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Articolo 21 - Editoriali
Mediaset pigliatutto
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di Vittorio Emiliani

da l'Unità - 25 marzo 2004

Per Silvio Berlusconi, per i suoi cari, per i suoi collaboratori più stretti, aziendali e politici (distinzione pressoché impossibile), da Confalonieri al ministro Gasparri, al relatore Romani, antichi e nuovi volteggiatori dâ??antenna, è un giorno di gioia, un giorno veramente grasso. Grasso che cola dal video per Mediaset che, dopo il sì della Camera alla versione appena riverniciata della legge Gasparri, fa un bel balzo in Borsa avendo annunciato il giorno avanti una raccolta pubblicitaria da sballo.

Gasparri è così euforico da scambiare se stesso per Schumacher e Montecitorio per una pista da Formula 1, autoproclamandosi vincitore del Gran Premio della Camera. Il ridicolo non ha mai fine. Il prezzo del voto favorevole della Lega Nord? L accelerazione al Senato della prima approvazione della riforma istituzionale voluta da Bossi e dai suoi fazzoletti verdi, che trasformerà l Italia in un pressoché ingovernabile spezzatino regionale e municipale. Cioè, vada pure in discarica il Paese, tanto noi ci siamo portati a casa una cosiddetta legge di sistema che : 1) rafforza ancor più la posizione egemone di Mediaset e di Publitalia smagrendo di poco il contestatissimo SIC ; 2) dissangua ulteriormente la carta stampata col drenaggio privilegiato delle telepromozioni che, per riguardo alla famiglia Berlusconi, non verranno (soltanto per loro, ovviamente) conteggiate negli affollamenti pubblicitari ; 3) stringe ancor più la catena che già tiene avvinta una Rai indebolita ai partiti e soprattutto al governo, con un prossimo Consiglio di Amministrazione designato per sette noni dalla Commissione di Vigilanza e per due dal proprietario unico della Rai SpA, cioè dal ministro dell Economia, uno dei quali sarà poi il presidente.

Per contro è una giornata amara, immagino, per il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il quale aveva indicato tre punti-chiave da correggere incisivamente nella prima versione della Gasparri rimandata alle Camere, e cioè : inaridimento delle fonti pubblicitarie di cui si alimenta in particolare la libera stampa e quindi il pluralismo dell informazione, pluralismo (diceva Ciampi) col quale non sono in linea alcune parti della legge ; ridimensionamento del Sistema Integrato delle Comunicazioni enormemente dilatato (sino a 32 miliardi di euro, secondo il Sole-24 Ore, con un sontuoso 20 per cento per Publitalia-Mediaset) e quindi col rischio di posizioni dominanti ; compatibilità della legge con la sentenza n. 466 della Corte Costituzionale, quella che aveva stabilito che il 31 dicembre 2003, irrevocabilmente, Rete 4 sarebbe dovuta andare sul satellite (non morire, come ha ripetuto a giaculatoria Emilio Fede).

Praticamente nessuna di queste tre nette obiezioni è stata accolta veramente nel nuovo testo che ora Ciampi non potrà non firmare e che comunque mantiene intera tutta la sua incostituzionalità, come hanno più volte ribadito giuristi autorevoli. Si è già detto delle telepromozioni cucite su misura per Mediaset : le rendono circa 330 milioni di euro all anno e saranno considerate pubblicità per la Rai ma non per le Tv del presidente. Il SIC è leggermente smagrito : da 32 a 25 miliardi di euro, sostiene Fedele Confalonieri, da 32 a 22 afferma addirittura il più zelante Romani. In realtà una stima attendibile lo dà a 27-28 miliardi di euro il cui 20 per cento fa pur sempre la bella cifra di 5,4-5,6 miliardi di euro, cioè sugli 11.000 miliardi di vecchie lire. Il doppio abbondante dell intero bilancio della Rai, con la quale comunque il gigante privato spartiva già gran parte della torta pubblicitaria. D ora in avanti se ne taglierà una fetta gigantesca da sol. Del resto, i profitti di Mediaset sono volati a 370 milioni di euro e in questi anni di sacrifici al governo Silvio Berlusconi, secondo Forbes, ha più che raddoppiato la propria ricchezza personale.

C è il terzo punto : lo sviluppo del digitale terrestre, fattore di nuovo pluralismo, ma in realtà pretesto per salvare Rete 4 dall'andata sul satellite (come aveva sancito la Consulta). Tocca all Authority per le Comunicazioni accertarne lo sviluppo reale e assumere decisioni in merito, anche sanzionatorie. Sarà. Essa dovrà verificare la fruizione reale della nuova tecnologia o limitarsi a constatare l accesso potenziale alla stessa? Se sarà quest ultimo il criterio (come in parte è già stato anticipato), la beffa si può già considerare consumata. Fare gli Italiani è un mestiere difficile, diceva Ennio Flaiano. Nel terzo millennio, nell èra berlusconiana è diventato difficilissimo. E però, poiché non vogliamo dimetterci da Italiani, bisogna continuare a battersi per una democrazia parlamentare piena che somigli a quelle dei Paesi che con noi fondarono l'Europa e non a quella dell amico Putin verso il quale Berlusconi e i suoi guardano invece con grande interesse. Economico anzitutto : proprio ieri il direttore finanziario di Mediaset, Marco Giordani, ha annunciato che l azienda del capo del governo guarda alle televisioni dell Est e della Turchia per eventuali acquisizioni. Guardiamo a Paesi dove possiamo guadagnare molti soldi, ha precisato prontamente onde evitare malintesi. Pensate dove sarebbe arrivato Berlusconi, se non avesse dovuto sacrificarsi per il bene dell Italia.

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