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Articolo 21 - Editoriali
Tabucchi, giornalista della libertà
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di Leonardo Sacchetti

Un premio europeo allo scrittore per i suoi articoli su «El Pais», «Le Monde», «lâ??Unità»

da l'Unità

«Per rivendicare la forza dei sogni». Sono queste alcune delle parole contenute nella motivazione con cui lâ??Associazione dei giornalisti europei di Madrid ha assegnato il Premio Francisco Cerecedo 2004 ad Antonio Tabucchi. Un premio allo scrittore ma anche al giornalista Tabucchi, che riceverà a novembre, dalle mani del Principe Felipe di Borbone, lâ??onorificenza «per aver mantenuto il vigore della libera espressione in un momento in cui - ha segnalato il parlamento Europeo - lâ??eccessiva concentrazione dei mezzi di comunicazione risulta inquietante e limita il dibattito democratico».
E Tabucchi, che scrive i suoi articoli per El Pais, Le Monde e lâ??Unità, dedica il riconoscimento al nostro giornale, «che ha saputo mantenere una voce libera rispetto al conformismo dilagante».
Il nome di Antonio Tabucchi andrà ad aggiungersi a una fitta lista di personaggi illustri della cultura europea: dal filosofo Fernando Savater a Iñaki Gabilondo (premiato lâ??anno scorso), dal tedesco Walter Haubrich, corrispondente a Madrid per il Frankfuter Allgemaine Zeitung (nel 2001) allo scrittore e saggista polacco Adam Michnik (insignito del premio nel 1999).
Il Premio Cerecedo è alla sua ventunesima edizione e prende spunto dallâ??esperienza - professionale e umana - di «Cuco» Cerecedo (1940-1977), il giornalista strenuo anti-franchista e fedele narratore dei primi passi democratici della Spagna degli anni Settanta. Tabucchi compartirà questo riconoscimento europeo non solo con i nomi appena citati ma anche, e soprattutto, col suo alter-ego Pereira. Non a caso, lâ??Ape ha voluto sottolineare la forza e la volontà di quella creatura romanzesca, presa come «simbolo della libertà di stampa» sotto la dittatura portoghese di Salazar.
«Quando riceverò il premio - dichiara Tabucchi da Parigi - mi scuserò col principe per le sparate moralistiche che alcuni giornalisti, non da giornali appartenenti a Berlusconi, hanno rivolto ad Almodovar per il suo La mala educacion».
La finzione letteraria, stavolta, si è legata alla realtà raccontata sui giornali. «Ho scritto articoli per Le Monde e per El País - prosegue lo scrittore -: ma in Francia e Spagna non esistono presidenti del Consiglio che detengono lâ??80% della stampa. Ecco perché un pezzo di questo premio va anche a lâ??Unità, un giornale che ha saputo mantenere una voce libera rispetto al conformismo dilagante».
La libertà dâ??espressione è uno dei punti della menzione del premio dato allâ??autore di Sostiene Pereira: la stessa libertà tanto difesa dal suo Pereira, viene quotidianamente messa in discussione nellâ??Italia berlusconiana. «Un caso? - si chiede Tabucchi -. Pochi giornali italiani stanno dando spazio allâ??affaire Buttiglione, candidato da Berlusconi alla Commissione europea. Ma stiamo parlando di un uomo che ha definito lâ??omosessualità un problema morale e personale! Hitler, con le stesse motivazioni, spedì i gay tedeschi nelle camera a gas. In Europa, di questo affaire, se ne parla; perché in Italia regna il silezio?».
La giuria del Premio Cerecedo è lo specchio delle tante voci del giornalismo iberico ed europeo: la giuria, infatti, è presieduta dal José María Fernández Sousa-Faro, presidente del gruppo Zeltia, e composta, tra gli altri, da Carlos Luis Ãlvarez, presidente dellâ??Asociación de Periodistas Europeos, Javier Ayuso, direttore generale della comunicazione dellâ??istituto bancario BBVA (sponsor del premio), Manuel Hidalgo, del quotidiano spagnolo conservatore El Mundo, Leslie Crawford, corrispondente da Madrid per il Financial Times, Enric González, corrispondente de El País da Roma, il regista David Trueba.
«Questo non potrebbe succedere in Italia - afferma Tabucchi -, un paese dove se un giornalista dichiara di esser stato delatore della Cia, lâ??Ordine non lo richiama nemmeno! La tanto declamata etica professionale se la tengano pure: anche il giornalismo italiano è formato da amici di amici, da compagni di banco. Proprio come dimostrano i politici di maggioranza e opposizione nelle loro apparizioni tv. Ormai - conclude Tabucchi - in Italia è difficile anche leggere recensioni di un libro scritto da un giornalista, che lavora per una testata non di proprietà del presidente del Consiglio, che racconta la biografia di uno stretto collaboratore del presidente del Consiglio. Questo premio è lo specchio di come viene visto il nostro paese dallâ??estero: una pseudodemocrazia».

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