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Vinyls: da 21 giorni sulla Torre per difendere lavoro e futuro
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di Ottavio Olita

Vinyls: da 21 giorni sulla Torre per difendere lavoro e futuro

“Se davvero la chimica è ritenuta dal Governo settore strategico per lo sviluppo economico del Paese, come ha ripetutamente dichiarato il ministro Scajola, lo dimostri con i fatti, non con le dichiarazioni e trovi una soluzione alla nostra vertenza”. I lavoratori della Vinyls che ormai da tre settimane occupano a rotazione la Torre Aragonese di Porto Torres contro il rischio di chiusura dell’impianto non si fidano più delle promesse che si sono susseguite nel corso delle ultime tre campagne elettorali e che si sono accentuate dallo scorso mese di novembre. All’indomani delle festività natalizie e di fine anno, a partire dal 7 gennaio, hanno deciso di presidiare la Torre a gruppi di 8-10, mentre i loro colleghi attuano la vigilanza in fabbrica. Due delegati sindacali, Pierfranco Delogu, della Cgil – le cui risposte indicheremo con la lettera P - e Giovanni Tavera, della Uil – individuato con G – hanno accettato di rispondere alle nostre domande.

Qual è la ragione che vi ha spinti ad issarvi sulla torre e ad occuparla? Quali risultati state ottenendo?

G: “Abbiamo ritenuto che fosse quasi una strada obbligata perché finalmente si parlasse di noi, visto che tutta la mobilitazione messa in atto con il presidio della fabbrica, fin da quando avevamo avuto i primi segnali della crisi, non avevano ottenuto alcun seguito. Da quando stiamo attuando questa forma clamorosa di protesta abbiamo avuto non solo maggiore attenzione da parte della stampa locale, ma anche qualche testata nazionale, in particolare il Telegiornale della Terza rete Rai, ha cominciato ad interessarsi a noi. Ovviamente per il tramite della stampa noi vogliamo esercitare le giuste pressioni sul mondo della politica”

P: “Quanto ai risultati bisogna innanzi tutto sottolineare che c’è stata una grande sensibilizzazione delle popolazioni del territorio. Da gennaio i 138 operai originari si sono ridotti a 121 e alcuni degli esclusi sono stati costretti ad emigrare. Ma insieme con noi è tutto il resto del comparto chimico ad essere a rischio. Stiamo parlando di 1000 operai impiegati direttamente e 3.500 nell’indotto. Cosa sarà di 4.500 famiglie se questa fonte di reddito non ci sarà più, in un territorio che non ha un tessuto industriale tale da proporre alternative? Ecco perché sono tante le iniziative a sostegno della nostra lotta. L’ultima, in ordine di tempo, ieri sera (martedì 26, ndr): c’è stata una fiaccolata indetta dal vescovo di Sassari mons. Paolo Atzei e dai parroci di Porto Torres che è partita dalla Basilica di San Gavino ed ha raggiunto la Torre.

Quale l’attenzione da parte dei sindacati nazionali e del mondo politico?

G: “Un importante risultato sul piano nazionale è che proprio oggi le tre segreterie nazionali incontrano i sindacati territoriali delle tre aree nelle quali si trovano gli stabilimenti Vinyls - Porto Torres, Marghera e Ravenna – per coordinare iniziative unitarie”

P: “E a livello regionale domani, giovedì, ci sarà lo sciopero del settore chimico proclamato da Cgil, Cisl e Uil. Da segnalare che proprio per domani la Regione Sardegna ha convocato i sindacati per la firma della Cassa Integrazione per i lavoratori apprendisti”

G: “Quanto all’attenzione da parte del mondo politico, a volte abbiamo avuto l’impressione che la nostra lotta sia stata utilizzata strumentalmente per delle passerelle a favore di telecamera e di macchine fotografiche. Ma noi comunque contiamo nella mediazione del mondo della politica sul Governo”

P: “Il problema vero è che noi ci battiamo per il lavoro e per il nostro territorio. Non possiamo consentire che gli impianti non vengano fatti marciare perché questo renderebbe molto più complicata la vendita dell’impianto al Ramco Group, una società del Qatar che si è mostrata molto interessata a subentrare. Ma per far marciare gli impianti occorre la fornitura della materia prima da parte dell’Eni. L’accordo sulle fidejussioni per consentire le forniture è stato siglato il 12 novembre 2009. Sarebbero dovute diventare operative il 5 dicembre, ma da allora non se ne sa più nulla. Alle assicurazioni del ministro Scajola sul ruolo strategico della chimica non stanno facendo seguito atti conseguenti. Non ci interessa individuare i responsabili. Vogliamo solo che accordi ed impegni vengano rispettati”

G: “E’ da qui che si capisce il ruolo fondamentale che dovrebbe svolgere la stampa. Ecco perché abbiamo occupato la Torre, ecco perché non l’abbandoneremo finché la vertenza non si risolverà positivamente”

 La Torre Aragonese di Porto Torres è così diventata il simbolo della lotta degli operai sardi contro lo smantellamento dell’intero apparato industriale. Ragione non dissimile dalla motivazione che ha indotto i tre sindacati confederali ad indire per il prossimo 5 febbraio lo sciopero generale in tutta la Sardegna.

 


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