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Articolo 21 - Editoriali
Il regime mediatico berlusconiano
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di Giuseppe Giulietti

da L'Unità

Bene ha fatto Antonio Padellaro, sull Unità di ieri, a ricordarci i fatti e i misfatti del regime mediatico berlusconiano. In questo caso la definizione è tecnicamente e politicamente incontestabile. La quantità di anestetico iniettato ogni sera nelle vene, negli occhi e nelle orecchie degli italiani è talmente elevata da aver ridotto al lumicino la nostra soglia di attenzione e, talvolta, di indignazione. Nei giorni scorsi, nellâ??indifferenza quasi generale, tranne le solite lodevoli eccezioni, Lucia Annunziata ha denunciato, nelle sede della Commissione di Vigilanza, di essere stata avvertita dal ministro Tremonti, che lâ??esperimento della presidenza di garanzia sarebbe stato boicottato e affondato. I presidenti delle Camere che hanno fortemente voluto quel consiglio non hanno nulla da dire? La cultura dellâ??intolleranza e delle liste di proscrizione è dunque più viva che mai. Il recente libro di Gomez e Travaglio è impressionante per chiarezza, rigore, scrupolo professionale. Le pagine relative alla cacciata di De Bortoli dal Corriere della Sera, andrebbero riproposte a quanti, anche a sinistra, parlarono di ordinario avvicendamento. Il direttore generale della Rai Cattaneo ed i suoi fratelli del consiglio monocolore si affannano a parlare di privatizzazioni, di quotazioni in borsa, di ascolti e di ricavi, ma stanno tentando di cancellare dalla discussione il bilancio di un pluralismo politico e sociale ferito e colpito a morte. Dal video sono spariti quanti furono scomunicati dallâ??editto bulgaro e dalle successive liste di proscrizione. Enzo Biagi è comparso di recente in una straordinaria intervista curata da Fabio Fazio. Sarà, tuttavia, difficile rivederlo persino in quella coraggiosa trasmissione. Sabina Guzzanti ha vinto in tribunale contro la Rai. I pretesti addotti per cacciarla sono stati letteralmente sbriciolati dalla giustizia; ma, ancora oggi, è possibile vedere Raiot solo nei teatri e Luttazzi non può leggere neppure le previsioni del tempo. Di Paolo Rossi si sono perse anche le tracce, la stessa sorte è toccata a Diego Cugia, il papa di Jack Folla. Carlo Freccero, un genio della tv, insegna e, a tempo perso, fa lâ??attore. Loris Mazzetti, curatore del programma di Enzo Biagi â??Il fattoâ? è stato più volte colpito da odiosi provvedimenti disciplinari, nel tentativo di metterlo a tacere. La stesa sorte è toccata ad Andrea Salerno, curatore del programma di Sabina Guzzanti. Michele Santoro, oggi un egregio europarlamentare, a suo tempo, nonostante le sentenze dei tribunali, non fu messo in condizione di riproporre le sue trasmissioni. Le liste di proscrizione, nel frattempo, hanno superato persino i confini del catto-comunismo, per arrivare a colpire anche Massimo Fini, costretto a portare il suo Cyrano nei teatri, e Oliviero Beha, colpito da sospensioni a raffica per aver osato chiedere più trasparenza in materia di appalti, pubblicita di diritti sportivi. Dietro di loro câ??è un esercito di eccellenti dirigenti e manager - da Alberto Severi a Luca Balestrieri, da Ennio Chiodi a Maurizio Ardito e così tanti altri - di tecnici, di amministrativi, di giornalisti di valore delle testate e delle sedi regionali cacciati per ragioni politiche, senza motivazioni di tipo professionale o aziendale. Lâ??elenco dei temi e delle questioni rimosse dal video sarebbe infinitamente più lungo, mentre ai pochi dirigenti rimasti al loro posto ma non allineati con il direttore generale vengono tagliate le risorse e l'autonomia giorno per giorno. In queste condizioni il direttore Cattaneo e il governo monocolore pensano di riformare la Rai, di renderla moderna ed efficiente. Qualche commentatore, anche nella cosiddetta stampa illuminata, ci osserva con attenzione e con comprensione. I loro commenti mi ricordano quelli di quanti, alcuni anni fa, lodavano le buone riforme economiche del governo cileno di Pinochet, sorvolando invece con signorile distacco sui dettagli relativi alla cancellazione dei diritti individuali e collettivi. Sino a quando le ferite e le piaghe provocate dalle liste di proscrizione e dalle censure non saranno rimosse, non sara possibile ristabilire, in questo settore, un clima di dialogo e di positivo confronto. Gli espulsi devono tornare al loro posto. I cittadini hanno il diritto di rivedere i volti e i programmi che sono stati loro rubati e sequestrati. I custodi delle regole non possono continuare a dormire. Il protrarsi del loro sonno li renderebbe conniventi. Alla neonata Grande Alleanza Democratica il compito di ridare forza e voce per la battaglia di libertà e di civiltà che non può conoscere soste di alcun tipo. Per queste ragioni lâ??Associazione Articolo 21 proporra a tutte le forze politiche, associative e sindacali, di promuovere una grande campagna di iniziative e di raccolta di firme per chiedere alle autorità istituzionali e di garanzia di cancellare il monocolore che governa la Rai e di porre fine al regime delle liste di proscrizione. Chi vuole può cominciare a farlo attraverso il sito dell'associazione: www.articolo21.com. In ogni caso spetta a noi e solo a noi di dichiarare sin dâ??ora, che se e quando vinceremo le prossime elezioni non solo cancelleremo senza titubanza alcuna le leggi sul conflitto dâ??interessi e la legge Gasparri, ma anche e soprattutto che restituiremo immediatamente allâ??onore della professione e allâ??affetto di milioni di spettatori le donne e gli uomini espulsi dal regime mediatico berlusconiano.

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