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Strage a Firenze. Scaricare la colpa sugli stranieri e sui Rom funziona sempre
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di Daniela de Robert

Strage a Firenze. Scaricare la colpa sugli stranieri e sui Rom funziona sempre

"Non ci dite che era un pazzo, perché se lo fosse stato avrebbe ucciso sia neri che bianchi....". No, non era un pazzo Gianluca Casseri (nella foto), l'uomo che a Firenze ha ucciso a sangue freddo due immigrati senegalesi e ne ha feriti altri tre. Era un uomo che sapeva chi voleva colpire, o meglio cosa voleva colpire: la pelle nera. La pelle di chi viene a rubarci il lavoro, le donne e le case. Di chi viene in Italia per stuprare e spacciare. Di chi deve lasciare le sue impronte quando arriva, perché tanto si sa che sono tutti delinquenti. E allora, meglio farli fuori subito, prima che facciano danni. Forse è questo pensiero che ha guidato la mano armata di Casseri. Un pensiero alimentato dal forte vento di razzismo e xenofobia, quello stesso vento che ha spinto la brava gente di Torino a dare fuoco a un campo Rom per la bugia di una ragazzina di sedici anni. Si sono fatti giustizia da soli, come facevano i membri del Ku Klux Klan negli anni '50 e '60. A Torino non c'è stato un linciaggio, ma le baracche in fiamme e il tentativo di bloccare i vigili del fuoco sì.
Scaricare la colpa sugli stranieri e sui Rom funziona sempre. Lo fece Erika la sera in cui uccise la madre e il fratello e la Lega organizzò una fiaccolata, salvo poi fare retromarcia perché gli assassini erano due ragazzini - come dicono loro - "padani". Lo ha fatto la giovane di sedici anni di Torino, che aveva paura che il padre scoprisse che non era più vergine. Lì non c'è stata un fiaccolata, ma un raid razzista.
Casseri non ha aspettato un'altra bugia. Si è fatto giustizia subito. Una giustizia preventiva. Contro i neri, gli africani, i vucumprà. E hanno ragioni gli amici senegalesi delle vittime a dire che se quel gesto lo avessero compiuto loro non avrebbero più potuto camminare per strada. Hanno ragione a dire che non era il gesto di uno squilibrato, ma di un razzista che mirava al nero. Perché Casseri ha sparato a due riprese in un luogo affollato, colpendo solo i neri: due li ha uccisi, tre li ha feriti.  Poi si è sparato, forse in un momento di lucidità.

Casseri e la solita brodaglia - di Paolo Garuti (Il Mondo di Annibale)

PREMI: il sito di Articolo21 premiato alla Camera dei deputati. Giovedì 15 dicembre ore 16


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