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Oggi come al tempo di Galileo la scienza e' considerata pericolosa
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di Maria Antonietta Farina Coscioni*

Oggi come al tempo di Galileo la scienza e' considerata pericolosa

Cari amici di “Articolo 21”, il 20 febbraio di sei anni fa, Luca Coscioni ci lasciava, stroncato da una malattia neurodegenerativa a tutt’oggi inguaribile, la sclerosi laterale amiotrofica. Fin dal sorgere della sua malattia Luca reagì lottando; e le sue armi erano quelle della ragione, il suo obiettivo la difesa della dignità umana. Dignità: ne parla esplicitamente la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità: in termini di autonomia e di indipendenza, di piena ed effettiva partecipazione (ed inclusione) nella società; di rispetto delle differenze delle persone disabili.

E’ quello per cui Luca, e tutti noi dell’Associazione che porta il suo nome, ci si batte: la libertà di ricerca scientifica, che va di pari passo con la conquista, la difesa e l’ampliamento dei diritti civili. Diritti e libertà continuamente minacciati da quanti hanno fatto dell’arroganza e dell’intolleranza, dell’ottusa chiusura dogmatica e antiscientifica, la loro cifra costitutiva e il loro programma politico.

“Dal corpo del malato, al cuore della politica”: è questa la nostra risposta. La risposta a quanti hanno costretto Elena Cattaneo, Elisabetta Cerbai e Silvia Garagna, tre ricercatrici di cui questo paese dovrebbe esser fiero, a presentare un ricorso, per opporsi alla decisione del governo di escludere le cellule staminali embrionali umane dal bando di finanziamento nel campo della biologia delle cellule staminali; e questo proprio mentre il presidente degli Stati Uniti Barak Obama firmava il provvedimento che revocava il precedente divieto imposto dal predecessore George W. Bush, che in omaggio a una visione ideologica e fondamentalista escludeva quel tipo di ricerca dai finanziamenti statali.

Siamo il paese che contraddice una regola fondamentale: quella che vuole la libertà di ricerca, la scuola e l’educazione alla base di qualsiasi società che voglia progredire e assicurare benessere ai propri cittadini. E’ completamente disatteso quanto per esempio contenuto nel Rapporto della Commissione Europea dell’aprile 2003, e nel secondo Rapporto della Commissione Dulbecco sulle cellule staminali, voluta da Umberto Veronesi quand’era ministro della Salute; in quei due rapporti si sostiene che il settore delle cellule staminali è uno dei più promettenti nel campo delle biotecnologie, e che potrebbe condurre a importantissimi risultati nella cura delle malattie cardiovascolari, delle patologie del sistema nervoso, del diabete e di altre malattie.

Contro questi assurdi divieti Luca si è battuto fino a quando ha avuto respiro: perché in Italia il malato finisce con il perdere perfino i più elementari diritti umani; ed è perdita tanto maggiore quanto più gravi sono le sue condizioni. La battaglia alla quale ha dato tutto se stesso, spirito e corpo letteralmente, è quella per le libertà, e in particolare quella di ricerca scientifica.

E’ una lotta di civiltà e di democrazia: il malato ha il diritto di potersi avvalere del progresso della ricerca scientifica; perché il diritto alla salute, alla guarigione e comunque alla riduzione della sofferenza, sono un diritto; e non è accettabile che contro la nostra volontà se ne sia privati in omaggio a leggi-dogma che bloccano e boicottano la libertà di fare ricerca, di sperimentare. Per questo lavoro per l’istituzione di una Giornata Nazionale per la Ricerca Scientifica, e l’elaborazione di un “Manifesto” che ne costituisca il fondamento teorico e pratico.   

Compito della politica e dei politici dovrebbe essere quello di assicurare e garantire mezzi, risorse, strumenti, opportunità. Sarebbe politica saggia, accorta, oltre che di doverosa misericordia, perché investire nella ricerca è sempre produttivo. Nei paesi più liberi e sviluppati, scienza e scienziati sono considerati indispensabili motori dello sviluppo economico e civile. In Italia accade il contrario; si possono fare mille esempi: dalla legge 40 sulla fecondazione assistita, ai tentativi di censura verso l'insegnamento dell'evoluzionismo; e l’incessante azione delle gerarchie vaticane, che impongono allo Stato leggi contrarie ai valori e ai diritti riconosciuti da almeno due secoli come universali. Oggi come al tempo di Galileo e Giordano Bruno la scienza è considerata pericolosa, un pericolo.

La storia insegna che gli scienziati hanno sempre dovuto affrontare confronti e divergenze con esponenti della politica o della religione, ma mai come ora si è assistito a una così diffusa avversione pregiudiziale verso la scienza. Occorre però insistere, ostinati e caparbi. Ed è motivo di consolazione e speranza vedere che siamo in tanti impegnati in questa fondamentale lotta di progresso e civiltà. Ma un elemento e una premessa fondamentale è la conoscenza, la diffusione del sapere, l’informazione. In questo siamo largamente deficitari, e in modo particolare quello che vorrebbe essere il servizio pubblico radio-televisivo.

Amici di “Articolo 21”, è una fondamentale battaglia di libertà che riguarda tutti. E so che non mancherete di dare il vostro contributo e sostegno. 

* Deputata radicale, presidente onoraria dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica


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