Per chi, come chi scrive, da molti anni lavora a Rai Internazionale accanto ad altri 130 colleghi (tra giornalisti, programmisti registi, tecnici, personale amministrativo), l'amarezza di dover far fronte a una ricollocazione all'interno dell'azienda è di gran lunga inferiore a quella che deriva da una semplice constatazione: un Paese che decide di tagliare i servizi per i suoi connazionali all'estero, un Paese che rinuncia a far circolare quell'informazione "di ritorno" che racconta la vita, le storie, le attività, i successi e i problemi di milioni di italiani che vivono lontani dall'Italia, è un Paese incapace di difendere la sua memoria storica e il suo presente oltreconfine.

Un Paese che perde se stesso e che, per il prossimo futuro, annuncia al mondo la sua resa: l'Italia, dagli scenari internazionali su cui si giocano le partite più importanti del nostro avvenire, si ritira. Che tutto ciò avvenga nel crepuscolo dell'anno in cui il 150° anniversario dell'Unità nazionale è stato celebrato in pompa magna è, forse, solo un ulteriore segno dei tempi.

Rai: una cosa è riformare, un'altra è tagliare selvaggiamente - di Carlo Verna, Daniela De Robert, Vittorio Di Trapani* / La Rai fuori dal mondo?*- di Alberto Romagnoli / La Rai per le donne - di Nella Condorelli


 


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